CAPITOLO 10

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- Non posso muovermi, ma perché siamo qui? Oh cielo! ho delle spine nelle mani, fanno male!!!-
Marjl era bloccata tra i rovi fino alle spalle. A lui era toccata una sorte migliore, la sua altezza lo aveva salvato, erano intrappolate solo le mani.
- CAZZO! Se metto le mani su Findir..!-
Dopo averla scorticata con qualche colorita imprecazioni riuscì a liberare una mano, quel tanto che bastava per sguainare la spada, recidere i rami più robusti, e calpestare i più deboli.
- Stai tranquilla ora ti libero!-.
Si avvicinò, dopo aver brevemente studiato la situazione con brevi e accorti colpi riuscì a liberarla, quindi calciando ciò che rimaneva prese Marjl tra le braccia togliendola da quell'inferno, ma le mani erano sanguinanti per le spine ancora conficcate. La fece sedere su un masso, le prese le mani delicatamente con le proprie, cercando di non farle troppo male iniziò un attento esame. Le spine erano piccole e alcune in profondità, le prese una ad una con tocco leggero, piano senza fretta, non senti quasi nulla.
Si guardò attorno in cerca.
- Vieni, c'è un ruscelletto non molto lontano da qui!- le prese la mano con gentilezza.
Marjl si guardava attorno con meraviglia, non sentiva neppure il dolore pulsante, l'aria fresca profumava di muschi e licheni, il Sole che filtrava tra i rami era caldo, piacevole come una carezza la brezza che la sfiorava, imprudentemente chiuse gli occhi per un attimo incespicando in un sasso. Cadde tra le sue braccia sempre pronte, con il suo aiuto riprese l'equilibrio... i loro sguardi si incontrarono"come posso non amarla, dolce come la rugiada del primo mattino, bella e fresca come un bocciolo che schiude i suoi petali al primo raggio di Sole, non permetterò che il nostro sogno svanisca di nuovo" le prese il viso tra le mani  accarezzando lentamente con i pollici quelle labbra schiuse, con un profondo respiro la baciò, un bacio ricco di parole non dette e caldo di sensazioni nascoste, lei rispose con tutto il cuore e la sua anima. Quando si separarono chiusero gli occhi per un attimo appoggiando la fronte l'uno all'altra.

