8. UNA CARA AMICA

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La mattina dopo Farya si svegliò di soprassalto per colpa di un sussulto: la cassa. Si alzò con malavoglia e andò a controllare. Nävii era già in piedi e a quanto pareva anche lui non si era svegliato piacevolmente. Stava annusando la scatola incuriosito e stava mugolando. Farya aprì la cassa e vide che l'uovo si agitava, sbattendo da una parte e dall'altra sui lati di legno della cassa. Rimase perplessa e non sapendo ancora bene cosa fare, richiuse la cassa. Dopo essersi preparata e aver fatto colazione con Nävii, decise di uscire. Seguita dal lupo, si avviò verso la porta, e prima di uscire, rivolse un ultimo sguardo alla cassa, che sembrava aver smesso di sussultare. E così, chiuse la porta e si avviò verso il centro di Ladess. Ladess era come un paese, ma con grandi alberi al posto degli edifici. Gli alberi erano molto più grandi e grossi rispetto a quelli normali a causa della linfa elfica, una particolare linfa creata dagli elfi proprio per costruire successivamente vere e proprie case all'interno. Durante il suo percorso tanti elfi erano rimasti affascinati da Nävii, tanto che alcuni avevano timidamente chiesto di accarezzarlo. Non era un'opportunità di tutti i giorni vedere un rarissimo lupo bianco. In un certo senso, Farya era soddisfatta del lupo, e dell'amicizia che le dimostrava. Ogni tanto lo accarezzava e lui ricambiava con una leccata. Mentre stava camminando si scontrò con qualcuno. Si girò e fece per scusarsi. Ci mise un attimo a capire che quegli occhi color miele pieni di gioia appartenevano alla sua più cara amica, Tïara. Era stata la sua prima amica da quando era arrivata nel popolo degli elfi, e da quel momento non si erano più separate. Tïara era un'elfa maestosa, con dei lunghi capelli lisci biondo platino e le labbra rosse. Il suo fisico era slanciato, superava di poco Farya in altezza. Ogni volta che Tïara incontrava Farya era sempre eccitatissima. Ci teneva tanto a lei, come Farya teneva a Tïara. Si salutarono con un abbraccio e subito dopo l'amica accarezzò ammirata Nävii, che scodinzolò. Farya la invitò a casa sua e così, dopo aver fatto un giro per il centro, tornarono a casa. Farya la fece accomodare sul divano e, sapendo che la sua amica amava lo studio ed era sempre informata su tutto, decise di chiederle dell'uovo. Le portò la cassa e le mostrò il misterioso oggetto. Lei le confermò che molto probabilmente si trattava di un uovo, ma che non sapeva a quale creatura appartenesse. Mentre lo tastava e lo accarezzava, l'uovo riprese ad agitarsi, e lo spavento di Tïara fu tale da farglielo cadere dalle mani. L'uovo rotolò per un po', per poi andare a sbattere contro la gamba del tavolo. Rimasero ad osservarlo per qualche istante e sembrò stabilizzarsi, ritornando immobile. Farya andò a raccoglierlo e nelle sue mani cominciò a tremare. Lo depose nella cassa, che chiuse e riportò in camera sua. Tïara promise a Farya che si sarebbe informata e che le avrebbe riferito ogni informazione se ce ne fosse stata. E così si salutarono e Tïara tornò a casa. Farya si accorse che era giunta ora di pranzo e preparò da mangiare anche a Nävii, che divorò tutto come se non mangiasse da giorni. Nel pomeriggio andò a caccia con il lupo, ricavandone abbondante selvaggina. Al loro ritorno a casa si era fatta sera ed erano entrambi molto stanchi, soprattutto perché non era facile trasportare cervi fino a casa e poi tornare nella foresta tutto il giorno. Nävii era forte e aiutava Farya quanto poteva, ma non bastava di certo. La ragazza giunse alla conclusione che le serviva un cavallo, l'ideale per muoversi più comodamente e per trasportare pesi eccessivi. Di questo però se ne sarebbe occupata con calma nei giorni a seguire. In quel momento doveva mangiare e lei e Nävii fecero un abbondante pasto grazie alla selvaggina cacciata. Erano talmente sazi alla fine che erano diventati ancora più stanchi, e Farya non ebbe più energia neanche per prepararsi per la notte. Riuscì a malapena a lavarsi e lo considerò un atto faticosissimo in quel momento. "Beato te Nävii," pensava, "quando sei stanco ti basta semplicemente stenderti dove vuoi tu...". La ragazza era completamente priva di energie e si lasciò cadere a peso morto sul letto. Come era comodo e morbido, proprio perfetto per addormentarsi profondamente, ciò di cui aveva bisogno. Socchiuse gli occhi e stava già per addormentarsi, ma ecco che il suo riposo venne bruscamente interrotto.

La ragazza dal cuore di dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora