Capitolo 7

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I rumori provocati dalle posate nei piatti rimbombavano in quella cucina tanto affollata quanto silenziosa.
Un osservatore esterno trovandosi dinnanzi a quella strana situazione, tutto avrebbe pensato tranne che ad otto amici seduti attorno ad un grande tavolo di legno , intenti a consumare l'ultimo pasto della giornata.
Sembravano più otto persone impegnate in una lotta silenziosa, combattuta a colpi di sguardi torvi  e parole non dette.

L'aria era silenziosamente gelida, o forse rovente, Mario non riusciva a definirla.
Era troppo frastornato : riusciva ancora a percepire sulla pelle lo sguardo di fuoco che gli aveva lanciato Claudio  dopo aver assistito alla sua conversazione con Dave.
Da quanto tempo era lì sulle scale ad osservarli?
Cosa aveva visto?
Aveva frainteso ?
Queste erano solo alcune delle domande che gli rimbombavano nella testa, mentre giocherellava con le carote nel suo piatto.
Eppure mentre lui si scervellava pensando ai mille modi in cui poter uscire da quella situazione ambigua, Claudio sembrava essere assente. Il suo corpo era lì, il suo viso fissava il piatto ancora pieno, ma la sua testa era sicuramente in qualche altro posto.

"Ivan per favore puoi passarmi la teglia con le patate?" chiese rompendo il silenzio un Marco stranamente poco eccentrico, seduto alla destra di Mario.
L'amico senza analizzare troppo la stranezza della richiesta che gli era appena stata fatta, si alzò quel tanto che bastava e prese la teglia con le patate che era posizionata di fronte a Paolo ,per passarla a Marco.

"Ivan scusa potresti passarmi il sale?" intervenne questa volta Paolo, stando ben attento a tenere i suoi occhi puntati non sul suo interlocutore, bensì su Marco il quale reagì sfoggiando un sorriso amaro.
Ivan ancora una volta, senza fare troppe domande, mise in bocca un pezzo di pane e si alzò di nuovo in piedi per raggiungere l'oggetto della richiesta, questa volta poggiato sul tavolo proprio accanto a Marco. Lo posò dal lato opposto dinnanzi al bicchiere di Paolo , si risedette e come se nulla fosse prese un alto pezzo di pane e lo portò alla bocca.
Calò di nuovo il silenzio sul tavolo.

Tutti, o quasi, avevano capito che c'erano molte cose irrisolte in quella cena e che per superare indenni la serata, forse sarebbe stato meglio non aprire bocca.
Gli unici a non essere investiti direttamente dalla tempesta sembravano essere Ivan, che continuava a mangiare indisturbato, e Lucia che dedicava tutte le sue attenzioni ad una chat sul cellulare.
In  altre circostanze Mario sarebbe stato più che curioso di sapere chi o cosa faceva sorridere la sua amica : non era solito vedere Lucia così rilassata, così sorridente , spensierata. 
Sicuramente c'era qualcosa che le stava migliorando l'umore e quel qualcosa, il moro ne era certo, era proprio in quella chat.
Continuò a guardarla sorridere tra un messaggino e l'altro , fino a che la ragazza non si rese conto di essere osservata e ricambiò lo sguardo con un sorriso imbarazzato. Si morse il labbro inferiore ed alzò le spalle come a voler dire all'amico "ops mi hai beccata".
Mario era sul punto di chiedere finalmente qualcosa all'amica, quando il suo telefono vibrò ancora e fu proprio Marco a tirare in mezzo l'argomento.

"Almeno qualcuno sorride questo tavolo "
La frase spiazzò un pò tutti .
Si erano resi conto che qualcosa non andasse tra di loro, o tra alcuni di loro, ma dirlo così apertamente poteva scaturire due reazioni diametralmente opposte : l'imbarazzo totale che sarebbe sfociato in un mutismo ancora più radicato, o l'apertura del vaso di Pandora.
E Mario, resosi conto dello sguardo sottile di Paolo, avrebbe scommesso anche i suoi più cari libri,che questa frase aveva appena acceso una miccia molto potente.

"Almeno qualcuno non è pesante a questo tavolo " rispose di getto Paolo ,parafrasando al meglio la frase detta da Marco. Aveva gli occhi stretti in due fessure, fissi in quelli  del suo compagno , come a voler rimarcare che il soggetto della sua uscita era proprio lui.

"Scusate ragazzi, lo metto via " iniziò a dire una titubante Lucia ,indicando il suo telefono "è maleducazione tenerlo a tavola , ma.."
"Lucia tranquilla non credo sia il tuo telefono il problema .." tentò di rassicurarla Cristiano, rivolgendole uno sguardo dolce.

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