Proseguirono mano nella mano fino al ruscelletto che, come aveva detto, non era molto distante.
- Venivo con mio Padre, ero molto piccolo e Finlas non era ancora nato. Proviene direttamente da un grande lago sulle montagne Azzurre...- indicando le montagne, che con il riverbero del Sole brillavano di un verde cupo, quasi blu,
- l'acqua è freddissima anche in estate!-,
Si accovacciarono sulla riva, era proprio un piccolo ruscello, ma quando Marjl immerse le mani:
- È gelida!! -
Fece per ritrarle...ma lui le prese tra le sue iniziando a pulirle con calma e perizia, il suo tocco era così caldo  piacevole che lo lasciò fare ,
- Sei sempre così paziente...!-
Lui sorrise mentre finiva di pulire i palmi:
- Perché non dovrei! Tu lo sei con me anche se molte volte non lo merito!- si alzarono in piedi cercando, di scaldarle le mani gelide, senza farle male.
- Non abbiamo ancora molto, poi saremo fuori dalla foresta!-
- Tutto questo appartiene al vostro feudo?- Marjl si guardava attorno stupefatta,
- Il Feudo dell'Est è un quarto del pianeta! noi Arconti coordiniamo le Casate che supportano il nostro popolo. È così che funziona in tutti e quattro i Feudi, le guerre sono solo un ricordo dei tempi bui, ora dobbiamo prosperare in pace per noi e le generazioni future!-
Marjl lo guardava con un misto di rispetto e orgoglio mentre camminavano, lui si guardava attorno e a tratti, lei.
- Posso sentire la tua mente, i suoi ingranaggi in movimento, dimmi i tuoi pensieri?- sorrise
- Sei sempre così... SECCHIONE!!- la guardò con un leggero cipiglio:
- Perché mi insulti sempre? Io non lo faccio mai... o quasi!- si schiari la voce.
- Non è un insulto! Sei intelligente, preparato perché nasconderlo, quindi...SECCHIONE!?-
- Questo è vero?!- lo disse con tono orgoglioso.
Marjl iniziò a solleticarlo per quello che potevano le sue mani, rincorrendosi e ridendo come due ragazzini arrivarono al margine della foresta dove, finalmente, apparve all'orizzonte il Castello Drax in tutto il suo splendore. Restava solo da affrontare un dolce declivio, una piana e finalmente la meta.
Sullo sfondo Isilsar indicò la catena delle Montagne Azzurre, imponenti e stupende nel loro magico colore, ai  piedi  si estendevano boschi e fitte foreste a perdita d'occhio. Tutto attorno, vasti campi coltivati, frutteti ...Marjl vide in lontananza , per la prima volta, cavalli liberi come il vento. I villaggi dai tetti lucenti brulicanti di vita.
- Che spettacolo!-
Gli occhi di Marjl brillavano di fanciullesco stupore. Isilsar posò un ginocchio a terra invitandola con un gesto.
- Dai, sali sulle mie spalle!-
- Cosa?-
- Sali sulle mie spalle! Mettiti comoda!-
Marjl obbedì un po' titubante, era una sensazione strana salire sulle sue spalle, erano compatte e levigate come la pietra.
- Appoggiati alla spada, è ancorata molto bene alla tuta, dammi le mani!- lei obbedì.
- Pronta?-
si alzò lentamente, Lei iniziò a ridere, era come essere sulla sommità di una gigantesca onda,
- Come va lassù?-
- È magnifico!- fece un grido di gioia.
Iniziò ad avanzare, ondeggiava in modo impercettibile, immaginò che fosse questo ciò che si prova sul dorso di una fiera.
E mentre lui parlava con quella voce calma, lei alzò il capo, chiuse gli occhi concentrando la sua attenzione su ciò che la circondava, piegò la testa all'indietro lasciando che il vento le sfiorasse il viso, portava profumi e fragranze a lei sconosciute, il sole piacevolmente caldo, rinvigorente, i suoni: poteva percepire tutto, come diceva lui, ogni più piccolo battito d'ali, scalpiccio nell'erba o il zampettare sulle cortecce; rise felice.
- Tutto bene?- il suo tono era preoccupato,
- Non potrebbe andare meglio! È tutto nuovo per me, magnifico!- lui rise, sentì le vibrazioni della sua risata,
- E se corriamo un pó? Sarò il tuo destriero!-,
Marjl era preoccupata, era stanco, se fosse caduto inciampando in una buca?
- Isi! Non mi sembra il caso...-
- Perché, temi di cadere? Aggancia i piedi al mio torace, fletti un pó il busto...al resto penso io!- sentendo la sua titubanza
- Spero tu non abbia paura, sei una sorvegliante e ti spaventi per così poco??? -
Lei iniziò a balbettare:
- No! Non...ho...paura...-
- Allora fidati di me!-.
Marjl con un sospiro obbedì, lui posò le mani sulle sue ginocchia e lei vi posò le sue:
- Pronta?- partì di corsa.
Era come essere trasportati sulle ali del vento, potente, veloce, sentiva le vibrazioni dei suoi passi sul terreno, nessuno avrebbe fatto questo per lei... Isi era unico.

Un uomo in piedi, davanti al massiccio portone di legno, l'entrata del Castello, proteggendo gli occhi li stava osservando avanzare. Viso lungo triangolare, naso affilato frapposto a due occhi dallo sguardo acuto, di un blu intenso, la bocca sottile e i corti capelli neri lucenti, sorridendo si accovacciò lisciando la tuta sulle ginocchia, vi appoggiò le braccia mostrando il simbolo dei sorveglianti. Un uomo si avvicinò con aria perplessa:
- È l'Arconte signore, perché corre è forse in pericolo? My Lady è sulle sue spalle, forse è ferita!-
Sirius Samael sollevò la testa guardandolo divertito mentre tormentava un filo d'erba
- Darius, sei mai stato innamorato? Hai mai fatto cose pazze per amore?-
Darius lo guardò, era un giovane uomo di bell'aspetto, con occhi neri come la pece e capelli corti corvini, con una nota interrogativa:
- No! Mai fatto nulla di sconsiderato!-
Sirius rise e abbassò la testa, alzandosi:
- Mio giovane amico! L'amore può donarti la vita o toglierla, ogni attimo vissuto nel suo nome é un'avventura, una splendida avventura!-
Il giovane lo guardò in strano modo e lui batté una mano sulla sua spalla. Come apparso dal nulla ecco Isilsar, che rallentò fino a fermarsi, aveva solo un pó di affanno nulla di più.
Sirius si avvicinò, guardò lei con le gote rosse e gli occhi luminosi, guardò lui emanava energia vitale, forza e potenza, quando si piegò sul ginocchio.
Sirius allungò le braccia aiutandola a scendere. Isilsar la prese con gentilezza, la face sedere sul suo ginocchio circondando con le braccia i suoi fianchi, si baciarono con passione incuranti di chi li stava osservando. Sirius si allontanò di qualche passo sorridendo della loro tenera spudoratezza.

 Sirius si allontanò di qualche passo sorridendo della loro tenera spudoratezza

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Il Cuore e il Sangue: L'AlchimiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora