War of Hormone

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Louis va a trovare Harry in Jamaica mentre sta lavorando al suo album.

Harry lo trascura un po', Louis si arrabbia.

Ma Harry sa bene come farsi perdonare.

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Louis è arrabbiato. Harry l'ha ignorato per tutto il pomeriggio in favore di quel bell'imbusto di Mitch e della sua chitarra. Non gli piace l'amicizia di quei due. Troppi abbracci, troppi sorrisi. Ma Harry gli ha ripetuto fino allo sfinimento che non deve preoccuparsi, che Mitch non è un problema, così Louis si costringe a mordersi la lingua e a limitarsi lanciare occhiatacce di fuoco al suddetto chitarrista. Ma oggi Harry ha esagerato. Louis era andato in studio di registrazione solo per lui, aveva volato fino in Jamaica sotto sua richiesta portandosi dietro anche quella palla al piede di Eleanor per non destare sospetti, e poi Harry l'ha degnato a malapena di un ciao.

È per questo che adesso non fa altro che sbuffare e dare rispostacce al povero Harry, che all'ennesimo grugnito sbotta "Insomma Louis, che diavolo ti prende?"

Louis gli rifila un'occhiata di fuoco prima di sibilare un "niente" risentito.

"Non fare finta di niente. Ti conosco, sei arrabbiato. Mi vuoi dire per quale motivo, di grazia?"

"Il motivo" risponde a denti stretti "è che se avessi saputo che mi hai fatto venire qui solo per farmi vedere come amoreggi con i tuoi nuovi compagni di band sarei rimasto volentieri a casa." Sta iniziando ad assumere un colorito troppo acceso per i gusti di Harry, gli occhi furiosi e le labbra strette. Sta cercando di controllarsi, lo sa, ma questo non impedisce ad Harry di scoppiare in una risata fragorosa.

"Sì, ecco bravo, prendimi pure in giro. Intanto io sono venuto qui per te e l'unica cosa che faccio è incazzarmi perché mi ignori e venire divorato dalle zanzare, dannati insetti succhiasangue."

Harry gli si avvicina lentamente, il passo felpato e il sorriso ancora sulle sue labbra. Gli lascia un bacio leggero su una tempia prima di abbracciarlo e mormorargli sulla pelle "scusami Lou, hai ragione. Ma lo sai che sono un perfezionista. E sai anche che avere te che mi fissi mentre canto è una notevole fonte di distrazione per me, soprattutto se hai quello sguardo."

"Quale sguardo?" chiede innocentemente l'altro, ben consapevole di cosa stia parlando il riccio.

"Non fare il finto tonto. Lo sai benissimo. Sembra tu lo faccia apposta per distrarmi, ogni santa volta." Ribatte Harry, quasi infastidito.

"Ma amore, non è colpa mia se quando canti sei così fottutamente eccitante." Cantilena Louis, una nota maliziosa nel tono e negli occhi blu.

"Beh, non è nemmeno colpa mia, se è per questo. Però potresti controllarti invece di costringermi a ignorarti per non distrarmi."

"Beh sì, adesso andiamo a finire che è colpa mia se nelle pause tra una registrazione e l'altra ti metti ad amoreggiare con Mitch invece di dare attenzioni al tuo fidanzato venuto apposta dall' Inghilterra per te." Di nuovo il tono infastidito.

Harry ne ha abbastanza. Sa bene che questa discussione potrebbe durare ore, ma non ha nessuna voglia di continuare a parlare. Avvicina le labbra al suo orecchio e gli sussurra suadente "sai, la verità è che mi è mancato il tuo sguardo su di me. L' ho sognato così tanto in questi ultimi giorni che quando tornavo in questa stanza, a fine giornata, immaginavo di averlo addosso mentre mi toccavo per darmi piacere." Gli morde il lobo dell'orecchio, delicato, mentre si posiziona alle sue spalle "ti immaginavo lì, seduto su quella poltrona, una sigaretta tra le labbra e gli occhi accesi di lussuria mentre mi osservavi toccarmi e sussurrare il tuo nome." Gli accarezza le braccia con la punta delle dita, il fiato caldo che gli lambisce il collo scoperto, il corpo scosso da un brivido.

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