Aladdin

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Deserto.
Non vedeva altro che quello, ormai, ci aveva fatto l'abitudine.
Ciò di cui, invece, non si sarebbe mai abituato, era il suo aspetto: i suoi bellissimi capelli marroni erano diventati troppo folti e indefiniti, il suo viso troppo scarno, e i suoi muscoli... Dio, che fine avevano fatto?
Non poteva capacitarsi che, solo qualche giorno prima, viveva in un castello, circondato da servitù, donne imploranti di sposarle e uomini intimoriti al sol vedere la sua figura imponente e autoritaria... Sfortunatamente per lui, era il quinto in successione al trono, di conseguenza, non era il solo a possedere quell'autorità, anzi, era ben lungi dal raggiungere il potere assoluto a cui tanto ambiva.
Con la mente tornò indietro a quel giorno maledetto, quello della sua rovina...

~•~•~

Come di consueto, la famiglia reale, si riunì per la cena, in cui, ognuno dei cinque membri, prese posto a tavola, senza proferire parola.
Fu José, il secondogenito, a rompere quel religioso silenzio, attirando l'attenzione dei famigliari.
«Padre, oggi ho vinto il torneo nel corpo libero, meriterei un premio, non credete?» osò, alzando il tono della voce, spavaldo.
«Certo! E cosa vorresti come ricompensa?» sorrise il genitore, concedendogli la sua richiesta.
«Carlos ha detto che sarebbe disposto a cedermi il posto come prossimo erede» disse a bruciapelo, senza troppe cerimonie, e sentendosi addosso gli sguardi di tutti i presenti.
Il padre scorse il volto del figlio maggiore, per comprendere se fosse un delirio momentaneo di José, o fosse tutto vero.
Il cenno di capo del giovane, gli diede immediata risposta: sì, era pronto a cedere il passo al fratello.
«Non voglio prendermi tutte quelle responsabilità, voglio essere una persona normale, libera di viaggiare lontano, fare nuove esperienze e aiutare il popolo a mio modo» diede ulteriori spiegazioni quest'ultimo, sostenendo lo sguardo di entrambi i genitori.
«Beh, se è questo ciò che desiderate, non mi voglio imporre. Dopotutto, è la vostra vita» acconsentì, ricevendo in cambio sorrisi di gratitudine.
Tuttavia, Alejandro non era dello stesso parere.
«Questo è ingiusto! Io avevo chiesto a Carlos di darmi il suo posto, molto prima di José!» urlò, scandalizzato, alzandosi dalla sedia, con le mani tremanti di rabbia.
«Essendo Carlos il maggiore dei tre, è lui che ha diritto a prendere questa decisione» parlò per la prima volta la madre, accarezzandogli il braccio, nel tentativo di farlo calmare.
Gesto alquanto inutile.
«No! Lui non ha mai vinto nulla in modo leale, è un farabutto! È interessato solo a se stesso e alla fama!»
«È una menzogna! Padre, fate qualcosa! Non vorrete che mi insulti come sempre?» si alterò il diretto interessato, lasciando comparire un'espressione alquanto indignata in volto.
Fu il capo famiglia a prendere in mano la situazione, sperando di farlo ragionare.
«Alejandro, non è la prima volta che aggredisci ingiustamente tuo fratello! Esigo delle scuse da parte tua!»
«Non avrà alcuna scusa da me, perché so di non aver torto! Non so ancora per quale motivo do fiato alla bocca, se tanto so che avete le vostre preferenze!» sorrise malinconico, e, in un impeto d'ira, scaraventò i piatti per terra, camminando a passo spedito verso l'uscita del castello.

~•~•~

Ancora non sapeva perché avesse preso quella decisione così avventata, dopotutto, non gli avevano mai dato retta, cosa sarebbe cambiato quella sera? Assolutamente nulla.
«Come sempre...» mormorò, accasciandosi sulla morbida sabbia del deserto, illuminata dal chiarore della luna.
Eppure, quella stessa notte, qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita.
Bastò distendere le gambe e ritrovarsi qualcosa di duro ai suoi piedi.
Il giovane principe, curioso, sollevò l'oggetto impolverato, osservandolo attentamente.
«È una lampada...» rifletté ad alta voce, cercando di pulirla come meglio poteva.
La rigirò più volte, notando le incisioni in oro che la decoravano e il colore rosso che spiccava particolarmente sulla lampada.
Non appena le sue mani iniziarono a strofinarla, un fumo violaceo uscì da essa, facendo sgranare gli occhi al ragazzo, ignaro di ciò che di lì a poco avrebbe visto. D'istinto, la lanciò lontano da lui, indietreggiando più che poteva.
Dopo che il fumo si diradò, cominciò a prendere forma qualcosa, o, più opportuno dire, qualcuno: una giovane fanciulla, dai delicati lineamenti vagamente asiatici, la pelle bianca, il fisico con forme al punto giusto.
Perfetta, era il termine che le avrebbe affibbiato Alejandro per il resto della sua vita.
Pareva una dea.
«Finalmente! Anni e anni passati in quella misera lampada d'oro!» proferì parola, marciando verso di lui.
Più si avviccinava, più notava ogni particolare del suo incantevole aspetto: era impossibile levarle gli occhi di dosso!
«Devi andare avanti ancora per molto a fissarmi o vuoi esprimere i tuoi tre desideri?» sbuffò, incrociando le braccia al petto.
«T-tre desideri?» ripeté Alejandro, ritornando in sé.
«Visto che mi hai liberata dalla lampada, tu sarai il mio padrone fino al compimento del terzo e ultimo desiderio...» disse annoiata, guardandosi le unghie, come se quel discorso lo avesse fatto altre mille volte.
«Ora che rammento, anche mio padre ha avuto un genio a disposizione, proprio grazie a quella!» pensò ad alta voce, lanciando un rapido sguardo all'oggetto.
«Aladdin...» sgranò gli occhi la ragazza, realizzando che lui fosse il figlio.
«Come fai a saperlo?»
«Io sono un genio. Io so tutto» disse con spavalderia, ormai a pochi centimetri di distanza dal principe.
«Quindi, suppongo, non ci sia bisogno che ti dica il mio nome, ma per galanteria, lo farò lo stesso. Sono Alejandro, terzogenito di re Aladdin e della regina Jasmine...»
«... di conseguenza, ultimo erede nella successione al trono. Devo fare i miei complimenti anche per l'originalità dei nomi: Aladdin e Alejandro, due Al al prezzo di uno» concluse il genio ghignando.
A quel nomignolo, Alejandro non poté che rabbrividire. Suo fratello José lo chiamava sempre così per fargli dispetto, e sicuramente, lei, lo aveva fatto apposta.
«Già, purtroppo. Tuttavia, avendo a disposizione i miei tre desideri, potrei invertire le sorti del mio destino e prendere il posto che mi spetta» sorrise, compiaciuto.
«Sì, potresti. E quali altri desideri vuoi?»
«L'eterna giovinezza, sarebbe un bel sogno da realizzare... Mentre per il terzo, mi piacerebbe avere una donna al mio fianco, degna di essere la mia compagna, e di tenermi testa» ammise, fissandola dritta negli occhi.
Verde smeraldo di lui, contro quelli argentei di lei.
«Potere, immortalità e amore... Notevole. Tuttavia, per l'ultimo desiderio devo dirtelo: dovrai scegliere tu con chi passare il resto della vita» gli sussurrò piano, concedendosi l'ottima vista del corpo scolpito di Alejandro.
Quest'ultimo, le accarezzò la mano, cogliendola di sorpresa, regalandole uno dei suoi sorrisi migliori.
«Come ti chiami?» le chiese senza troppe cerimonie, attendendo per qualche secondo di troppo la risposta.
«Heather.»
«Bene, Heather, desidero essere il primo erede al trono tra i miei fratelli. Desidero l'eterna giovinezza insieme alla mia compagna. E, soprattutto...» la guardò un'ultima volta, facendole mancare il respiro da tanto fermezza nella sua voce.
«...desidero che tu, Heather, sia la mia regina.»
Il genio si ritrovò spaesato, capendo solo la frase che le era appena stata detta. Nessuno aveva mai pensato a lei, a quanto si sentisse sola e persa dentro quella lampada, a quanto si sentisse schiava di una vita che non le apparteneva.
Con la voce che leggermente le tremava per l'emozione, chiese conferma.
«Ne sei sicuro? Io...»
«Io sì, ma, in questo caso, il desiderio riguarda entrambi. Quindi, devo chiedertelo... Tu vorresti vivere con me?»
Heather avrebbe detto di no, all'istante, se solo si fosse trattato di qualcun altro. Non tanto per la sua libertà, quanto per il vivere una vita intera con la stessa persona, ma, dopotutto, lei era già imprigionata, quindi, che differenza avrebbe fatto? Forse, valeva la pena tentare.
«Sì» disse allora, ferma e decisa.
«Perfetto. Esaudisci i miei desideri.»
«Ogni tuo desiderio è un ordine... marito.»
Ritornarono a sorridere, pronti per la loro avventura insieme.

...

Eccoci qui!!
Come vi sembra?
Spero vi sia piaciuto! :3
Se avete consigli da darmi sulle prossime storie, fate pure!
Baci,
Ila

C'era una volta... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora