Venere rimprovera Amore.

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Intano mentre Psiche andava in paese in paese cercando Amore, questi, dolorante ancora per la scottatura della lucerna, s'era rifugiato nello stesso letto della madre e si lagnava. Allora il candido uccello chi sfiora con le sue ali le onde del mare, il gabbiano, velocissimo, si tuffò nel profondo grembo dell'Oceano e avvicinatosi a Venere che tranquillamente stava facendo il bagno e nuotava, le riferì che il figlio s'era scottato, che si lamentava per il dolore acuto della piaga, e che giaceva a letto in grava stato; infine che la famiglia di Venere ormai era sulla bocca di tutti e sul suo conto correvano dicerie e malignità a non finire, per esempio che il figlio s'era appartato tra i monti per godersi i favori di una sgualdrina e che lei, la madre, se ne stava sempre in mare a nuotare e che perciò gli uomini non sapevano più cos'era il piacere, la gentilezza, la grazia, e tutto era diventato rozzo, selvaggio, volgare, e non si celebravano più matrimoni, non c'erano più le relazioni amichevoli fra gli uomoni e anche l'amore per i figli si stava allentando e c'era solo un gran disordine e come un fastidio per ogni sorta di legami del resto sempre meno sentiti. Questo cicalava quell'uccello petulante e pettegolo all'orecchiodi Venere, calunniandole il figlio. <Ah, così quel mio bravo figliolo ha già l'amica?> sbottò a un tratto la dea su tutte le furie. <E tu che sei l'unico a servirmi con affetto, fuori il nome, voglio sapere chi è questa che ha sedotto un ragazzino ingenuo e indifeso, se è una Ninfa o una delle Ore o una Musa o anche una delle Grazie al mio servizio.> E l'uccello chiaccherono non tacque:< Non lo so mia signora, credo però che egli sia innamorato cotto di una fanciulla mortale; se ben ricordo si chiama Psiche.> Venere saltò su infuriata e cominciò a gridare:< Ah è Psiche che ama! La mia rivale in bellezza, quella che voleva usurpare il mio nome. Sta a vederee che il ragazzo mi avrà presa per una ruffiana e s'è pensato che io gli abbia mostrato la fanciulla perchè ci andassa insieme!>

E uscì dal amre strillando perprecipitarsi di furia al suo talamo d'oro dove, come le era stato riferito, trovò il giovanotto infortunato:< Belle come mi fai sentire> cominciò a tuonargli al limite della porta. <Proprio quello che ci voleva per la tua famiglia e il tuo buon nome. Prima di tutto te en sei infischiato degli ordini di tua madre, anzi, che dico, della tua padrona, e invece di punire la mia rivale legandola a un uomo spregevole, te la sei presa tu, alla tua età, per i tuoi dissoluti e precoci amori; e io dovrei sopportare per nuora la mia nemica? Ma che credi, buffone, seduttore, essere odioso, ce soltanto tu ora sei capace di aver figli eh? Pensi che alla mia età io non ne possa più fare? Ebbene sappi che ho deciso di avere un altro figlio, e molto migliore di te; anzi, a tuo maggior dispetto, adotterò qualcuno die miei schiavetti e gli darò codeste penne, la fiaccola, l'arco e anche le frecce, insomma tutto quest'armamentario che è di mia proprietà e che ti avevo affiidato non certo perchè tu ne facessi l'uso che ne hai fatto. Roba di tuo padre, infatti, in tutto questo corredo non ce n'è davvero. La verutà è che tu sin da piccolo eri un poco di buono e hai sempre avuto le grinfie lunghe. Quante volte senza alcun rispetto hai messo le mani addosso anche ai tuoi vecchi; perfino di tua madre, dico io, sì, proprio, anche di me, assassino, te en approfitti; spesso mi hai anche picchiata; mi tratti male come se non avessi nessuno al mondo e non hai soggezione nemmeno di quel grande e forte guerriero che è il tuo padrino. E che? Forse non è vero che tante volte a dispetto mio gli hai procurato delle ragazze? Ma ti farò pentire io di codesti tuoi scherzi e sentirai come ti diventeranno amre e agre queste tue nozze. Sì,ma ora che devo fare dal momento che sono stata beffata? Dove devo andare? E com'è che posso tenere a bada questa tarantola? Possibile che debbo chiedere aiuto alla Temperanza, alla mia nemica, che io ha tante volte offeso proprio per colpa di questo scostumato? D'altro canto mi vengono i brividi al pensiero di dover parlare a quella cafona miserabile; comunque la soddisfazione che dà l avendetta non è cosa da buttar via, da qualunque parte venga, e, quindi, proprio di lei e di nessun'altra mi posso servirer per dare a questo pagliccio una solenne lezione, spaccargli la faretra, spuntargli le frecce, allentargli l'arco, spegnergli la fiaccola, insomma adottare rimedi estremi per farlo rigare dritto. Non mi sentirò soddisfatta dell'offesa patita fino a quando quella donna non lo avrà pelato della chioma che io stessa, con le mie mani, ho tante volte pettinato e fatto risplendere come oro, e non gli avrà spuntate le penne che, tenendolo in grembo, io gli ho imbevute di nettare.>

Così parlò la dea e uscì a precipizio dalla stanza, adirata e furente come sapeva esserlo soltanto lei. Ma ecco che Cerere e Giunone le corsero dietro e vedendola tutta sconvolta le chiesere il perchè di quel truce cipiglio che toglieva incanto e fulgore ai suoi occhi. <Siete proprio giunte a proposito> le interruppe:<Ho la rabbia in corpo e voi mi darete la soddisfazione che cerco. Vi prego, mettetecela tutta, ma trovatemi queste Psiche, sempre in fuga, sempre che scompare. Sapete, no, le favolette che corrono ormai sulla mia famiglia e le prodezze di quel tipo che non voglio più chiamare figlio?> Quelle allora, conoscendo i fatti, si misero ad ammansire la dea :< Ma che cosa ha fatto poi di tanto male tuo figlio, che gli togli tutti gli spassi e addirittura vuoi a tutti i costi la rovina della fanciulla che ama? Via, non è mica un delitto se ha fatt l'occhietto a un abella ragazza. In fondo è un maschio, ed è un giovanotto! O ti sei dimenticata quanti anni ha? O forse perchè li porta bene credi che sia sempre un ragazzino? E tu che sei sua madre e, per di più, una donna piena di buon senso, che fai ora? Ti metti lì a indagare nelle passioncelle di tuo figlio,ad accusarlo che è un donnaiolo, magari a rimproverargli i suoi amori, a biasimare in un ragazzo così avvenente quelle che sono le tue abitudini, i tuoi piaceri? Nessun dio, nessun uomo potrebbe darti ragione se tu continui a spargere il seme del deisderio tra le genti e poi, a causa tua, pretendi che Amore faccia astinenza e chiudi la scuola dove s'insegnano certi vizietti che piacciono alle donne.> Così quelle due dee, per paura delle sue frecce e per propiziarselo, di loro iniziativa presero le difese di Cupido, benchè questi non fo sse presente. Ma Venere, indispettita perchè le offese che aveva ricevute venivano prese poco sul serio, voltò le spalle e tutte risentita, a rapidi passi, prese la via del mare.

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