L'ennesimo fiocco bianco si posò candidamente sul viso di una giovane donna dai lineamenti fini, capelli lisci come la seta e labbra sottili, perennemente accompagnate da un ghigno o una smorfia, come in quel momento.
Detestava la neve, le ricordava quella poco di buono della sua figliastra.
Biancaneve... Cielo, che nome ridicolo!
D'altra parte, non poteva aspettarsi di meglio dal suo defunto marito, accidentalmente morto per una brutta malattia, del quale il suo unico pregio era possedere un gran patrimonio.
Al solo pensiero, la regina, si rintanò nella sua camera, sbattendo un pugno sulla scrivania in legno e facendo cadere un foglio.
Non uno qualsiasi, bensì il foglio della sua rovina.
Lo raccolse da terra, cercando inutilmente di dargli fuoco, per la terza volta in quella giornata.
Rilesse il contenuto, benché sapesse a memoria parola per parola:
Cara Biancaneve,
le mie condizioni di salute peggiorano di giorno in giorno e di ora in ora.
Heather si premura per non farmi mancare mai nulla e per rimanere al mio fianco, nel poco tempo che ci rimane insieme.
Ahimè, non so per quanto ancora potrò andare avanti... Tuttavia, che si tratti di una settimana o di un anno, ho deciso di lasciarti in eredità il mio castello e tutto ciò che mi appartiene.
Voglio che il mio ricordo viva sempre in te e che tu possa avere una vita degna del nome che porti e della bellissima principessa che sei.
Stai vicino alla tua matrigna quando non ci sarò più, mi raccomando.
Con tanto amore,
il tuo papàLe venne il senso di nausea a tanta sdolcinatezza e la sua irritazione non faceva che aumentare.
Due dannati anni aveva dovuto fingere di amarlo per puntare all'alta società... Oggettivamente, quale idiota avrebbe potuto sposare una povera contadina?
Fortuna volle che lei lo trovò, l'idiota.
Bastò fargli qualche sorriso dolce e battutina per farlo cadere ai suoi piedi, dopotutto, Heather non sapeva cosa realmente fosse l'amore, era solo calata nella parte alla perfezione.
Aveva dovuto resistere un paio d'anni perché i sudditi si fidassero di lei e si creassero un'immagine positiva nei suoi confronti, così da non poter mai sospettare che una brava donna come lei potesse avvelenare la sua dolce metà.
Tuttavia, quel testamento non l'aveva proprio previsto.
Aveva tentato più volte di sbarazzersene –nonostante già alcune guardie e domestici ne fossero a conoscenza– ma un incatesimo non le permetteva di farlo.
Quell'uomo era riuscita a fregarla e questo per la regina era inammissibile.
«Maledetto!» ringhiò contro l'immagine dello specchio.
«Mia regina, qualcosa la turba?» parlò esso, tramutando il riflesso della donna, in un viso più maschile, con due occhi verde smeraldo e labbra sottili racchiuse in un ghigno simile a quello della padrona.
«Qualcuno, piuttosto» specificò, scompigliandosi i capelli, in segno di nervosismo.
«È forse quella giovane fanciulla dalla pelle candida come la ne...»
«È sempre lei. Imbecille! Ho bisogno di togliermela di torno, definitivamente. O tutto ciò che sono riuscita a costruire con le mie forze, verrà distrutto! Prima o poi verrà a conoscenza della sua eredità e non posso permetterle di portarmi via tutto!»
Scaraventò frustrata la poltrona in pelle che teneva vicino al camino.
Il rumore della caduta e il grido di Heather, fecero intimorire per qualche secondo lo specchio parlante di fronte a lei.
Con il poco autocontrollo della regina, sarebbe potuto finire in mille pezzi e morire.
«Cosa può avere un'insulsa ragazzina più di me?! Cosa?!»
«L'amore?» provò lo specchio, sperando di non aver fatto un passo falso.
«Bazzecole! L'amore è soltanto un peso, un inutile sentimento, un ostacolo verso il potere» rispose glaciale, ritornando a riflettere.
«Non sarà forse che lei...» farfugliò, non riuscendo a continuare.
«Sì, mia padrona?»
«...sia più bella di me?» proseguì, deglutendo ripetutamente, sentendo all'improvviso la gola secca e la mente annebbiata da quell'unico pensiero.
L'idea che una potesse essere più bella di lei, la destabilizzava, non poteva essere.
Sin da piccola la prendevano in giro per il suo aspetto poco elegante e il suo peso leggermente più robusto rispetto alle altre bambine.
Aveva dovuto lottare e fare enormi sacrifici per potersi dare un certo contegno e arrivare a una linea impeccabile, dopo diete e numerosi trattamenti al viso.
Poco dopo il suo cambiamento fisico, come regalo di compleanno, la madre le comprò uno specchio, per renderla felice e potersi ammirare per ore ed ore.
Da allora Heather non se ne separò mai, un po' perché non avendo amici, quell'oggetto era diventato il suo fedele compagno, un po' perché adorava il suo riflesso e i complimenti che lo specchio le faceva ogni giorno, senza che lei gli chiedesse nulla.
No, non avrebbe rinunciato a ciò che di più caro aveva per colpa di Biancaneve!
«Mia regina, tu sei sempre la più bella! E poi, perché non avvelenarla come fatto con suo padre?»
«Impossibile. Capirebbero subito che due morti naturali in soli pochi giorni, sarebbero alquanto insolite. E poi lei è giovane... No, ci serve un altro piano. Senza lasciare tracce e destare sospetti.»
«Heather, io ne avrei uno.»
La donna si irrigidì leggermente al suono del suo nome. Non la chiamava così dal suo matrimonio con il re e ciò le provocò brividi lungo la schiena, inaspettati.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma il suo nome detto da lui, pareva sublime e dolce... ciò che la regina non era mai stata.
«Ti ascolto.»
«Devi sapere che io non sono sempre stato uno specchio. Mi ci hanno rinchiuso per colpa di una maledizione, impossibile da interrompere... Tuttavia, nonostante l'incantesimo non si possa spezzare, la persona al suo interno può essere sostituita» spiegò con calma, ottenendo completa attenzione.
«Vuoi dire che...»
«Basterà portare Biancaneve in questa stanza e addormentarla affinché io possa usare la magia e intrappolare lei al posto mio.»
«Perfetto, so già come fare...» affermò decisa, facendo comparire nella sua mano una mela rossa.~•~•~
Il giorno seguente, la regina attirò la figliastra nel suo castello con la scusa di farle vedere il testamento.
«Dovrebbe trovarsi nella mia camera. Vieni, accomodati pure» la invitò a sedersi sul suo letto, fingendo di frugare tra i suoi oggetti.
«Vi ringrazio per tutto ciò che avete fatto per me e mio padre» le sorrise ingenuamente la fanciulla, soffermandosi su un cestino colmo di mele.
La matrigna seguì il suo sguardo, ghignando.
«Oh, le ho raccolte giusto l'altro ieri... Ne vuoi una?» disse dolcemente, prendendone una e offrendola a Biancaneve.
«Con molto piacere, grazie» si imbarazzò, dando un morso ad essa.
«Il piacere è tutto mio, credimi.»
Prima che la giovane potesse chiederle a cosa alludesse, sentì le sue forze venir meno e i sensi abbandonarla.~•~•~
Si diedero l'ennesimo bacio passionale, per poi ritornare al castello, mano nella mano.
Difatti, Heather, non appena ebbe davanti l'uomo dagli occhi verde smeraldo, la pelle ambrata e una cascata di capelli castani a incorniciargli i lineamenti perfetti del viso, non poté fare a meno di ammirarlo.
Inutile negare l'evidenza: l'attrazione c'era stata fin da subito, ma quel che avvenne successivamente, fu ancora meglio –e spaventoso– per entrambi.
Ci misero mesi prima di chiarire il loro rapporto e il sentimento che sempre più li legava.
Potevano parlarsi faccia a faccia, confidarsi tranquillamente, con la consapevolezza che nessuno dei due avrebbe giudicato l'altro.
«Sei incantevole, mia regina» le sussurrò all'orecchio, mentre entravano in camera loro.
Heather sorrise compiaciuta: nonostante litigassero spesso, Alejandro –nome che non si stancava mai di ripetere nella sua mente– ci sapeva fare e sapeva perfettamente come calmarla.
«Vediamo se anche la nostra cara amica è d'accordo» ghignò, ponendosi di fronte all'oggetto tanto amato e odiato.
«Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?»
Il riflesso di Heather cambiò, mostrando la giovane Biancaneve, che rispose prontamente a quella domanda, come di consueto.
«Voi, mia regina.»...
Eccomi qua con una nuova fiaba!!
Che ve ne pare?
Ditemi la vostra e proponetemene un'altra se volete ;)
Baci,
Ila
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C'era una volta...
FanfictionAlejandro e Heather in diversi ruoli delle fiabe. Anche i cattivi avranno mai il loro lieto fine? ••• -Che orecchie grandi che hai...- -È per sentirti meglio.- -Che braccia grandi che hai...- -È per abbracciarti meglio.- -Che bocca grande che hai...