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Mi dirigo nel mio ufficio e un po' spaesata lo osservo. È abbastanza grande, le pareti sono bianche e pulitissime, le porte sono in vetro e io amo questo genere di cose, sono molto eleganti. Sui muri ci sono dei dipinti veramente carini, ispirano tranquillità e me ne servirà molta. La scrivania è nera, e da un lato della stanza c'è un divano in pelle nero.
A sinistra c'è l'ufficio del signor Styles che al momento sta scrivendo delle cose al computer, devo ammettere che è un bell'uomo, ma non è per niente il mio tipo, non amo i piercing e i tatuaggi, ed è meglio così perché con un capo serve un rapporto professionale.

Il telefono squilla, e lo prendo subito, è sicuramente il signor Styles perché ha il telefono in mano.
«signorina mi porti un caffè grazie, le devo dare delle informazioni» dice per poi chiudere subito senza lasciarmi rispondere.

Rimetto il telefono al suo posto ed esco dall'ufficio, scendo al piano di sotto dove prima avevo visto una macchinetta del caffè.
Prendo l'ascensore e aspetto di arrivare al secondo piano. Esco e percorro il corridoio fino alla fine finché non arrivo alla macchinetta, inserisco i soldi e aspetto che si prepari il caffè.
Lo prendo cercando di non ustionarmi, e prendo l'ascensore di nuovo e busso alla porta dell'ufficio del signor Styles.

Entro e poggio il caffè sulla scrivania.
«si sieda» dice con cautela, e io faccio come dice.
«che deve dirmi signor Styles?» chiedo curiosa, spero solo che non voglia licenziarmi di già.
«oh mi dia del tu, la prego, mi chiami Harry»
«anche tu allora, chiamami Rose» dico con un grande sorriso, ma lui scuote la testa.
«volevo dirle che domani, oltre a fare un'ora in ogni settore che vi ho fatto vedere, dovrete fare 1 ora di prova con Niall nel settore scultura e inizierete a lavorare per 3 ore nel settore fotografia e moda» spiega lentamente per farmi capire meglio.
«va bene, e poi devo restare il pomeriggio fino a che ora?» chiedo.
«per fare la mia assistente deve restare fino alle 18 se per lei va bene» spiega mentre sorseggia il caffè, e poi continua a parlare.
«può andare» mi congeda, e io torno nel mio ufficio.

The photographer. [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora