Rapunzel

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Mentre il vento calava, la notte si innalzava con le sue stelle e la sua luna brillanti più che mai.
E proprio grazie alla luminosità che esse trasmettevano, una bambina di pochi mesi avvolta da una coperta e custodita dentro una cesta, venne oscurata da un'ombra.
La figura in questione si tolse il cappuccio nero, rivelando un viso di una donna giovane, dalla carnagione pallida e gli occhi a mandorla.
Dalle sue labbra rosee comparve un ghigno e solo una frase venne pronunciata:
-Tu ora vieni con me.-

Un mese dopo

L'ennesimo strillo fece tremare le mura, e l'ennesima grida di disperazione fecero rompere il vetro della finestra.
-Heather, piantala di agitarti e dalle qualcosa da mangiare!-
Un uomo sulla soglia della porta e al limite della pazienza apparve incrociando le braccia al petto mettendo in mostra la sua pelle abbronzata e il suo sguardo perplesso.
-Anziché criticarmi, perché evidentemente non sei buono a fare altro, dalle tu qualcosa! Non sono una badante io!- gli urlò contro la donna in questione che non accennava a calmarsi raccattando qualsiasi oggetto per scagliarlo contro colui che aveva osato darle ordini.
-Ci terrei a farti notare che l'idea di portarla qui è stata tua!- le rispose di rimando avvicinandosi a lei, immobilizzandole le mani per cercare di placarla.
-Io invece ci terrei a farti notare che ci metto due secondi a mandarti giù da questa dannata torre!-
-Non oseresti mai sfigurare il mio meraviglioso corpo- ghignò di rimando, per nulla intimorito.
-Ne sei così convinto?-
-Sì. E se vuoi, provo a convincere anche te- le sussurrò avvicinando i loro visi.
Heather fu ben lieta di lasciarlo continuare, ma, proprio mentre le loro labbra stavano per unirsi, un altro urlo echeggiò nella stanza facendoli alzare gli occhi al cielo e sospirare una volta ancora.
-Prova a prenderla in braccio.-
-Io?-
Heather sembrò quasi spaventata da quella proposta che le pareva tanto assurda.
-In questo mese l'ho sempre tenuta io, tu le stai lontano come la peste... Lo sai che ci servirà e che prima o poi dovrai interagire con lei. O vuoi forse dirmi che hai intenzione di invecchiare?-
All'ultima parola la mora rabbrividì e tornò a concentrarsi sulla bambina in culla che agitava braccia e gambe in cerca di qualsiasi cosa a cui aggrapparsi, mentre ad ogni strillo il viso diventava sempre più rosso.
-D'accordo, ma sappi, Alejandro, che se mi tira i capelli o sporca i vestiti, te la do subito anche dovessi lanciarla!-
-Quante storie! Cullala un po' e vedrai che smette. Io intanto vado a prendere del latte.-
Prima che Heather potesse anche solo ribattere, l'uomo era già scomparso per le rampe delle scale.
Non le restò altro che concentrare di nuovo la sua attenzione alla neonata che aveva davanti.
Per qualche frazione di secondo, mentre i loro sguardi si incrociarono, sembrò che il tempo si fosse fermato.
Gli occhioni azzurro cielo e i capelli d'oro della bambina si scontrarono con due pozzi grigio tempesta e una chioma nero pece di Heather.
La luce e il buio.
Il giorno e la notte.
La rappresentazione del bene e la reincarnazione del male.
Tuttavia in quel preciso istante parve che ci fosse qualcosa nel mezzo che le univa, qualcosa che annullasse le loro distanze e che per la donna fu impossibile spiegare.
La guardò attentamente approfittando del silenzio concesso: Rapunzel era orfana, i suoi genitori erano morti in un incidente causato da gente come lei, avida di potere, che voleva a tutti i costi tenere la bambina per puro fine egoistico, infatti, la neonata non era come tutte le altre, disponeva di un potere immenso grazie ai suoi capelli che donavano eterna giovinezza a chiunque li accarezzasse e vi cantasse una canzone al contempo.
Era stata un'impresa quasi titanica trovarla.
I re, sapendo del loro destino, erano stati previdenti e avevano lasciato Rapunzel in custodia ai loro più fidati servi per proteggerla.
Una volta scovato il rifugio la battaglia aveva avuto inizio e Heather e Alejandro non avevano avuto scrupoli, vincendo di astuzia e sul campo, in una notte piena di stelle.
Dopo rumori assordanti di spade e armi da fuoco, vi fu il silenzio.
Ma Heather sentiva lo stesso qualcosa: era il canto della vittoria.
Rapunzel intanto stava osservando la strana espressione che era comparsa sul volto della strana donna che aveva di fronte.
Allungò le mani per toccarla, per capirla.
Heather si contrasse subito appena sentì le sue mani sul suo volto.
-Ehy! Sta ferma! Non sono tua mamma, ok? Tu mi servi solo per mantenermi eternamente bella. Capito?!-
La bimba di quasi undici mesi corrucciò la fronte per cercare di decifrare quelle che sembravano importanti parole, ma solo una le rimase impressa davvero.
-Ma...ma- cercò di ripetere.
A Heather si ghiacciò il sangue per qualche istante, scuotendo poi la testa.
-No! Io non sono la tua mamma! Ti è chiaro? Sei sana e salva solo grazie a quei tuoi stupidi capelli! E tra l'altro odio le bionde perché sono sempre stupide!-
Mentre Heather era più che furiosa, Rapunzel trovò il tutto molto divertente.
-Ma...ma!- ripeté contenta.
-E a quanto pare tu non fai eccezione, vedo...- rispose esasperata.
-Ho portato il latte!-
Alejandro fece il suo ingresso mentre guardava la sua compagna intenta in una fitta conversazione.
-Che mi sono perso?-
-Credo la sua prima parola- rispose atona.
-Sarebbe?-
-Ma...ma!!- Rapunzel scalciò i piedi e le braccia dando ancora più enfasi al nome appena imparato.
-Ti lascio da sola dieci minuti e sei già madre? Dovrei sentirmi geloso?-
Heather gli lanciò un calcio talmente forte che non si premurò neanche di aiutarlo a rialzarsi.
-Io non sono la mamma di nessuno!- ci tenne tuttavia a specificare prima di sparire dalla porta.

Purtroppo però per Heather la situazione era sfuggita lentamente di mano: vuoi che aveva iniziato a prenderla più spesso in braccio, vuoi che ogni notte cantava e le accarezzava i capelli per farla dormire oltre che per ovvi motivi egoisticamente personali, vuoi che aveva iniziato a muovere i suoi primi passi e doveva seguirla peggio di un cane per evitare che si ammazzasse da sola.
-Mamma!-
Vuoi che aveva iniziato a pronunciare correttamente l'unica parola che sapeva e non c'era verso di fargliela cambiare.
-Heather. Mi chiamo Heather!- urlò esasperata mentre Alejandro la prendeva in braccio.
-Stavo pensando...-
-Oh, questa è una novità...-
L'uomo dopo averle lanciato una stilettata proseguì il suo discorso: -Stavo pensando che sarebbe più saggio se lei ci vedesse come dei genitori, si fiderebbe di più una volta cresciuta e non avremmo bisogno di ricorrere a dei ricatti per farle usare il potere.-
La mora lo guardò per un attimo come se avesse preso la peste.
-Stai scherzando spero... E poi io vivo di ricatti e minacce. Certo non mi farà paura affrontare una stupida ragazzina.-
-Non stavo parlando di paura ma di affetto, anche se so che è una parola in disuso nel tuo vocabolario.-
-Che vorresti insinuare?-
Alejandro si avvicinò a lei con ancora tra le braccia la bambina che ascoltava intenta i loro discorsi.
-Ti ha riconosciuta come sua madre, passi giorno e notte con lei, la stai portando anche fuori quando sai che è rischioso.-
-Lo faccio solo perché...!-
-Si, lo so. E adesso è così, ma più avanti sarà inevitabile che nasca un legame, ammesso che non ci sia già...-
-E tu non avresti alcun problema a fare da padre?-
Lo vide sorriderle senza alcuna esitazione.
-Penso che io lo stia già facendo. Poi non sarebbe male dare un fratellino o una sorellina a Rapunzel, no? Dico bene, bambina mia?-
La bimba gli sorrise estasiata, incominciando ad agitarsi tutta non sapendo trattenere le proprie emozioni.
-Io invece penso che tu ti faccia troppi film mentali!-
-Vedremo.-

Tre anni dopo

-Quante volte ti ho detto di non mangiare le bacche? Alcune potrebbero essere velenose!-
-Scusa, mamma.-
Rapunzel rimise giù le bacche che aveva raccolto e iniziò a saltellare per il prato.
Dopo qualche minuto tornò da Heather allungando le braccia per farsi prendere su.
-Che cosa c'è?- le chiese mentre la accontentava.
-Quando arriva papà? Gli devo fare vedere i miei disegni!-
-È andato a prenderti i colori che volevi, così ne potrai fare altri- le rispose accarezzandole i capelli.
-Non mi canti più la canzone mentre mi spazzoli i capelli...- le fece notare mentre i loro visi si scontravano un'altra volta ancora.
-No. Però te la canto per farti dormire.-
-Come mai?- le chiese curiosa.
Heather la strinse ancora di più a sé, osservandola: non l'aveva tenuta in grembo lei, non aveva in comune i suoi colori, né la forma degli occhi o del viso.
Eppure...
Eppure quando la guardava vedeva in lei la sua espressione quando era arrabbiata, vedeva in Alejandro la voglia di conoscere, vedeva in lei le loro stesse attitudini, vedeva in lei loro.
-Perché ho deciso di invecchiare con te anche se non sarò più bella.-
E perché in lei aveva visto qualcosa che andava al di là del suo potere curativo, qualcosa che le aveva messo ansia al pensiero di rimanere giovane mentre la figlia invecchiava.
Rapunzel corrugò la fronte pronta per farle un'altra domanda e per dirle che lei sarebbe stata sempre bella, ma qualcuno la interruppe.
-Dove sono le mie principesse?-
La bimba scese subito dalle braccia di Heather per correre verso quelle di Alejandro, felice.
-Papà!-
-Hai fatto la brava?-
-Sempre!- rispose con viso angelico.
-Che bugiarda e manipolatrice... mi ricordi qualcuno!-
-Ehy!- richiamò Heather l'attenzione. -Piuttosto fai vedere a papà il disegno che hai fatto.-
-Sì!- squittì mentre porse il foglio al genitore.
Alejandro lo osservò con attenzione: aveva raffigurato quattro persone dentro una torre.
-Tesoro, qua hai aggiunto per sbaglio una persona in più!-
Rapunzel scosse la testa.
-No, mamma mi ha detto che presto saremo in quattro!-
Ad Alejandro per poco non gli cadde la bambina in braccio, mentre Heather ghignava compiaciuta.
-Mi hai convinto a invecchiare e mettere su famiglia come tutti i comuni mortali, ora prenditi le tue responsabilità!-

...

Ecco il capitolo su Rapunzel!
Un po' di maternità secondo me farebbe addolcire molto Heather... Ma questa è una mia visione ^-^
Ho comunque cercato di mantenere il più possibile il suo carattere da scontrosa perché... Beh, Heather è Heather!
Spero vi sia piaciuto.
Ci vediamo al prossimo!
Ila

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 18, 2023 ⏰

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