~Twenty-fourth~

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•Alessio's pov•

In questo momento non so se dover ringraziare Patrick o se doverlo ammazzare; vorrei fare sicuramente altro, tipo pensare a un modo per far soffrire quel croato, bulgaro, o quel che è. Ma non posso lasciare da sola Sabrina in una situazione del genere; non si merita di essere trattata in questo modo. E, se Patrick mi ha chiesto di andare da lei, vuol dire che non sta per niente bene. Spero di poterla aiutare, ma non sono bravo in queste situazioni.

<<Cuginettoo, so che vuoi tanto bene alla tua cuginetta preferita>> devo dire che mi è mancata in questi giorni. Tornare a casa e non trovarla è strano; ormai sono troppo abituato a vederla tutti i giorni.

<<Ali, non so cosa tu voglia ma sono di fretta. Patrick mi aspetta a casa sua>>

<<Patrick ti aspetta a casa sua o si aspetta che tu vada a casa di Sabri?>>

<<Tu come...>>

<<Mai lasciare il telefono sbloccato quando ci sono in casa io>>

<<Va beh, Ali ti voglio bene, non distruggermi casa, non maltrattare Rocco e...>>

<<Non ho due anni; ciao cuginetto>>

Mia cugina è fantastica; è stata fondamentale durante la mia crescita e lo è tutt'ora. Quando i miei zii hanno deciso di darle il permesso di seguirmi a Genova e poi a Milano, non potevano darmi notizia migliore. Sia i miei genitori che i miei zii sanno quanto lei sia importante per me e quanto io lo sia per lei. Siamo stati l'uno la forza dell'altra. Sarebbe stato strano non poterci più vedere con frequenza.

Ed è così, immerso completamente nei miei pensieri, che raggiungo il palazzo di Manuel e Sabrina. Ho paura a citofonare; lei si aspetta di trovare Patrick e non un ragazzo che ha appena conosciuto. Ma è il posto in cui vorrei essere.

Sto per citofonare quando una signora apre il portone. Ne approfitto per entrare e per salire fino all'ultimo piano. Non uso l'ascensore; ho troppa ansia. Voglio che il tempo passi il più lentamente possibile. Arrivo davanti al citofono ma non ho il coraggio di suonare; ma poi mi ricordo il motivo per cui sono qui e mi faccio coraggio.

•Sabrina's pov•

Drin drin

Dovrebbe essere arrivato Patrick. Menomale perché non ce la facevo più a stare da sola. Ho bisogno qualcuno con cui parlare e che mi faccia scordare anche solo per poco di Donovan.

<<Ciao Patri... ALESSIO?!>>

<<Ehm, ciao Sabri. So che ti aspettavi Patrick, ma c'è stato un piccolo cambio di programma. Spero che non ti dispiaccia>>

<<Nono, tranquillo. Vieni, entra pure>>

Non so cosa mi spinga a buttarmi tra le sue braccia e a scoppiare a piangere dopo aver chiuso la porta. Ma so che non c'è nessun altro posto in cui vorrei stare. E lui mi tiene stretta a sé, come se avesse paura che, lasciandomi andare, io possa crollare definitivamente. E, a dire la verità, sarebbe sicuramente così.

<<Ehi ehi, shh, calmati Sabri. Stai tranquilla, ora ci sono io e non ti lascio. Piangi, sfogati, fai quello che vuoi ma poi devi farmi un bel sorriso>> "il sorriso del quale mi sto innamorando" vorrei aggiungere, ma non mi sembra il caso.

<<I-io.. Ale, non riesco a calmarmi. Non riesco a capire cosa ho fatto per meritarmi il tradimento da parte sua. Sono sempre stata fedele, non ho mai messo in dubbio la sua fedeltà e ho sbagliato. Come al solito i buoni rimangono fottuti... e non so come ringraziarti. Ci sei; ci sei ancora una volta per me. E scusami se ti ho bagnato tutta la felpa. Te ne vado a prend...>>

<<Fermati! La felpa è il meno, me la posso anche togliere dopo. A me importa che tu stia bene. Fammi un bel sorriso e iniziamo la nostra serata>>

E la serata sembra passare in un attimo; partite a Fifa, lotte con i cuscini, solletico, risate. Non chiedo nient'altro.

<<Ma qui manca poco meno di cinque minuti al tuo compleanno eh>>

<<Shh, non ricordarmelo. Gente sconosciuta che mi fa gli auguri di compleanno perché "oddio, guarda quella. Sai chi è? La gemella di Locatelli, il centrocampista del Milan". Oppure si fa viva gente che non sento da mesi>>

<<Credo di poterti capire. Ma non mi interessa. Il mio compleanno lo passerò con i miei amici; a me importa questo. E dovrebbe importare anche a te solo questo.>>

<<Ale, mi conosci ormai. Sai che darò sempre peso a questa cosa. Sono cos...>>

<<Shh, zitta per trenta secondi>> e, mentre lo dice, mi mette un dito sulle labbra.

Sono come immobilizzata; non so cosa fare, non so come muovermi. Aspetto che faccia lui la prima mossa. Ale, successivamente, sposta il dito dalle mie labbra a sotto il mio mento per farmi alzare lo sguardo verso di lui.

<<Auguri, mio piccolo pinguino>> sussurra, lasciandomi un soffice bacio sulla fronte e incatenando il suo sguardo nel mio. Non credo di poter resistere a lungo in questa posizione; so di poter crollare. Ed è proprio quando mi decido a interrompere questo gioco di sguardi che il ragazzo davanti a me sposta il suo sguardo sulle mie labbra. Inutile dire che il mio va a finire automaticamente sulle sue labbra. A interrompere questa situazione è il suono del mio cellulare, che mi avvisa di una chiamata in arrivo. Il cellulare è dietro ad Ale; non riesco a vedere chi sia.

<<Sabri, "Bro🖤👶🏻" è tuo fratello, giusto?>>

<<Sii ahah. Grazie Ale>>

<<AUGURI TWIIIN>> sono costretta a staccare il telefono dall'orecchio perché quel cretino di mio fratello mi avrebbe spaccato un timpano altrimenti.

<<Auguri pure a te, gemello uscito male>>

<<Gne gne, ci vediamo più tardi>> mio fratello conclude così la chiamata, senza darmi neanche il tempo di replicare.

<<Ale, che ne dici di guardarci un film?>>

<<Direi di si. Posso chiederti se mi presti una tuta di tuo fratello? Scusa, ma con i jeans sono un po' scomodo.>>

<<Vieni vieni, tanto non si offende>>

<<Grazie mille; mi cambio in poco tempo. Arrivo subito>>

Prendo il computer e mi metto a letto; ho deciso di spegnere il telefono perché stava già iniziando a vibrare troppo per i miei gusti. Sono completamente immersa nei miei pensieri che non sento neanche arrivare Ale in camera; mi accorgo della sua presenza quando sento il letto piegarsi sotto il peso di qualcuno.

<<Ti va di vedere La La Land?>>

<<Per me va benissimo; deve scegliere la festeggiata d'altra parte>>

<<Vada per La La Land; vero che mi ospiti tra le tue braccia e non fai il difensore scassapalle?>>

<<Dillo che hai freddo>>

<<Ma smettila e arrangiati; mi appoggio al cuscino>>

<<Cucciola lei che si è offesa>>

<<Ah ah ah, che simpatico. Ora zitto che voglio vedere il film>>

Siamo più o meno a metà film quando vedo sul desktop del computer tre notifiche di instagram: "locamanuel73 ti ha taggato in un post" "mt.conti ti ha taggato in un post" "alessioromagnoli46 ti ha taggato in un post"

~Instagram~ Alessio RomagnoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora