Piccolo riassunto della storia precedente(la trovate su PamScim "Io che amo solo te"...sono quattro capitoli)
Mario lavora con la redazione di Uomini e Donne da quattro anni e aveva due bambini, Lorenzo e Alice. In quell'anno ci sarebbe stato il primo trono gay del programma e lui e Raffaella erano impegnati con i casting.
Mario la mattina dei casting arrivò in ritardo agli studi e mentre saliva le scale si scontrò con Claudio, un ragazzo dagli occhi verdi e un sorriso contagioso. Si scusò con lui e raggiunse Raffaella.
I casting erano iniziati da un'oretta circa, ma ad un certo punto dalla porta entrò Claudio. Il moro lo fissò per tutto il tempo, contemplando sia la sua bellezza sia la leggerezza in cui parlava e il suo modo di approcciarsi con altre persone.
Passò un mese da quel provino, ma Claudio decise di non partecipare più. Continuava a pensare a quegli occhi neri e gli sembrava tutto così assurdo visto che dall'allora non l'aveva più visto.
Per Mario la situazione era praticamente la stessa, da una parte era contento che Claudio avesse rifiutato di corteggiare Alex, ma dall'altra parte era dispiaciuto perché da quel provino non l'aveva più visto. Ormai era diventato un pensiero fisso e non sapeva spiegarsi il perché, si sentiva confuso, quasi perso. Così, un giorno, decise di andare a Verona per fare chiarezza e con lui c'erano anche Alice e Lorenzo.
Quando arrivarono a Verona sistemarono le loro cose in albergo e si diressero verso il bar. Dopo un po' videro Claudio uscire dal proprio ufficio. Si salutarono ed iniziarono a parlare per poi salutarsi con la promessa di rivedersi.
Il giorno dopo Mario lasciò i bambini a Valentina e si diresse all'Urban. Una volta arrivato lì Claudio lo portò nel suo studio: iniziarono a confrontarsi e presero la decisione di approfondire la loro conoscenza.
Passarono i giorni e i bambini si erano già affezionati a Claudio e le cose fra loro due andavano benissimo. Mario conobbe i suoi amici e Claudio sentiva di aver trovato la parte mancante della sua vita.
Claudio invitò a cena il moro a casa sua. Passarono un bella serata fin quando Rosita non chiamò dicendo che bambini piangevano perché volevano Mario.
Rosita e Bea portarono i bambini a casa, e il moro li mise a letto e poi raggiunse gli altri in salotto, e dopo quasi un'ora le due ragazze andarono via.Entrarono in camera e fecero l'amore per quasi tutta la notte. Il giorno dopo Mario venne chiamato da Raffaella.
Capitolo.
Dopo quella telefonata Mario dovette tornare di corsa a Roma perché la redazione aveva bisogno di lui.
Non vedeva Claudio da circa una settimana e la sua mancanza si percepiva.
Non aveva mai pensato di legarsi così tanto ad una persona in così poco tempo, anzi non si era mai legato a nessuno sentimentale, nemmeno alla sua ex moglie. Quel matrimonio fatto per necessità e non per altro. Un matrimonio che l'ha portato all'esasperazione, ma che gli aveva regalato le sue due gioie più grandi: Alice e Lorenzo.
Quello che provava per Claudio era forte, molto forte e lui era consapevole di tutto ciò. Non sapeva se doveva definirlo amore o altro.
Ma cos'era l'amore? Una sorta di malattia degenerativa che ti fotte il cervello portandoti a mettere il bene di un'altra persona davanti al tuo e gli effetti collaterali di questa piacevole "malattia" ti portavano all'esasperazione: farfalle nello stomaco, oserei dire più uno zoo, ansia, nausea, una felicità che ti fa toccare il cielo con un dito e al solo contatto con quella persona sentire i brividi che ti attraverso tutto il corpo. Ma può portare anche un dolore indescrivibile e Mario non voleva soffrire, ma una parte di sé sapeva che Claudio non gli avrebbe mai fatto del male.Mario scosse la testa e prese il cellulare fra le mani per rispondere.
Era Claudio e il moro sorrise come un ebete leggendo il suo nome sul display, si sentiva un'adolescente alle prime armi.
"Buongiorno Clà!"-rispose voltandosi verso i bambini che si erano messi seduti sul suo letto e lo guardarono curiosi.
"Buongiorno Mario, tutto bene?"-chiese.
"Si amò, me so svegliato da poco."-rispose guardando ancora i bambini gli si stavano avvicinando.
"Papà vogliamo salutare Claudio, su"-dissero i bimbi aggrappandosi a Mario che scoppiò a ridere di gusto.
"Un attimo bambini."-rispose mettendo il vivavoce per permettere anche a loro di comunicare con Claudio.
"Cla te sentono adesso."-"Ciao piccoli, come state?"-rispose
"Bene, ci manchi e manchi anche a papà Mario."-dissero avvicinandosi allo schermo del cellulare.
"Mi mancate anche voi pesti...-rispose-anche papà Mario mi manca."-aggiunse subito provocando un sorriso al moro.
"Papà Claudio ti veniamo a trovare presto."-disse la piccola Alice.
Sia Claudio che Mario si bloccarono.
"Papà Claudio", l'aveva detto sul serio o era una loro illusione? No, avevano sentito benissimo.
"Ehm...non vedo l'ora."-rispose con voce flebile Claudio.
"Su bambini, salutate."-Alice e Lorenzo salutarono e andarono nella loro camera.
Mario tolse il vivavoce e si alzò dal letto portandosi il telefono all'orecchio.
"Cla, ci sei?" - "Si Mario, sto qua."
"Ti senti bene?" -"Si, è stato strano sentire papà Claudio. Però mi è piaciuto."-rispose.
Il moro sorrise leggermente appoggiandosi allo stipite della porta.
"Saresti un padre fantastico Cla!"-"Mhh, con te al mio fianco però."-Mario sorrise e si passò la mano sulla barba.
"Mario"-"Mh..dimmi."-risponse.
"Mi manchi."-"Anche tu, ci vediamo fra pochi giorni."-rispose guardando i bambini che si erano seduti a terra a giocare.
"Eh già, ci sentiamo dopo. Devo andare al bar. Ciao Cicci!"
"A dopo amò."
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Uno scontro che mi ha cambiato la vita(Clario)
FanfictionRingraziamo in anticipo chi leggerà la storia. Premettiamo che questa storia è il continuo di un'altra, però non si trova su questo profilo ma su "PAMSCIM" e si chiama "Io che amo solo te". Abbiamo avuto dei problemi e non siamo più riuscite a recup...