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(Aggiorno se arriviamo alle 100 stelle)

Un freddo pungente mi aveva svegliato. Mi stiracchiai lentamente e sbadigliai. Schiusi le palpebre ancora stordito dalla profonda dormita. Le sbattei un paio di volte per mettere a fuoco quello che non avrei voluto ricordare. Ormai ero succube e me n'ero reso conto. Per non pensarci, trovai che sovraccaricare il mio cervello di nozioni già assimilate sarebbe stato un buon esercizio.

Col naso in su, iniziai a contemplare l'immensa vota celeste. Mi illuminai: il panorama che mi si presentava d'innanzi poteva essere descritto con le parole che, come un pennelli per dipingere una tela, Manzoni aveva usato nel XVII capitolo della sua opera storica. 

Il cielo prometteva una bella giornata: la luna, in un canto, pallida e senza raggio, pure spiccava nel campo immenso d'un bigio ceruleo, che, giù giù verso l'oriente, s'andava sfumando leggermente in un giallo roseo. Più giù, all'orizzonte, si stendevano, a lunghe falde ineguali, poche nuvole, tra l'azzurro e il bruno, le più basse orlate al di sotto d'una striscia quasi di fuoco, che di mano in mano si faceva più viva e tagliente. 

Respirai a fondo e, con estremo terrore e con il cuore in cola, decisi di abbassare lo sguardo sulle mie gambe, intrappolate da un fascio di capelli bruni e leggeri, che riuscivano a distrarmi da qualunque cosa. Cos'era successo ieri sera? Ricordavo benissimo, ma avevo paura di farlo. In realtà, non volendo farmi assalire dagli inutili sensi di colpa, avevo pensato di tenere impegnato il mio cervello in modo da non cedere nella tentazione di perdermi nei pensieri. La giusta rivale all'angelo che giaceva tranquillo tra le mie cosce e che il solo respiro mi mandava in tachicardia, era scienze della Terra. 

Sapevate che esistono ancora molti misteri in natura che non abbiamo sciolto? Ma, per risolvere questi punti di domanda, è bene conoscere tutto dal principio. Ad esempio, gli elementi chimici: molti sostengono che siano nati dalla Terra stessa, ma è logico che questa sia una stupidaggine, non spiegherebbe di cosa è composta la Terra. Esilarante, no? 

Nel corso della sua vita il nucleo di una stella trasforma costantemente elementi semplici, come elio e idrogeno, in elementi più complessi, come carbonio e ossigeno. Questi vengono poi disseminati nel Cosmo quando la stella termina il suo ciclo vitale ed esplode, trasformandosi in una supernova. Gli elementi chimici così creati si trovano quindi a vagare per il cosmo, fino a quando non vengono utilizzati da nuove stelle, in un ciclo continuo che rende ogni nuova generazione di corpi celesti ricca di elementi sempre più pesanti e complessi. È per questo che studiando le stelle più antiche gli scienziati sperano di comprendere i processi che hanno portato alla nascita di quelle attuali, come il nostro Sole. Mi piace pensare che noi siamo tutti polvere di stelle. È un tantino surreale ed illusorio, ma credo che in fin dei conti sia la pura verità.

Dopo aver ripetuto per cinque volte la tavola periodica degli elementi e aver ripassato la lista delle 88 costellazioni e averne inventata una per la mia musa ispiratrice i quali capelli ondeggiavano mossi dal vento, ero riuscito ad occupare la mia mente per, controllai l'orologio, un misero quarto d'ora. Rimasi deluso. 

Il suo respiro mi aveva distratto, impedendomi di identificare le variazioni cromatiche del cielo. Un solo respiro e la mia attenzione era completamente focalizzata su di lei.  

Millie dormiva ancora. I suoi capelli disegnavano ghirigori complessi sulle mie gambe, coperte dal piumone bianco latte. Sembrava un angelo. Presi ad accarezzarle la nuca, a giocare con ogni sua ciocca perfettamente liscia ed ordinata. Lei mugolò ed io mi staccai, dispiaciuto di aver destato il suo sonno. Magari mi stava sognando. Ruotò la sua testa di novanta gradi, così che il suo nasino puntasse verso il cielo, ed aprì gli occhi incontrando i miei che la guardavano dall'alto. Mugolò qualcosa.

-Grazie per la lezione di scienze Einstein- ridacchiò.

Non mi ero accorto di aver parlato a voce alta.

-Tecnicamente Einstein è un fisico, John Dalton sarebbe più azzeccato- la corressi ironicamente.

Lei mi scimmiottò portando gli occhi al cielo. Poi scoppiammo entrambi in una rumorosa risata. Portò una mano sulla mia nuca e scompigliò i miei ricci. Io le toccai la punta del naso e lei arrossii.

-Ieri sono stata bene-

-Tutto merito della mia chitarra-

Lei scosse la testa divertita.

-Hai creato l'atmosfera giusta- sussurrò guardando le candele spente.

-Comunque, da quanto leggi poesie?-

-Cinque anni, ma ho studiato molto per farlo, sai, la metrica, i sonetti, gli autori, è importante comprendere tutto-

-Sono veri pezzi di paradiso le tue raccolte personali- sorrisi alludendo alla sua "play list" di fogli raccolti nel quadernetto rosso in pelle, sporchi d'inchiostro solo nel lato sinistro.

Lei mostrò il suo sorriso più smagliante e fulminea, alzò la testa dalle mie cosce e mi stampò un bacio sulle labbra. Presi ad accarezzarle il braccio nudo e abbronzato che faceva contrasto con la coperta candida. 

-Sai Finn- la guardai osservare prima le candele alla vaniglia, poi la bottiglia quasi vuota di Chardonnay, il vino che avevo sgraffignato a mio padre, di nascosto, solo per la nostra serata speciale, poi la mia mano sulla sua pelle- ho sempre creduto di conoscerti da una vita-

-Magari in una vita passata io ero Orfeo e tu Euridice, io il musicista, tu la ninfa-

Mi guardò pensierosa, poi corrucciò le sopracciglia folte.

-Non finisce gran bene-

-Non è detto che sia la fine, magari dobbiamo completare la storia in questa vita-

-Mi piace la tua visione delle cose-

-Anche a me le tua-

-Sai, credo davvero che tu abbia legato al dito l'estremità del filo rosso-

Respirai a fondo, le parole hanno un peso e l'aveva detto lei stessa. Feci cadere lo sguardo su un pezzo di carta che fuoriusciva dal blocco rosso e ricordai la poesia che ieri mi aveva toccato il cuore, sebbene non fossi stato completamente lucido: "Sonetto XVII" di Pablo Neruda. 

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.


^^^

Ehi lo so che sono stata molto assente

Ma spero il capitolo compensi

Per il gruppo devo ancora vedere, ma sono felice delle richieste

Volevo chiedervi una cosa importante:

VI PIACEREBBE, FINITA LA STORIA, UNA PUBBLICAZIONE 

(modificata nei nomi, rigorosamente ITALIANI e in alcune scene)

FATEMI SAPERE

Vi adoro

ali <3

Every breath you take ♕ Finn WolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora