Cenerentola

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Una giovane fanciulla dalla pelle delicata, capelli dorati e occhi color del cielo, andava ripetutamente avanti e indietro per la stanza, canticchiando e spazzolando.
Chi la conosceva, sapeva che erano ormai attività che faceva ogni giorno, ogni ora, senza mai fermarsi.
Tuttavia, quello non era un giorno come un altro.
Se lo sentiva, il principe sarebbe venuto a cercarla.
Tra una spolverata e l'altra, il suo sguardo ricadde su una scarpetta, non una qualunque: era quella di cristallo.
La medesima indossata per il ballo, insieme al suo bellissimo abito celeste.
Chiunque potrebbe domandarsi come mai una ragazza apparentemente povera, orfana di padre e costantemente schiava di una matrigna e due sorellastre, potesse permettersi tanto lusso.
Eppure, la risposta, stava in un semplice nome, quello di una creatura alata.
Le era apparsa dal nulla, in una notte piovosa, mentre era distesa sul letto, con il viso colmo di lacrime, notò una luce abbagliante penetrare la sua finestra. Quel bagliore poi, iniziò a prendere la forma di una vita umana.
«Chi sei?» domandò impaurita.
«Ho molti nomi, a dir la verità. Alcuni mi chiamano la Fata Smemorina, perché dimentico spesso le promesse date, altri semplicemente Fata, altri ancora non mi chiamano. Perciò il mio nome ti è irrilevante, cara Cenerentola» le rivelò, puntandole addosso una bacchetta.
«Come fai a sapere chi sono? E cosa vuoi farmi?» si agitò la bionda.
«Sappi solo che mi ha mandato tua madre, per vegliare su di te e concederti il tuo lieto fine con il principe.»
«Il principe?!» esclamò sbalordita e al tempo stesso eccitata. «Ma lui non mi noterà mai, guardami. Sono solo una sguattera, non posso competere con le altre...»
La fata di fronte a lei ghignò, constatando quanto Cenerentola fosse tale e quale alla madre defunta.
«Sottovaluti un fattore molto importante però...» le fece notare.
«E sarebbe?»
A quel punto le si avvicinò ulteriormente in modo che potesse percepire meglio il suono della sua voce.
«La magia.» 
Ciò che successe alla giovane, furono un vortice di emozioni che la accompagnarono per il resto della serata: felicità, incertezza, ansia, timore, entusiasmo.
Quella stessa notte, aveva ballato con il principe del regno, si era sentita libera come non mai in vita sua, ammirata da tutta la corte e soprattutto dagli occhi indiscreti della sua matrigna e delle sorellastre.
Non avevano potuto riconoscerla per merito dell'incantesimo che la fata le aveva lanciato, e, a suo malincuore, nemmeno il principe poté guardare il suo vero viso poiché i suoi occhi color del cielo erano per lui due pozzi d'argento, grigi come le nuvole e irrequieti come le tempeste, i suoi capelli dorati avevano preso una sfumatura tendente al nero pece, lunghi e lisci come la seta, la pelle da rosata era diventata ancor più pallida tanto da far ricordare la neve, le sue labbra più carnose, la sua statura leggermente più alta.
Tuttavia era felice, il suo sogno si era realizzato e di lì a poco, ne avrebbe coronato un altro: il principe aveva ritrovato una delle sue scarpette che aveva perduto nella fuga dal castello, poco prima che scoccasse la mezzanotte e lei ritornasse Cenerentola.
Sapeva che aveva girato per tutte le case pur di trovare la fanciulla a cui apparteneva quella scarpetta, e sapeva che avrebbe bussato alla sua porta, sentiva i cavalli del principe avvicinarsi alla sua abitazione.
Purtroppo però, non fu altrettanto attenta per un piccolo ma fondamentale particolare: la gemella dell'oggetto di cristallo era scomparsa e la porta della sua stanza era chiusa a chiave.
E anche la matrigna e le sorellastre sono sistemate, pensò la figura femminile che osservava le tre donne dormire beatamente in cantina mentre lei si ripuliva velocemente l'abito e si acconciava alla meglio i capelli, lunghi e lisci come la seta.
Le si dipinse in volto un ghigno spontaneo, pensando a quanto la vendetta fosse lenta e dolce.
Aveva sempre detestato la vita da fata, lei che di fata non aveva mai avuto nulla.
E la madre di Cenerentola? Uno stupido angelo che pensava di poterle dare ordini per vegliare sulla figlia. Illusa.
Riapparse magicamente nella stanza della bionda, sentendola strillare come un'ossessa.
«Fata Smemorina! Oh, Fata Smemorina! Meno male che sei arrivata! La porta è chiusa e l'altra scarpetta è svanita! Il principe sta bussando e io...» piagnucolò, disperata.
«Tu devi stare zitta, se ci tieni alla tua vita!» la interruppe bruscamente, guardandola glaciale, senza alcuna compassione nei suoi occhi color pece.
«Ma il principe...!»
«Il principe sta venendo qui per la fanciulla con cui ha ballato la scorsa notte e, a giudicare dall'aspetto, di certo non sei tu.»
«Mi... mi avevi promesso che...»
«Ricordati cara, io dimentico le mie promesse» rise maligna, lasciandola sola e andando ad aprire al principe.
Bel ragazzo, non c'era che dire, nonostante avesse l'aria altezzosa, per lei non sarebbe stato certo un problema metterlo in riga.
«Sei tu... La ragazza della...»
La fata lo zittì mettendogli il dito indice davanti alla bocca.
«Non perdiamoci in chiacchiere» alzò il vestito mostrando un piede scalzo e l'altro con la gemella di cristallo.
Il principe colpito da tanta sicurezza, si inginocchiò mettendole l'altra.
«Calza alla perfezione!» le sorrise.
«Lo so» gli rispose di rimando.
Prima che potessero dirigersi verso la carrozza si sentirono delle urla dal piano di sopra, che prontamente la ragazza fece cessare con un Bidibi bodibi bu, non destando sospetti.
«Non ti ho ancora chiesto come ti chiami, giovane fanciulla.»
La fata ghignò, non vedendo l'ora di poter pronunciare quel nome che sarebbe stato ricordato per sempre con accanto una corona e non un paio d'ali.
«Heather. Mi chiamo Heather.»

...

Tadaaa
Nuovissima fiaba, la mia preferita devo dire, nonostante abbia fatto fare una brutta fine a Cenerentola...
Ma non l'ho fatta morire, dai!
Heather l'ha solo zittita come solo lei sa fare.
Invece la matrigna non l'ho mai sopportata, nonostante sia sempre stata dalla parte dei cattivi, lei proprio non la digerivo. E Cenerentola è stata una dei pochi personaggi buoni che mi è sempre piaciuta.
Spero che l'idea di trasformarla in Heather la sera del ballo, sia stata di vostro gradimento.
Scusate gli eterni ritardi, sto cercando di procedere anche con l'altra mia storia, ma l'Università non mi da molta tregua e quando ho tempo libero, non ho idee!
Comunque, che ve ne pare? Fatemi sapere!
Baci,
Ila :*

C'era una volta... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora