Capitolo 5~Gabi e Aitor

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-GABI AIUTO!- urlò Aitor saltando in braccio al fidanzato e conficcandogli le unghie sulle spalle per reggersi meglio. Gabi quasi perse l'equilibrio e dovette appoggiarsi ad un mobile per rimanere in piedi. Erano appena entrati a casa sua, che cosa aveva già combinato? Poi sentì il suo cane abbaiare furiosamente mentre usciva fuori dalla sua cuccia e il problema gli si parò sotto il naso. Si diede una manata in fronte, non aveva minimamente pensato che i cani e i gatti non vanno d'accordo nella maggior parte dei casi. Si ricordò a ciò che aveva detto Martina, ovvero che avrebbero capito appena arrivati a casa. Ecco. Ora aveva capito.
-Io te l'ho sempre detto che il tuo cane mi odia!- piagnucolò Aitor stringendosi di piú a lui con le orecchie abbassate dalla paura di essere morso. 
- Non ti odia, è solo geloso delle attenzioni che ti do. E poi adesso sei metà gatto...non è stata proprio una grande genialata...- ammise Gabi sistemandosi meglio il turchese in braccio per non essere graffiato ancora. Il cane abbaiò nuovamente con ferocia e Aitor avvolse le gambe attorno alla vita del rosa, le braccia che lo soffocavano da quanto stringeva. 
-Gabi, mandalo via!- 
Aitor era sul punto di scoppiare a piangere, tutti quei latrati gli facevano male alla testa poiché li sentiva molto piú forti rispetto ad un essere umano, senza contare che quello era un cane lupo enorme e l'unica cosa che lo tratteneva dal saltargli addosso era il guinzaglio attaccato alla cuccia. Lui non aveva niente contro i cani, anzi, ma adesso si sentiva terrorizzato e confuso. Il rosa sgranò gli occhi incredulo quando vide la prima lacrima solcare sulla guancia del piú piccolo, che tremava spaventato tra le sue braccia. Sentiva il suo cuore battere furiosamente contro il suo petto. Portò Aitor in camera sua e chiuse la porta dietro di sè, adagiandolo delicatamente sul letto. Il minore lo guardava con gli occhi lucidi e le orecchie abbassate, sussultava ad ogni latrato proveniente dal salotto. Il maggiore sospirò e gli asciugò le guance con i pollici, approfittandone anche per carezzargli il viso e dargli un bacio sulla punta del naso e sulle labbra. Aitor arrossì leggermente ma non si oppose. 
-Sei così carino quando fai così- sussurrò il rosa ed ecco che aveva rovinato tutto. 
-Stupido, smettila di dire che sono carino!- urlò il turchese diventando bordeaux e scandandosi da lui. 
-Ma è vero-
-Vuoi morire giovane per caso?-
-No, sono solo una persona sincera-
Il turchese gli diede una manata in faccia, graffiandogli uno zigomo. 
-Ahi...- mormorò sofferente il rosa toccandosi i tagli che subito presero a sanguinare. Aitor ghignò sadico.
-Sono ancora carino?-
-No, sei uno stronzo- borbottò Gabi mentre andava nel bagno di camera sua e si prendeva un cerotto. Un altro latrato fece sussultare Aitor.
-Barbie?- chiamò con voce stridula.
-Cosa?- 
-Il cane non si può liberare da solo, vero?-
-Certo che può, gli ho anche insegnato ad aprire le porte- rispose l'altro con sarcasmo. Il turchese lo guardò accigliato. 
-Ma allora vuoi davvero morire giovane- 
Gabi sbuffò ed uscì dal bagno. 
-Vado a portarlo dai vicini di casa, tanto i bambini lo adorano. Così smetterai di fare il rompicoglioni e mi lascerai in pace- disse prima di uscire dalla camera.

Gabi si sarebbe aspettato che il suo irascibile e immaturo fidanzato restasse imbronciato per tutta la durata di quei giorni fino alla consegna del vaccino, ma non fu così. Dopo aver portato il cane dai vicini e cenato si era accoccolato con la testa sulle sue gambe mentre guardavano un programma alla televisione. Gabi era rimasto sorpreso e spiazzato da quel gesto, soprattutto quando notò che Aitor si lasciava accarezzare le orecchie e i capelli senza lamentarsi o minacciarlo di morte. Anzi, si strusciava con il viso sulle sue mani e ogni tanto faceva le fusa. Non lo aveva mai visto così affettuoso e gli sembrava bellissimo poterlo finalmente coccolare in quel modo. Si chinò fino a sfiorargli un orecchio felino con il naso e sussurrò un "ti amo" con voce bassa e roca. Aitor emise un piccolo miagolio che il rosa interpretò come un "va a morire", ovvero "ti amo anch'io". Sorrise e gli lasciò un piccolo bacio su un orecchio, il quale ebbe un tremito scattando verso sinistra e poi destra, ma Aitor non si ribellò nemmeno questa volta. Gabi evitò di dire ad alta voce quanto fosse carino in versione gatto per non farlo scappare nuovamente, perciò continuò a coccolare il suo "nuovo micetto" per tutta la serata senza dire niente.
-Aitor, che ne dici se andiamo a dormire?- domandò dopo aver sbadigliato per la quarta volta. 
-No, mi annoio- 
-Che cosa ti andrebbe di fare?- 
-Non lo so- 
-Sei indisponente-
-Sei petulante-
-Sei un bambino capriccioso-
-Sei una mammina bisbetica-
-Poppante-
-Vecchio-
-Lattante-
-Artritico-
-Neonato-
-Polpetta-
-Immatu--"polpetta"?- 
-Non mi veniva in mente altro- 
Gabi scoppiò a ridere e l'altro si arrabbiò, mettendo il broncio e girandosi dall'altra parte.
-Era meglio se non venivo qui- borbottò offeso. Il rosa gli si avvicinò piano piano ed avvolse un braccio attorno alla vita del piú piccolo per attirarlo a sè. 
-Fai il bambino capriccioso?- gli chiese con voce canzonatoria. Aitor si divincolò dopo quella frase, borbottando i peggio insulti. Gabi ridacchiò e iniziò a dargli dei piccoli baci su tutto il viso, fermandosi poi sulle labbra. Il turchese si divincolò con piú forza ma smise subito quando il maggiore approfondì il bacio, sembrava quasi volesse risucchiargli l'anima direttamente dalle labbra. Aitor si sentì soffocare e biascicò un "Gabi" per farlo staccare e poter finalmente riossigenare i suoi poveri polmoni. Il rosa aveva le guance arrossate quanto il turchese, si guardavano negli occhi. 
-So come farti venire il sonno- mormorò maliziosamente, preparandosi a un altro graffio o un pugno. Invece Aitor si avvicinò con il viso al suo e gli passò velocemente la lingua sulle labbra come se fosse un gatto vero, miagolando sommessamente con sguardo provocante e magnetico. 
-Dovresti vedere la tua faccia, codini rosa- lo prese in giro con un ghigno sadico e divertito. Gabi fece una risatina ironica e si fiondò nuovamente sulle labbra del compagno come se respirasse solo baciandolo invece che l'esatto contrario. Le sue mani lo privarono velocemente degli indumenti e lo stesso fece Aitor, il desiderio piú che evidente nei loro gesti resi impazienti dalla cosiddetta "fase ormonale" che stavano attraversando. Gli ansimi di piacere che entrambi liberavano dalle labbra si disperdevano con un leggero eco in tutta la stanza. Aitor inarcò la schiena alla prima spinta decisa del compagno dritta al suo punto piú sensibile. Le ginocchia e i gomiti avevano ceduto sotto la forza che esercitava il rosa su di lui e adesso giaceva a gambe divaricate con il petto e il ventre piatto sul divano. Gabi si era sistemato in ginocchio dietro di lui, facendo passare le proprie gambe sotto quelle del turchese per allargargliele di piú. E tutto ciò veniva fatto solo per quella scossa violenta che li faceva piegare l'uno verso l'altro, quella scossa che liberava tutta la loro eccitazione e il loro desiderio, quella scossa che li induceva ogni volta a stringersi tra le braccia a vicenda e calmare i respiri assieme, i battiti dei loro cuori in perfetta sincronia. Attendevano entrambi quella scossa, fondendosi freneticamente con i corpi che slittavano fra loro resi scivolosi dal sudore, ansimando per prendere aria e gemendo sonoramente per il calore che aumentava sempre di piú dentro di loro. E quella scossa tanto cercata arrivò, saldandoli come metallo fuso. Aitor liberò un ultimo grido mentre il seme bollente di Gabi si riversava in lui, concedendogli quello che aveva tanto bramato e facendogli sporcare il divano. Il maggiore si chinò in avanti fino a stendersi sopra al compagno, puntellandosi coi gomiti per non pesargli troppo. 
-Ti amo- sussurrò ansimante e con voce arrocchita dalla stanchezza e dal rapporto appena avuto. Aitor si voltò a pancia in su e lo abbracciò, venendo subito stretto dalle braccia forti del compagno. 
-Lo so- mormorò piano cercando di calmare il respiro. Gabi sorrise e si sdraiò accanto a lui tirandoselo vicino. 
-Hai sonno?- 
-Certo che ho sonno, idiota- borbottò il minore suscitando una risatina divertita ma carica di amore e tenerezza nel rosa. Il maggiore lo prese in braccio e lo portò in camera. Si stese sotto le coperte tenendo stretto a se il minore.
-Allora buonanotte Aitor- disse Gabi dandogli un ultimo bacio prima di addormentarsi assieme a lui.

4 gatti e tanti disastriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora