CAPITOLO 8

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Sentì scorrere le grandi vetrate, delle voci, qualcuno stava arrivando. si alzò a sedere: Findir, Chris e Marjl che restò prudentemente in disparte,
- Che fate qui? Cosa volete ancora!- si alzò in piedi, passando sugli occhi arrossati il dorso della mano, fu Findir a parlare:
- Chris ti deve delle scuse e delle giuste spiegazioni!-
Chris si fece avanti, le mani incrociate dietro la schiena, lo sguardo basso, imbarazzato:
- Tutto ciò che ho detto era una balla! Una gigantesca...balla. È vero! Ho fatto di tutto per conquistarla , ma esistevi solo tu nei suoi pensieri... sempre e soltanto tu! Quando sei apparso, per me contro ogni logica , e lei è corsa da te ho realizzato per me non c'era niente, neppure un barlume di speranza! Ti ha sempre amato, e sai una cosa amico? Ti invidio...dopo tutto questo tempo lei è ancora innamorata... di te!- il tono contrito, ed era sincero... maledettamente sincero .
- Perché raccontare quella menzogna!- Isilsar scrutava attentamente il suo viso, mentre cercava di dominare la rabbia che montava dentro.
- Per provocarti...- fece spallucce - per vedere quale sarebbe stata la tua reazione, perr.. vendicarmi del suo rifiuto! -
Corrugò la fronte piegandosi leggermente in avanti, questo ragazzino stava oltrepassando il limite...
- Che vuoi da me Chris? Bada, sto perdendo la pazienza - parlò tra i denti. Si ritrovò a fissare due occhi felini:
- Forse la risposta è già nella tua mente, ma non vuoi ammetterlo: sono figlio di Finlas, tuo fratello!
- Cosa!!- gridò Findir e Marjl portò una mano sulla bocca spalancando gli occhi.
Isilsar continuò a fissarlo con scetticismo, però forse il ragazzo aveva ragione, troppe similitudini:
- Come! ti ascolto- Findir fece per parlare, ma con un gesto secco della mano lo fece desistere:
- Si presentò al nostro villaggio in compagnia di una donna di nome Aranor, se ricordo bene. Diceva di essere un Arconte e di provenire da un mondo parallelo. Decantava le meraviglie del multiverso, le sue ricchezze, lo definì un vaso di pandora da aprire e attingervi a piene mani, seducendo molti di noi con le sue chiacchiere, la mia gente erano semplici contadini. Nelle due settimane di permanenza da ospite divenne il padrone assoluto, poteva fare e decidere tutto ciò che voleva senza trovare alcun ostacolo da parte nostra.
Una sera decise di organizzare una grande festa con cibo, danze, fiumi di vino e birra, era bronzo quando si appartò con tutte quelle donne, mio padre raccontava che erano sfinite, prosciugate, ma lui non era sazio: sembrava invasato, impazzito. Mandò i suoi scagnozzi a cercare altre donne e mia madre...-
I muscoli della mascella erano contratti e vibranti, strinse i pugni abbassando il capo, Isilsar appoggiò lentamente una mano sulla sua spalla stringendola, capiva ciò che provava, lui stesso era preda di certe forti emozioni, la rabbia in lui scomparve.
- No! Sto bene! Sto bene- proseguì:
- Nove mesi dopo nacqui io e con me molti altri. Ma mio padre non la perdonò mai per questo, per non avermi abbandonato intendo, io rappresentavo la sua vergogna Non passava giorno che non la facesse sentire in colpa, mortificando la sua anima solo con il suo sguardo duro, accusatorio!-
Isilsar continuò ad osservarlo attentamente:
- Non hai i nostri tratti!! -
- Avete tratti così marcati perché siete confinati qui nella vostra realtà, ma mia madre era una sorvegliante, una umana pura, mio padre un felinus come tutti noi... non in tutte le realtà gli umani sono evoluti dalle scimmie, si sono trovati e amati per il tempo che è stato loro consesso prima di... diciamo che sono umano al 50 per cento!- sorrise, un sorriso carico di tristezza.
- Sei stato sottoposto ad esami approfonditi di ogni genere prima per poter essere il tuo tutore! - Findir era incredulo,
- Loro sanno, credimi! ma siamo carne da macello e poco importa cosa siamo o non siamo!-
Il suo viso si fece cupo, continuò Findir per lui:
- Quando siamo arrivati noi, il villaggio era stato raso al suolo, i suoi abitanti massacrati. Chris aveva cinque anni quando lo trovai affamato, sporco seduto vicino ai cadaveri dei suoi genitori, piangeva, l'ho presi in braccio cercando di calmarlo, si strinse a me e da allora è sempre stato con me!- arruffando i suoi capelli con un gesto affettuoso.
- Perché massacrare tutti, anche i suoi figli?- Isilsar non era sorpreso conoscendo suo fratello.
Chris sollevò le spalle:
- Forse erano troppo umani o forse non abbastanza, chi può dirlo! - la tastiera di Findir emise un flebile suono e lui la osservò:
- Va bene piccolo grande idiota, devi andare...dobbiamo andare!-
Ma Chris fissava Isilsar con quei suoi grandi occhi blu, non aveva ancora finito con lui:
- Vai pure Findir, ti raggiungo tra un attimo!- Findir scrutò i due:
- Ah no! Commettere lo stesso sbaglio due volte è diabolico...quindi passo, resto!- Chris fece qualche passo avanti sempre fissando Isilsar negli occhi:
- L'ho vista piangere molte volte senza un motivo, almeno per me. Quando ti ha rivisto i suoi occhi si sono illuminati, si è illuminata tutta. Mi sono fatto da parte come era giusto che fosse; per me non c'era nessuna speranza comunque. Ti ho osservato Isilsar Drax, sei un uomo speciale sotto ogni punto di vista, sono sicuro che la amerai e proteggerai anche a costo della tua vita. Ma se le farai del male o la farai soffrire ancora...- si protese in avanti premendo l'indice sul suo torace - Ti cercherò, ti troverò e...cazzo! ti ammazzerò con le mie mani, costi quel che costi!-
Isilsar aggrottò le sopracciglia ma non disse una parola, il suo sguardo non mentiva, Chris si voltò e avanzando verso le vetrate scorrevoli diede solo una fugace occhiata a Marjl, poi uscì seguito da Findir.

Si guardarono a lungo, avanzò piano quasi soppesando ogni passo, si sentiva morire dentro per come l'aveva trattata e ancora di più per le sue parole : " idiota" pensò:
- Marjl...ti chiedo umilmente scusa...quelle cose che ho detto...erano frutto della rabbia...io...- abbassò leggermente la testa mortificato, incrociando le dita.
Lo guardò da prima sospettosa, infine furiosa:
- Tu mi chiedi scusa? secondo te è sufficiente?-
Isilsar stava per rispondere quando arrivò forte e inaspettato il pugno in piena faccia, che aprì in due il labbro inferiore, la testa gli si sposto leggermente di lato, chiuse gli occhi strizzandoli mentre portava un mano alla bocca, ma non fece un fiato.
- Mi hai ferito, facendomi sentire sporca e bugiarda ... sapevi che non era così, non meritavo il beneficio del dubbio?- urlò
E arrivò il secondo pugno dettato da un rabbia incontenibile, più forte del primo, la sua testa si spostò di nuovo con un movimento secco, quando tornò a fissarla la bocca si stava gonfiando mentre il sangue fuoriusciva dal labbro tumefatto, di nuovo non fece un fiato, abbassò la testa pieno di vergogna.
La rabbia di Marjl svanì immediatamente, si portò una mano alla bocca, si avvicinò prendendo il suo viso tra le mani, non credeva di aver colpito così forte.
- Ho tesoro che cosa ho fatto! Siediti ci penso io!-
Non riusciva a sostenere il suo sguardo, la vergogna era un fardello pesante, sbiascicando per il labbro gonfio:
- Non ti preoccupare, è la giusta punizione per la mia stupidità!-
E si accomodò sulla panca a gambe divaricate mentre lei sparì oltre le vetrate, per tornare quasi subito con due bicchieri piuttosto grandi e un piccolo asciugamano sulla spalla. Gli si accomodò davanti iniziando a pulire accuratamente la ferita sulla bocca, lui posò le mani sui suoi fianchi e lei si accomodò sopra le sue gambe. Prese uno dei due bicchieri inserito in uno vuoto e gli fece fare dei risciacqui, quindi prese il secondo bicchiere con il ghiaccio ma prima pulì con delicatezza la sua bocca, lui arricciò gli occhi:
- Fa male!- disse piano, lei lo baciò sulla fronte.
- Passa i cubetti di ghiaccio sul labbro ridurrà il gonfiore!-
Prese il bicchiere e mise il ghiaccio sul labbro tumefatto strofinando, piano strizzando con forza gli occhi per il dolore
I loro sguardi si incontrarono, si guardarono a lungo. Lei lo accarezzò con dolcezza. Lui la attirò a sé. Lei passò le dita tra i suoi capelli accarezzandoli piano. Lui la avvolse tra le sue braccia toccandole il viso.
Prese il cubetto gocciolante per buttarlo in un bicchiere, poi si avvicinò alla sua bocca sfiorandola con le labbra gonfie. Lei sentiva il calore del suo respiro sul viso e tutto fu dimenticato, la strinse a sé con passione baciandola, lei rispose con tutto l'ardore che sentiva esplodergli dentro.
Findir era lì, con un sorriso soddisfatto decise che poteva aspettare ancora un pó, avevano tempo.

Il Cuore e il Sangue: L'AlchimiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora