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Arkham Asylum

«Nessuna notizia?» 

«Nessuna»

Finn appoggiò i gomiti sul tavolo, posando le mani sulla propria fronte e trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire. «Quel bastardo se l'è presa, chissà cosa avrà intenzione di farle!» Si alzò all'improvviso, facendo cadere la sedia, correndo verso il muro e dando le spalle ai suoi colleghi. «Io ve lo avevo detto che non avremmo dovuto lasciare che se ne occupasse lei!»

«Finn, calmati» la Direttrice del manicomio, Ronda Davies, lo seguì, mettendogli una mano sulla spalla e cercando di calmarlo. «La Dottoressa Quinzel starà bene!»

«Bene?!» disse con un tono di voce alto, ma senza esagerare per via dell'incarico ricoperto dalla donna. «Possiamo solo sperare che sia ancora via!» Si scansò, lontano dalle sue mani. 

«Troveremo un modo di riportarla indietro sana e salva» continuò teneramente la donna.

Una ragazza, loro collega, rallentò il passo non appena si trovò davanti alla porta. Era intuibile dal suo respiro che aveva appena corso molto velocemente, in fretta e furia, per arrivare dove era ora. Spostò, quasi terrorizzata, le mani da dietro la schiena, mentre teneva un fagotto bianco raggomitolato in esse. 

«Cos'è?» chiese la Direttrice mentre si avvicinava per osservarlo meglio, ed il suo cuore perse un battito quando lo prese lei stessa tra le mani, realizzando di cosa si stesse parlando. «Dio mio...» disse, buttandosi a peso morto sulla sedia, quasi senza il coraggio di parlare. «Il camice di Harleen» disse in ultimo, riferendosi alla ragazza in un tono dolce, informale, come un'amica. «Dove lo hanno trovato?»

«Fuori dalla centrale, a terra» rispose, abbassando lo sguardo, la collega. «Hanno detto che faranno di tutto per ritrovarla, signora.» continuò formalmente, «Lei non centra nulla in tutta questa storia, voleva solo aiutarlo»

«Spesso la gente non può essere aiutata. Altre volte, vuole aiutare, ma ci rimette solo...e questo è successo a quella poveretta di Harleen.» si alzò dalla sedia, allontanandosi, nel suo ufficio, per sfuggire a quella situazione.

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L'auto aveva sfrecciato per le strade di Gotham per diverso tempo, con le sirene accese, fino a quando Joker non tirò fuori una pistola sparando in piena testa a Lau, mandando la macchina a sbattere contro un muro, senza contare che fossero presenti anche Harleen e lui lì dentro. 

«Eccoci arrivati!» esultò Joker scendendo dall'auto, senza richiudere la portiera, mentre la ragazza faceva lo stesso.

«Dove?» 

L'uomo non rispose, procedendo sui suoi passi, dopo essersi guardato attorno e dirigendosi verso un vecchio edificio malridotto, sicuramente abbandonato, non molto distante da dove si erano appena scontrati. Fortunatamente, erano usciti illesi.
Harleen aggrottò leggermente le sopracciglia, aspettando, ancora ed invano, una risposta da parte del criminale. Affrettò il passo una volta giunti all'interno, per paura di rimanere indietro e perderlo di vista. Rivolse verso di lui un paio di veloci sguardi. «Joker?» lo chiamò, con la voce un po' tremolante. «Dove siamo?»

«Non è importante questo, bambolina. Quello che importa è dove sarai tu, tra non molto»

Harleen si fermò di colpo, irrigidendosi. Non osava più muovere un muscolo, iniziando a temere quelle parole. «Che intendi dire?»

Joker scoppiò a ridere, terminando per mancanza di fiato. Iniziò ad avanzare lentamente verso di lei, sorridendo, cercando di spiegarle, se così si può dire, la situazione. «Non fraintendermi Harley...» disse lui, con tono quasi rassicurante, ma con un effetto totalmente contrario per la ragazza. «...è che, sai, ero convinto che saresti stata tu a farmi scappare per prima da quel posto. Ma le cose, come vedi, si sono scambiate.» si leccò le labbra. «Buffo, no?»

|MESSED UP TOO| •Joker e Harley Quinn• {ITA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora