T R E D I C I

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F: non c'ero, dovevo proteggerti

N: credi che sia colpa tua?

F: si

N: sei un cretino

F: si lo so

accennò un sorriso seguito da un colpo di tosse

F: tutto ok?

N: si, tutto ok. Gli altri?

F: oh dormono

N: immaginavo

F: se vuoi li chiamo

N: va bene

Mi alzai per andare dagli altri ed iniziai a scuoterli uno per uno, si svegliarono tutti e mi seguirono nella stanza

t(tutti): NATALIE!

la abbracciarono tutti insieme, sembrava davvero felice nonostante tutto, iniziai ad avere uno strano e fastidioso mal di testa e vedevo sfocato a momenti ma è passato in qualche minuto.

N: che hai Finn?

F: niente un po' di mal di testa, è passato non preoccuparti

mi accennò un sorriso e continuò a parlare con gli altri.

Dopo mezz'ora tornammo tutti a casa, con Natalie rimanevano i suoi genitori.

 Quando sono arrivato a casa per qualche strano motivo appena mi sdraiai nel mio letto a guardare il soffitto delle lacrime iniziarono a bagnarmi il viso. A volte siamo esausti, abbiamo raggiunto il limite delle nostre forze e abbiamo bisogno di lasciarci andare. Piangere non significa arrendersi e tanto meno è un segno di debolezza. A volte non abbiamo altra scelta che ricorrere a questo sfogo perché siamo stanchi. Stanchi di essere forti. Perché la vita ci sta chiedendo troppo e le persone intorno a noi non sempre vedono tutto quello che stiamo facendo senza chiedere niente in cambio. Se avete bisogno di piangere, fatelo, perché anche i forti se lo possono permettere. Spesso reprimiamo il pianto cercando di nascondere quello che proviamo e lasciando credere, sotto false apparenze, che tutto vada bene. Sforzarsi di sembrare "normali", nascondere sentimenti e problemi, finirà non solo per tacere le vostre emozioni di fronte agli altri, ma anche a voi stessi. Non si può essere sempre forti, così come non si può nascondere disagio o tristezza per tutta la vita. E arrivano quei giorni in cui non ne potete più di essere forti, di farvi carico di tutto. Piangere diventa una necessità. A mia madre non è mai andata giù Natalie, e nemmeno io, mia madre non è mai stata felice di me, prima di me lei era sempre felice perchè c'era solo mio fratello, lui fa parte della squadra di basket ed è il capitano, i miei genitori in ogni occasione parlano sempre di lui quando qualcuno chiede, i parenti, gli amici, i conoscenti, tutti chiedono prima di Nick, come sta o come va la squadra oppure anche come sono i suoi voti a scuola, di me chiedono come sto, e la maggior parte delle volte mia madre non lo sa nemmeno. L'unica persona d'accordo con me su questa faccenda è mia nonna, lei c'è sempre stata per me e non ha mai fatto preferenze come fanno tutti, non la vedo quasi mai, la maggior parte delle volte la sento al cellulare perchè i miei ovviamente non la sopportano. Al contrario dei miei genitori mia nonna non ha mai preteso che io facessi di più di ciò che riesco a fare, non ha mai preteso che io diventassi come Nick. Nessuno è in grado di dare più di quello che ha. È impossibile portare e felicità in famiglia se in cambio non vi ripagano con lo stesso affetto.

Alcune cose nella vita accadono in silenzio. Accadono lentamente. Accadono a causa delle piccole scelte attente che facciamo tutti i giorni, che ci trasformano in versioni migliori di noi stessi. Dobbiamo lasciarci il tempo che quelle alterazioni accadano. Per vederle evolvere.

Era tornato il fastidioso mal di testa, quindi mi limitai a chiudere gli occhi e sprofondare nei miei pensieri.

Web Squad//Finn WolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora