Rabbia

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Rabbia

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Rabbia

Sono passati dei giorni da quel tragico evento, alla fine Sherlock ha presenziato al funerale di Mary. Guardava John da lontano, voleva abbracciarlo...fagli sentire la sua presenza, il suo dolore nell'aver perso un'amica a cui teneva veramente tanto. Ma lo sguardo di lui, carico di rabbia e dolore, lo rendeva inquieto.

Era tornato al Baker Street. Non aveva senso restare a casa di Molly anche se, senza rendersene conto, gli mancava il suo caffè la mattina appena sveglio ed il suo profumo alla vaniglia.

Con una mano, come per togliere una mosca dal viso, liberò questo pensiero dalla mente. Aveva un compito importante da svolgere, un caso molto difficile e delicato.

Non voleva far soffrire nessuno ma doveva arrivare nuovamente a drogarsi per raggiungere il suo scopo.

Ricordava ancora gli schiaffi di Molly sulla sua pelle ed il suo sguardo. E' cambiata molto da quando l'ha conosciuta. E' vero che il dolore e l'amore cambiano irreversibilmente le persone.

A lui non doveva succedere. Chiudeva tutto dentro di sè...non doveva farsi scalfire dai sentimenti..

Non poteva però fare a meno, quando assumeva la droga, di pensare allo sguardo ferito di Molly. Tutto per un dannato caso.

Non c'era più con la testa...il suo corpo ormai era l'involucro di un uomo disperato, portato all'estremo.

L'aveva contattata...ma non le dice come si sente, và dritto al punto. Le chiede espressamente di farsi trovare in un certo posto a due settimane da quella telefonata, con un'ambulanza.

Non le dice altro e lei come sempre si preoccupa...è strano nella voce, come quella volta in cui lo ha preso a schiaffi.

Ha paura Molly...paura che abbia ripreso a drogarsi.

Passano esattamente le due settimane. Quando arriva nel posto indicato...ciò che trova davanti a sè la traumatizza.

Sherlock...così bianco in viso, così disperato nello sguardo. Ha ripreso con le droghe e lei ne è distrutta.

Sale sull'ambulanza dopo di lui, si siede e lo guarda in viso.

- Smettila di fissarmi Molly...non ho bisogno dei tuoi schiaffi ora.

La rabbia le sale dentro ancora di più, mentre inizia ad esaminarlo.

- Hai sbagliato a lasciare Tim...

- Tom...- risponde in modo nervoso.

- Ah Tom...bravo ragazzo devo dire...diverso da me. Come vedi io non sono una brava persona.

La guarda fisso negli occhi.

- Smettila Sherlock...smettila con questi giochetti.

- Io non sto giocando, ti stai stressando per nulla. Io morirò e così finalmente tu ti rifarai una vita, come è successo dopo la caduta.

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