PAURE E RITROVAMENTI.

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Sono passati tre giorni dall'accaduto e Mario e Claudio, insieme alla polizia, non si danno pace per ritrovare Alice e Lorenzo.
"Claudio e se non riuscissimo trovarli? E se Martina li ha portati via da Roma o peggio se li stesse torturando? No Claudio io non reggo tutto questo. Ho paura..."-si sedette sul letto con i gomiti sulle ginocchia e le mani sul viso.
"Mario ascoltami..."-disse abbassandosi e prendendo le mani di Mario fra le sue.
"Li ritroveremo, stanne certo. Non può andare molto lontano. La polizia è sotto le sue tracce, hanno rintracciato il telefono ed è stata avvistata qui a Roma..."-"Ma senza i bambini. Dove li ha lasciati eh.."-lo interruppe Mario alzandosi bruscamente dal letto.
"Questo ancora non lo sappiamo Mario, ma dobbiamo cercare di restare calmi, li troveremo."
"La fai facile tu eh? Non sai cosa vuol dire avere dei bambini e non sai nemmeno come mi sento in questo momento."-rispose urlando per poi passarsi le mani fra i capelli.
Era spaesato e stanco.
Durante quei tre giorni non aveva chiuso occhio e andava avanti a caffè.
Claudio aveva provato a farlo riposare o fargli mangiare qualcosa, ma nulla, era irremovibile.
Non voleva trattare così Claudio, infatti si pentì immediatamente quando vide la sua espressione dopo quello che aveva detto.

Claudio lo guardava incredulo, si sentiva ferito, sminuito e quasi umiliato dalle parole di Mario.
In questi giorni gli era sempre stato accanto. Aveva provato a prendersi cura di lui il più possibile e sentire quelle parole uscire con tanto odio dalla sua bocca non gli faceva di certo bene.
"Bene, allora tolgo il disturbo. Non servo a molto qui."-rispose recuperando il giubbino sul letto e uscì dalla camera sbattendo la porta.
Mario aprì la porta e gli corse incontro e quando lo raggiunse gli afferrò il polso facendolo voltare verso di lui.
"Ti prego Claudio scusami, non volevo dire quelle cose."
"Però l'hai fatto Mario."
"Lo so, ma scusami ancora. In questi giorni non capisco nulla, sono nella confusione più totale. Ho una paura matta di non ritrovare i miei bambini, anzi i nostri e io me la sono presa ingiustamente con te. Scusami ancora."-disse accarezzandogli le guance.
Claudio chiuse per un attimo gli occhi godendosi il tepore delle mani del moro.
"Mhh tranquillo, anche la mia reazione è stata esagerata."-rispose accennando un piccolo sorriso.
"Non so cosa farei senza di te, penso che mi sentirei ancora più perso in questo momento."-disse Mario abbracciandolo e qualche lacrime rigò il suo volto.
"Hei, ascoltami...li ritroveremo e a Martina faremo un culo grosso quanto Roma. Pagherà per tutto."-rispose stringendolo ancora più forte a se.

Una settimana dopo.

"Allora ragazzi, abbiamo delle novità."
"Ci dica allora su."-rispose Mario sedendosi di fronte al poliziotto.
"Abbiamo fatto seguire Martina da un nostro agente e sappiamo dove si trovano i bambini."
"Allora cosa stiamo aspettando, andiamo no?"-"Aspetti Mario, non è così facile come sembra. Dobbiamo organizzarci bene, domani mattina la prenderemo. Si è nascosta in un vecchio edificio, dobbiamo perlustrare bene la zona per agire nel migliore dei modi."-rispose il poliziotto cercando di tranquillizzarlo.
"Domani? Ma è pazzo o cosa? Io non aspetto fino a domani."-disse alzando il tono di voce contro il povero poliziotto che lo guardava con aria di comprensione.
"Mario su, ha ragione. Devono prima capire come agire, altrimenti peggioriamo la situazione."-rispose Claudio che fino a quel momento era stato zitto ad ascoltare.
"Claudio ma da che parte stai eh?"-Mario si voltò verso di lui guardandolo male.
"Senti Mario...io capisco che tu voglia liberare i bambini il prima possibile, lo voglio anche io, credimi. Però adesso stanno cercando di capire come liberarli in tutta sicurezza, senza che nessuno si faccia male."-rispose Claudio accarezzandogli il dorso della mano.
"Ok, mi calmo..."-rispose sospirando-"e dove si nasconde quella pazza?"-continuò.
"In una struttura abbandonata appena fuori Roma."
"Quindi come pensate di procedere?" - domandò Claudio.
"Aspettiamo che esca da lì dentro e la prenderemo, per poi mandare due agenti subito dopo a prendere i bambini. State tranquilli, sappiamo come agire."-rispose il poliziotto chiudendo il fascicolo che aveva fra le mani.
"Bene, allora ci vediamo domani mattina."-"Certo Mario, vi chiamiamo."

Uno scontro che mi ha cambiato la vita(Clario)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora