19. OCCHI ROSSI E MANTO NERO

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Quella mattina Farya e Kirien andarono a cacciare come loro solito. Arrivati ad Adust smontarono da cavallo e lasciarono le due bestie a pascolare legate ad un albero. Anche Phyries dava il suo contributo, e non era di certo poco da parte sua. Con i suoi artigli e la sua agilità salire sugli alberi era cosa facile, specialmente scattare e addentare un preda, quello gli riusciva fin troppo bene. Certo, se avesse potuto volare, la sua porzione di cibo sarebbe aumentata notevolmente. E farlo cominciava a servirgli più che mai, dato che ogni giorno continuava a crescere in modo sproporzionato.

"Phyries, li vedi quelli?" fece Farya facendo un cenno con la testa ad indicare un gruppo di conigli a pochi passi da loro.

"Certo." rispose il drago già sul ramo di un albero con gli occhi fissi sulle prede.

"Ce la faresti a prenderli tutti?"

"Farya...ricordati che sono io." fece il drago ammiccando e brontolando.

La ragazza sorrise.

"Sono tutti tuoi se li prendi."

Gli occhi del drago divennero due fessure e fece una smorfia divertita.

Si precipitò giù dall'albero e strisciò dietro ad un cespuglio. Con uno scatto fulmineo si gettò sulle bestiole e ne addentò due insieme. Le altre stavano già scappando, ma Phyries le avvolse in un baleno con la sua lunga coda e mise nelle sue grandi fauci anche quelle.

"Bravo bello." si congratulò Farya.

La comunicazione mentale si rivelava davvero utile. Se la ragazza avesse parlato quando erano così vicini alle prende sarebbero sicuramente scappate. Anche Nävii si era procurato qualche animaletto per il pranzo. Posò il tasso che aveva in bocca ai piedi di Farya, come se volesse renderla fiera di lui. Farya ne rimase compiaciuta. Si chinò ad accarezzarlo.

«Bravo, bello.» fece con un sorriso.

Lui ricambio con una leccata e un mugolio. Farya lo strinse forte a se.

«Come si fa a non volergli bene?» fece Kirien alle sue spalle.

«È il mio migliore amico.» disse lei guardandolo con tenerezza.

Il lupo strofinò il muso contro l'incavo del suo collo mentre mugolava di piacere. Lei lo abbracciò. Un cupo brontolio provenne dal ramo di un albero.

«Tranquillo Phyries, anche tu sei mio amico!» disse lei ridendo.

Lui emise un leggero ringhio.

«Va bene! Va bene! Migliore amico!» disse dando importanza alla parola "migliore".

Lui alzò la testa fiero e la sua bocca assunse la forma di una qualche specie di strano sorriso. Kirien e la sorella risero, poi Farya gli disse:

«Kirien, senti...ho bisogno di parlarti di una cosa che mi sta a cuore.»

Il fratello le si chinò vicino e le mise un braccio attorno al collo stringendola a sè.

«Certamente...sai che ti voglio tanto bene.»

«Tranquillo Kirien, lo so benissimo, ma è una cosa a cui penso da un po'.» fece una pausa, poi continuò abbassando lo sguardo: «Ecco...Nävii è fantastico. È fedele, dolce, non mi abbandonerebbe mai e io gli voglio tanto bene. Ma lui è anche...un lupo.» questa volta fece una pausa molto lunga.

«Lui...ha bisogno di stare qui, nella natura, dove dovrebbe. Ma i Dar'jën potrebbero fargli del male. Quando l'ho trovato aveva una brutta ferita alla zampa e non era con un branco...non vorrei che quei mostri...» non riuscì a continuare, ma sapeva che il fratello la avrebbe capita.

«Hai ragione, ma ora siamo in guerra ed è una situazione difficile. Quindi, anche se questo fosse il peggior pensiero, potrebbe essere anche così. Lo sai quanto sono spietati. Perciò sarebbe bene che Nävii per il momento tornasse con te. Tanto quando vuole uscire ce lo fa sempre sapere...voglio dire, non gli vietiamo certo di andare dove vuole. Ma se Nävii avesse avuto questa forte necessità di tornare allo stato brado, lo avrebbe già fatto tanto tempo fa. Questo vuol dire che anche lui adesso vive bene come sta, e che tiene a te.»

Farya aveva gli occhi lucidi.

«Grazie Kirien, riesci sempre ad aiutarmi.»

Lui la abbracciò forte e lei fece altrettanto. Nävii la leccò mugolando forte, mentre Phyries, che era sceso dall' albero ascoltando tutto, le posò dolcemente il muso sulla spalla. La ragazza gli sorrise e gli avvolse un braccio attorno al collo. Lui chiuse gli occhi e le strisciò contro.

Farya si stava beatamente godendo la tenerezza degli amati animali, quando ad un tratto si sentì un fruscio. Poi un altro, e un altro ancora, sempre più vicino.  Si sciolse dall'abbraccio, e strinse il pugnale che aveva legato il vita. Lo stesso fece Kirien. Nävii stava annusando nervosamente l'aria con le orecchie dritte e lo sguardo attento. Phyries aveva stretto gli occhi e aveva puntato le zampe contro il terreno e spiegando le ali. Da dietro un cespuglio cominciò a spuntare una macchia scura, una morbida nuvola di pelo nero.

Nävii sussultò. Non poteva credere a quello che vedeva. Davanti a lui, c'era un grosso lupo, nero come le tenebre. Gli occhi erano scuri, con sfumature porpora e dallo sguardo serio. Farya rimase colpita: per quanto ne sapeva, i lupi bianchi si stavano estinguendo ed erano rari, ma lupi neri, in tutta Val Cervius e per il Dorsale dei Pini non se ne erano mai visti prima. Qualche scherzo della natura? Può darsi, fatto stava che la magnificenza di quell' animale toglieva veramente il fiato.

La ragazza dal cuore di dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora