Capitolo 7~Divertimento

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-Offri tu vero?- chiese Leire a Riccardo. Lui sospirò e annuì. I ragazzi si sedettero intorno al tavolino rotondo e iniziarono a discutere su cosa fare per tutto il giorno. Era domenica e avevano tutto il tempo del mondo.
-E se andiamo a fare una partita?- propose Riccardo e la maggior parte acconsentì, tranne Michael, Leire e Aitor.
-Con la coda non riesco a muovermi come vorrei. Non riuscirei a fare un cazzo- ribatté la ragazza.
-Infatti. Neanche Arion riuscirà a giocare- disse Michael. La coda era proprio un problema.
-Già...- acconsentì in fine Arion sapendo che i tre mezzi mici avevano ragione.
-E poi Lucian starà da Wanli tutto il giorno e non potranno venire. Adé starà a fare cose con Eugene e J.P. chissà dov'è- disse Aitor -non siamo abbastanza per giocare-
-Okay ho capito. La mia idea fa schifo. Voi che proponete?-
-Andiamo al luna park???- chiese Arion con gli occhi che brillavano. Anche a Leire si illuminarono gli occhi ed annuì decisa. Amava le giostre.
-Sembrate due bambini- disse Victor.
-Sti cazzi. Io voglio andare al luna park!- disse Leire allegra. Aitor e Gabi acconsentirono, non li dispiaceva andarci. Dopo qualche minuto anche Doug acconsentì e di conseguenza anche Michael. Mancavano Victor e Riccardo.
-Daiii!! Vic sarà divertente!!- disse Arion strusciando il viso contro la mano del ragazzo.
-E va bene...-
-Yay!-
-Richi?- chiese Gabi.
-Non so- disse.
-Eddai capra. Andiamo al luna park!! Ti pregooo- disse Leire facendogli gli occhi dolci. Alla fine Riccardo si arrese e acconsentì. Ordinarono la colazione. Leire un cappuccio e un craften alla crema, Arion una ciambella al cioccolato, Riccardo un ginseng, Aitor del latte al cioccolato, Gabi e Victor un espressino e Doug e Michael si divisero un cornetto al cioccolato.
-Sembri un bambino- disse Gabi al suo ragazzo.
-Zitto polpetta- disse Aitor bevendo il suo latte.
-Ancora con sta storia?- gli chiese Gabi guardandolo stupito. Non si aspettava di certo che Aitor tirasse fuori sta storia.
-Sì-
Il rosa scoppiò a ridere sotto lo sguardo incazzato di Aitor e quello confuso degli altri.
-Lunga storia- disse Aitor alla sorella che lo stava fissando. Finirono tutti la loro colazione e poi andarono al luna park.

-Non voglio entrare- si lamentò Arion. Avevano deciso di andare nella casa stregata ma Arion non era d'accordo.
-Eddai Arion. Vic ti terrà la mano- disse Leire guadagnandosi un'occhiataccia dal porcospino blu.
-Davvero?- chiese Arion guardando Victor che sospirò e annuì.
-Yay!- esclamò Arion.
-Sicura di voler venire?- sussurrò Aitor alla sorella sapendo che questa fosse terrorizzata dal buio.
-Sì... Al massimo urlo come una checca- disse lei con una scrollata di spalle. Entrarono e quando il portone si chiuse dietro di loro tutti ebbero un sussulto. Erano al buio. Gli occhi felini di Michael, Aitor, Arion e Leire sembravano brillare. Vedevano tutti e quattro alla perfezione, eppure due di loro avevano comunque paura.
-Su andiamo. Sento Arion tremare anche senza tenergli la mano- disse Victor prendendo il suo ragazzo e avviandosi. Aitor lanciò uno sguardo alla sorella prima di avviarsi anche lui con Gabi.
-Andiamo- disse semplicemente Leire avviandosi anche lei, così come gli altri tre. Si stava ripetutamente mordendo il labbro e Michael e Aitor se ne accorsero. Aitor non le disse nulla, sapeva che non avrebbe potuto far nulla.
-Tutto bene? Ti stai divorando il labbro- disse Michael avvicinandosi a lei.
-Tutto bene- disse lei. L'azzurrino non era tanto convinto ma decise di lasciar stare, anche perché un certo ragazzo dai capelli viola prugna gli aveva passato un braccio intorno alla vita attirandolo a se e provocandogli rossore. La ragazza continuava a camminare mordendosi il labbro finché una mano non prese la sua stringendola. Lei guardò subito il proprietario notando che era Riccardo. Rimase in silenzio e continuarono. Lei gli stringeva la mano ogni volta che si spaventava, senza urlare. Per tutto il tragitto si sentivano urli di Arion, qualcuno di Aitor davanti a dei serpenti e uno di Michael non dovuto però alla casa ma bensì al viola accanto a lui. Quando uscirono Aitor notò subito le mani dei due ragazzi e non perse tempo a fare qualche battutina.
-Piagnone avevi così paura che hai dovuto farti tenere la manina?- disse ridacchiando e ottenendo uno schiaffo sulla nuca da Gabi.
-Piantala Aitor, sai che quella che aveva paura ero io- disse Leire lasciando la mano del ragazzo. Tutti la guardarono stupiti. Aveva appena difeso Riccardo?
-Andiamo sulle montagne russe?- propose poi e tutti acconsentirono anche se alcuni a malavoglia.
-Non abituartici capra. Questo era solo il mio modo di ringraziarti- sussurrò Leire a Riccardo prima di allontanarsi da lui.

I ragazzi si erano seduti nei posti a coppia e Aitor notò subito qualcosa di diverso negli occhi del suo ragazzo. Una luce strana... Paura...
-Hai paura?- chiese di getto, senza cattiveria nella voce. Non aveva intenzione di prenderlo in giro e questo stupì il turchese stesso.
-Io..? Nono- disse il rosa distogliendo lo sguardo. All'apparenza Gabi sembrava davvero tranquillo, ma lo tradirono i nervi tesi per la stretta sulla sbarra di sicurezza della giostra.
-Ragazzi mi sto sentendo male... Credo di dover vomita...- disse Aitor portandosi poi una mano davanti alla bocca. Fortunatamente la giostra non era ancora partita e quindi scese di corsa trascinando con se Gabi. Quando si furono allontanati, Aitor finì la sua messa in scena e poi guardò il rosa.
-Non mentirmi più su queste cose- disse serio.
-Come hai capito che mentivo?-
-Tenevi la sbarra stretta con forza- disse tranquillo il turchese.
-Sai che ora gli altri penseranno che sei tu ad aver paura?-
-Lo so- rispose di nuovo tranquillo il ragazzo.
-E da quando fai questo per gli altri?-
-Non l'ho fatto per altri. L'ho fatto per il mio ragazzo. È molto diverso- disse Aitor per poi accorgersi solo in seguito di ciò che aveva detto. Arrossì vistosamente facendo ridacchiare il rosa che poi si fiondò sulle sue labbra. Un bacio casto, semplice ma pieno di amore. Quando si staccarono Aitor faceva invidia ai capelli di Xavier.
-Grazie- disse il rosa sorridendogli. Il turchese si scostò da lui imbarazzato borbottando insulti.
-Ti amo- disse il rosa.
-Vai a morire- fu la risposta che ricevette e la interpretò come un 'Anch'io'.

4 gatti e tanti disastriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora