2. Like A Swan

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La porta della mia camera viene aperta e da essa compare uno spiraglio di luce proveniente dal corridoio

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La porta della mia camera viene aperta e da essa compare uno spiraglio di luce proveniente dal corridoio. Alzo le coperte fin sopra la testa e mi giro dall'altro lato.

Com'è mia madre? È una donna abbastanza tranquilla, per nulla severa, come tutte le madri pacate che ti lasciano dormire fino a tardi e ti fanno trovare tutto il ben di Dio per colazione. Sì, proprio come loro.

"MIA, MIA ALZATI!"

La voce di mia madre riempie il silenzio presente fino ad allora. Alza il lembo della coperta, tirandolo a se e io rotolo giù dal letto con un sonoro tonfo, entrando in contatto con il freddo pavimento in legno.
Dolce lei? Ma chi voglio prendere in giro.

"Mamma ti prego, è da due ore che provo ad addormentarmi e..." beh, il fatto che sono rientrata alle tre stanotte di certo non aiuta.

"Alzati, è tardi!" detto ciò esce dalla camera.

Scendo in cucina e lì, pronto sul balcone in marmo, c'è il frullato di verdure che sono costretta a bere ogni mattina, tra l'altro il suo colore verdastro non è per niente invitante.
Mentre lo mando giù a sorsate guardo l'orario lampeggiare sul monitor del frigo:

6:18 A.M

Subito adagio il bicchiere nel lavello, vado in bagno e dopo aver spazzolato i denti, infilo il body e allaccio le ballerine con un fiocco intrecciato alle caviglie.
Mentre scendo al piano di sotto, fin giù alla palestra, mi lego i capelli in una piccola coda sulla testa.

"Era ora"

"Scusa mamma"

"Su, fa stretching"
Mi siedo per terra e inizio a fare come ha detto, piedi, schiena, testa e gambe.
Stendo la gamba sull'asta e mi ripiego su di essa.

"Più stesa questa gamba! Il muscolo deve tirare Mia!"
Mi osserva qualche altro minuto con la schiena appoggiata allo specchio e poi decide che è abbastanza.

"Su, cominciamo con la coreografia"
Mi metto in posizione, inginocchiata sul parquet e al suo contare incomincio a muovermi.
"E un, due tre e quattro arabesque! Più basse quelle braccia! Devi essere leggiadra come un cigno, sei tutt'altro che quello"

Sempre stando su una punta incomincio a girare su me stessa, afferrando il piede dell'altra gamba con la mano. Evidentemente non eseguo il passo nel modo giusto perché mia madre si avvicina e fa sbattere il suo bastone contro la mia pelle.

"Quante volte ti ho detto che questa gamba la devi flettere di più? Vuoi partecipare o no alle gare quest'anno?!"

Senza batter ciglio annuisco e ricomincio la sequenza da capo, dando il meglio di me stessa.
"Su ripetila, ricomincia di nuovo e un due tre e quattro"
Dopo cinque volte che ripeto la coreografia, inizio a cedere, sono troppo stanca per andare avanti e così, l'ultimo passo, ovvero il salto viene una gran schifezza.

Mas que nada ~ A.I Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora