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★·.·'¯'·.·★ ᴊᴀᴅᴇ ★·.·'¯'·.·★

Salutai con un piccolo sorriso, accompagnato dalle mie inseparabili guance rosse, la cassiera che lavorava quella mattina nel minimarket poi con passi veloci e leggeri, mi avvicinai al reparto latticini e mi abbassai all'altezza del latte.

Guizzai con lo sguardo da una parte all'altra della scaffalatura, indecisa su quale latte scegliere.

«Quello alla fragola?», mi portai una mano al mento, mentre una ciocca di capelli nera mi scivolò davanti al viso e prontamente la portai dietro ad un orecchio, «No... Quello l'ho comprato la settimana scorsa e anche se mi è piaciuto, voglio provarne un altro.»

Sbuffai, imbronciandomi tristemente mentre continuavo a spostare lo sguardo da un cartone di latte all'altro. Banana, vaniglia, menta, pesca... Quale dovrei scegliere per quella settimana?

«Potresti provare quello di mandorle... È molto buono», esordì una voce femminile e calda alle mie spalle, facendomi sussultare per lo spavento e inevitabilmente le mie guance si tinsero di un rosa pesca.

Il mio cuore aumentò i suoi battiti mentre il mio imbarazzo prese possesso del mio cuore, bloccandomi col viso puntato verso la scaffalatura per evitare di incontrare quello dell'altra ragazza e i piedi incollati al pavimento, con le gambe più pesanti del marmo.

«E-ehm... E-ecco, i-io... N-non s-saprei», balbettai, desirando di venir inghiottita da un buco nel pavimento.

Detestavo parlare con le persone. Morivo sempre dalla vergogna. Era più forte di me. Il mio corpo si bloccava, le mie guance si coloravano e si accaldavano mentre i battiti del mio cuore aumentavano a dismisura, così come la mia salivazione.

Una volta avevo sputacchiato in faccia ad un ragazzo bellissimo che mi aveva semplicemente chiesto di prestargli i miei appunti per qualche ora, giusto il tempo di copiarlo. Da quel giorno aveva sempre evitato di avvicinarsi a me, temendo di venir inzuppato della mia saliva una seconda volta.

Non mi ero mai sentita così tanto in imbarazzo. Infatti da quel giorno avevo deciso che non avrei più guardato nessuno negli occhi, tenendo sempre il viso rivolto verso il basso, così da evitare di sputacchiare in giro.

«Ti senti bene?», una mano calda e piccola si appoggiò sulla mia spalla destra ed io sotto a quel tocco gentile tremolai, sentendo le ginocchia cedere sotto al mio peso per poi cozzare contro il pavimento. Emisi un verso strozzato. Per fortuna ero già piegata e non mi feci male, ma mi sentii lo stesso in imbarazzo per quella figuraccia.

Annuii voracemente poi facendomi forza e stringendo i pugni lungo ai miei fianchi, mi tirai su dal pavimento del minimarket, spolverando la mia gonnellina bianca e senza comprare nulla, corsi fuori mentre il mio viso dava l'impressione di essere stato appena sfornato da un forno al massimo della potenza.

Emisi un sospiro nervoso poi senza voltarmi indietro, corsi verso la fermata degli autobus senza aver comprato il latte.

Dannata la mia stupida timidezza!

Milk [Supermarket Series ▪ Book #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora