12. Il festival delle azalee

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Colori. Tanti di quei colori da farti girare la testa. Gli stand, le bancarelle le strade i lampioni, le case e il palco dove annunceranno i vincitori delle varie gare, tutto un mare di fiori colorati.

Dal lilla dei fiori, alle tovaglie gialle dei tavoli degli assaggi.

Il sole splende alto, il cielo é di un limpido blu, la giornata perfetta per un giorno perfetto... e invece no.

Io e Julie ci torturiamo le mani, mentre avanziamo al tavolo della gara dei dolci.

<Salve, volete iscrivervi al concorso?>

Un omaccione tutto pancia ci squadra da sopra gli occhialini marroni. Ha un pancione enorme, i bottoni della camicia sembrano chiedere pietà, e ho paura che qualcuno possa cedere, e arrivarmi in pieno viso.

La sedia scriocchiola sotto il suo peso, e rivoli di sudore scendono dalla fronte, per perdersi nel doppio mento.

Una targhetta posta sopra la sua camicia dice "Donald", presumo sia il suo nome, distolgo lo sguardo, e appoggio le mani sulle spalle di Julie, avvicinandola appena al tavolo.

La piccola si volta a guardarmi e con un sorriso luminoso comincia ad iscriversi alla gara.

<Juliet Smith, vorrei iscrivermi alla gara di dolci>.

La ciambella umana solleva il suo sguardo annoiato.

<Data e Luogo di nascita>.

<Sono nata il 10 maggio 2007, a Wilmington>.

Mentre resto ad ascoltare distrattamente le domande e le risposte, mi guardo un po' intorno.

Il profumo dei fiori impregna l'aria, rendendola dolce e frizzantina.

Da lontano noto qualcuno salutarmi.

La riconosco solo quando si avvicina a me e Juliet.

La lunga coda bionda ondeggia a destra e a sinistra, mentre mi corre incontro. Il suo viso è pulito e luminoso, paragonabile ad un giorno d'estate, si apre in un sorriso sincero che non riesco a non ricambiare.

<Salve signorina Anderson! Che piacere vederla qui!>

Le sorrido ancora, e noto che si guarda intorno come facevo io, un attimo prima di vederla.

<Ciao Susan, perfavore fuori dall'ufficio sono solamente Didi>.

Sorride imbarazzata portandosi dietro l'orecchio una ciocca bionda sfuggita alla coda.

<Oh si si, certo mi scusi signori... Didi. Allora ti piace qui?!>

<Si, erano quindici anni che non venivo a questo festival, e devo dire che non é cambiato nulla>

Si guarda ancora intorno e annuisce alle mie parole.

<Si, è vero. Questa cittadina è molto legata alle sue tradizioni, e detto tra noi alle volte non so se sia un bene o un male>.

Se prima la ritenevo simpatica dopo queste parole, comincia ad adorarla.

<Lo penso anche io! L'ho pensato appena arrivata in città a dire il vero>.

Ridiamo insieme, nel mentre Julie si volta verso di noi con un biglietto sul petto che indica il nome e il numero inerenti alla gara di dolci.

<Lei è Juliet, una mia piccola amica>.

Juliet sorride e porge la sua piccola mano delicata.

<Piacere di conoscerti, io sono Susan, ti sei iscritta a qualche gara?>

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