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★·.·'¯'·.·★ ᴊᴀᴅᴇ ★·.·'¯'·.·★

Entrai in casa, facendo il minimo rumore poi corsi in camera mia e mi buttai sul letto, affondando il viso nel cuscino, soffocandoci contro un urlo.

Ero demoralizzata. Avevo di nuovo fatto la figura della stupida di fronte ad una ragazza che si era semplicemente mostrata gentile nei miei confronti.

Stupida. Stupida. Perché sono così? Perché non posso semplicemente essere una persona che non si imbarazza il 98% delle volte in cui qualcuno le rivolge la parola? Perché??

«Jade, ci sei?», la voce squillante e curiosa di mia sorella maggiore fece capolinea nella mia stanza. Emisi un sospiro. Non avevo voglia di vedere nessuno; ero una tale nullità.

Mugugnai un «sì» poi alzai la testa dal cuscino e rivolsi lo sguardo verso la porta dove Ariel, soprannominata da me "sirenetta", si stava arrotolando una ciocca di capelli rosso fuoco — tinti ovviamente — in un dito.

Ariel, vedendomi in quello stato — pietoso, aggiungerei —, inarcò un sopracciglio nero con timore, «Che succede Jade? È accaduto qualcosa mentre eri al minimarket?»

Come faceva a capire sempre se mi era successo o meno qualcosa? Sulla fronte avevo per caso una scritta che diceva: "oggi fatta una nuova figura di merda"? Sennò non capivo...

Borbottai qualcosa come «niente... perdere... merda». Sì, ero molto intelligente quando dovevo parlare delle mie figure di cacca, ma almeno mia sorella lasciò perdere poiché emise un sospiro esasperato per poi dirmi che quella sera sarebbe uscita con delle sue amiche e che se volevo, potevo andare con lei.

Negai immediatamente. Non avevo alcuna intenzione di uscire di casa e fare altre figuracce. Mi era bastata quella di oggi pomeriggio e tutte quelle precedenti.

«Dai, sweetheart, non puoi stare sempre in casa. Esci con me e divertiti!», la sentii avvicinarsi a me con pochi passi poi una sua mano si appoggiò sul mio sedere, facendomi emettere un mezzo strillo imbarazzante e incominciò a muoverla avanti e indietro, facendo dondolare il mio corpo sul letto.

Strillai di fermarsi, quando le sue mani si insinuarono sotto il mio maglione bianco e incominciarono a farmi il solletico sui fianchi, cosa che mi fece guizzare come un'anguilla sotto al suo tocco.

«Basta, ti prego», gridai, senza più fiato nei polmoni e gli occhi lucidi per colpa delle risa. Quando ci si metteva, mia sorella sapeva essere una vera rompiballe e ovviamente, non la smetteva fin quando non otteneva ciò che voleva.

Ariel mi fissò con un ghigno dipinto sulle sue labbra carnose e ricoperte da un rossetto color porpora che mi fece accapponare la pelle, «Solo se accetti di uscire con me e le mie amiche.»

Alzai gli occhi azzurri al cielo, lasciando sfuggire dalle mie labbra tondeggianti un sospiro nervoso. Lo sapevo che mi avrebbe obbligata ad uscire con lei in quel modo e che altro potevo fare? Mi toccava accettare, sennò chissà fino a quando sarebbe andata avanti a farmi il solletico.

«... Va bene, uscirò con te», e subito dopo averlo detto me ne pentii amaramente perché gli occhi color nocciola di mia sorella si illuminarono poi mi trascinò giù dal mio letto e mi portò in camera sua per scegliere l'abito da indossare quella sera.

Mi sono fottuta da sola. Fantastico.

Milk [Supermarket Series ▪ Book #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora