2. BATTUTA DI CACCIA

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Farya amava gli animali, ma doveva pur sempre mangiare. Per questo, pur con malincuore, doveva cacciare. La cultura degli elfi le aveva insegnato a non ferire nessun essere vivente in natura, ma essendo un'umana le era concesso farlo. Nonostante questo la facevano vivere con loro. Farya era stata abbandonata quando era molto piccola assieme a suo fratello. Dei suoi veri genitori sapeva davvero poco, ma i suoi genitori adottivi, una giovane coppia di elfi, le avevano detto che erano stati in battaglia e non erano più tornati a prenderla. Con il tempo aveva accettato di convivere con il dolore, ma in cuor suo aveva sempre sperato di ritrovarli un giorno. Il destino crudele però, volle che ai genitori adottivi toccasse la stessa sorte: purtroppo la quantità di volontari richiesta per unirsi alla guerra aumentava ogni giorno di più, non c'era altro modo per difendersi e salvare il proprio popolo altrimenti. Convivere con questo doppio dolore per Farya e suo fratello era stata dura, ma si erano sempre sostenuti a vicenda, fino a quando non è dovuto partire anche lui. Le mancava tantissimo, non aveva sue notizie da mesi, ed era una mancanza immensa a cui pensava ogni giorno.

Dopo essersi ripresa dall'incantevole vista del tramonto, scese dal ramo su cui era seduta, o meglio, come lei preferiva chiamarlo, il suo "rifugio", e si diresse verso Val Cervius, nella foresta di Adust, dove andava a cacciare abitualmente. A casa aveva già qualche cervo come scorta che aveva cacciato quella mattina, perciò si sarebbe limitata ad una scarsa selvaggina. Notò dietro a un cespuglio proprio quello di cui aveva bisogno: un gruppo di conigli si stava riposando sotto l'ombra fresca della pianta. Si nascose dietro all'albero più vicino alle prede, dopodiché prese una freccia dalla faretra e si preparò con l'arco. Impugnò quest'ultimo e tese la freccia, puntando al coniglio meno nascosto e con il fiato sospeso e maestosa grazia, la scoccò. Riuscì a prenderlo. Gli altri scapparono, ma in compenso aveva aggiunto altra carne alla sua cena. Legò per le zampette l'animale, con una corda, e lo legò allo zaino. Pensò anche che qualche manciata di piante aromatiche e un po' di funghi freschi non sarebbero stati male come contorno. Stava per andare in cerca di questi ultimi, quando sentì un fruscio dietro di se. Farya aveva sviluppato con il tempo un udito sopraffino e sapeva che quel fruscio non era stato opera del vento.

La ragazza dal cuore di dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora