3. Flashback

17 2 0
                                    

Non sento nessun rumore. Nessuno sta parlando e niente si sta muovendo. Vedo solo tutto buio, nessun colore e nessuna immagine. Non riesco a muovermi. È come se qualcosa mi bloccasse e sento che sono stesa a terra.

Dopo qualche minuto di sforzo, finalmente, riesco ad alzarmi, e, ad un tratto, vedo tutto bianco. Sto camminando sopra al vuoto, praticamente. Non sento ancora nessun rumore o voce. Cammino per un pó finchè non inizia a girarmi la testa. Il mio dolore aumenta sempre di piú e sento delle fitte fortissime che mi fanno svenire di nuovo.

Quando riapro gli occhi, mi ritrovo in una stanza enorme: sono sopra ad un grandissimo divano rosso, davanti a me c'è un piccolo set da cucina per bambini, un comodino pieno di foto di una famiglia e, guardando in alto, vedo un bellissimo lampadario pieno di cristalli argentati che illumina la camera. Mi giro e noto una piccola tavola blu apparecchiata ordinatamente, le sedie sono viola e sopra ad una di esse c'è un seggiolone. Questa stanza deve essere un salotto, ed è anche molto bello...adesso che ci penso, mi è piuttosto familiare...

Provo ad alzarmi ma mi accorgo che le mie gambe sono corte come quelle di un neonato, pure le mie braccia, e non posso mettermi in piedi perchè sono troppo piccola. Noto che accanto al comodino c'è un enorme specchio rettangolare e cosí gattono fino a lí per vedermi. Ommamma! Ma sono davvero una neonata! Sono piccolissima, ho la testa calva, due grandi occhi azzurri e devo ammettere che sono davvero cicciotta!

Ma cos'è successo? Perchè sono tornata bambina? E perchè mi trovo qui?

Prima che potessi cercare di capire cosa mi è successo, sento dei passi che scendono le scale e, sbirciando,noto una donna abbastanza giovane, sulla ventina d'anni, con dei capelli lunghi fino a metà schiena castani, due occhi bellissimi azzurri come il mare, un viso angelico ed un vestitino abbastanza corto e semplice.

-"Ciao amore mio, cosa fai? Giochi con le bambole? "-

Mi girai dalla parte opposta del divano e solo ora mi accorsi che c'erano delle bamboline di plastica accanto a me.

Stavo per rispondergli "Mi scusi, ma sono una donna di 60 anni e ormai non gioco piú con le bambole!" ma non riuscii a dirlo che la mie corde vocali potevano solo farmi ridere, piangere o a malapena dire qualche parola. Cosí mi limitai a sorridere e subito dopo lei mi prese in braccio e mi coccoló come se fossi sua figlia.

-"Rosy, tra quanto devo andare a prendere Lucas dagli allenamenti? "- sentii questa voce che richiamó l'attenzione della donna. Rosy. Questa donna che mi teneva tra le sue braccia coccolandomi si chiamava come mia mamma.

-"Tra 10 minuti devi essere là"- le rispose lei in tono dolce.

-"Ok,allora tra 2 minuti vado a prenderlo! "- disse di nuovo lui, scendendo le scale e dando un dolce bacio sulla guancia a sua moglie.

-"Intanto io finisco di preparare la cena"- disse poi Rosy.

-"Se vuoi posso portarmi Anna, per non rischiare che combini un disastro mentre tu sei in cucina"- chiese lui in tono gentile. Appena sentí pronunciare il mio nome, mi voltai e scrutai bene l'uomo che avevo davanti. Era davvero bello. Aveva anche lui, molto probabilmente, una ventina d'anni, biondo con degli occhi scuri come la pece e in fisico alto e muscoloso.

-"Certo, credo che al nostro piccolo Lucas faccia piacere vedere la sua sorellina dopo 2 ore fuori casa a giocare a calcio"- rispose lei allegramente.

Lucas. Quel nome mi era fin troppo familiare...e non ci misi molto a capire che si trattava di mio fratello. Il mio fratellone. Anche lui, come mio marito Giuseppe, è morto per un cancro al polmone a soli 18 anni. Io avevo 12 anni quando morí, e per anni me ne stavo chiusa in camera piangendo a dirotto, fregandomene dei miei amici e della scuola...stavo malissimo, appena lo sentivo nominare o ascoltavo una canzone che mi ricordava lui, non riuscivo a trattenermi dal piangere e sfogavo la mia rabbia spaccando tutti i ricordi che avevo di lui...mi facevano solo stare male.

Dopo neanche 2 minuti, io e l'uomo partimmo in auto per andare a prendere Lucas dagli allenamenti.

Appena arrivati, notai che ci trovavamo nel centro della città di Roma, dove lí vicino si trovava un piccolo campo da calcio dove 8 bambini, di tipo 6-7 anni, stavano giocando sotto lo sguardo attento dell'arbitro, un uomo alto, magro e moro che ogni tanto richiamava la loro attenzione usando il fischietto.

L'uomo, che non avevo ancora capito chi fosse, fermó la macchina, scese dall'auto e venne a slacciarmi la cintura per poi prendermi in braccio, chiudere la macchina e camminare verso il campo da calcio.

Appena fummo abbstanza vicini da farci notare dai bambini che giocavano, uno in particolare smise di giocare e fissó, sorridendo, l'uomo che mi teneva in braccio.

-"Ciao papà! "- disse il bambino.

-"Ciao Lucas, come vanno gli allenamenti? "- chiese il padre.

Mentre parlavano tra di loro di calcio, ripensai alla situazione: sono svenuta (non mi ricordo il perchè), poi mi sono risvegliata come bambina di tipo 2 anni ritrovandomi in un salotto di una casa che mi è familiare, poi ho visto mia madre giovane, sono in braccio a mio padre che era morto di vecchiaia e ho davanti mio fratello Lucas, morto 48 anni fa. Ma cosa sta succedendo? Sono tornata indietro nel tempo?

-"Ok, adesso vado a dire al coach che sei venuto a prendermi cosí possiamo tornare a casa"- disse Lucas sorridendo. Poi mi mandó una rapida occhiata e sorrise. Stavo quasi per piangere, vedere mio fratello dopo cosí tanti anni essendo tornata indietro nel tempo mi sembrava un sogno. Non sapevo se piangere per la felicità o per la tristezza.

-"A domani Mario! "- disse mio padre, salutando l'allenatore prima di tornare alla macchina con me in braccio e Lucas che gli teneva la mano.

-"Papà, cos'ha preparato la mamma per cena? "- chiese Lucas dopo attimi di silenzio.

-"Lasagne al forno, il tuo piatto preferito! "- rispose il padre con un sorriso a trentadue denti.

-"Evviva! Sono davvero affamato! "-

Dopo essere entrati in casa, si sentí un profumo delizioso che attiró molto la nostra attenzione. Io lo riconobbi troppo bene quel profumo, era evidente che la mamma aveva preparato le lasagne. Le amo troppo!

Dopo avermi allacciata al seggiolone sulla sedia, tutti si misero a sedere per iniziare a mangiare ed era evidente che io stavo morendo di fame.

La mamma Rosy inizió a tagliare le lasagne in grandi fette, mettendone poi un pezzo nel piatto di Lucas, poi nel piatto del papà ed infine nel suo. Rimasi delusa quando vidi che a me, invece delle lasagne, avevano dato un piatto microscopico con della pappina verde all'interno. Sembrava disgustosa!

La mamma notó subito che non volevo mangiarla, cosí prese il cucchiaino e cercó di imboccarmi, ma prima che potesse farlo feci la prima cosa che mi venne in mente: mi misi a piangere. Non mi vergognavo di farlo, dopotutto ero solo una bambina di 2 anni, quindi non era strano se piangevo per una cosa cosí stupida.

-"Oh no, amore non piangere...dai vieni qua! "- disse la mamma, dopodichè mi prese in braccio e mi portò in una camera piena di giocattoli, un armadio rosa con degli stickers e una culla al centro della stanza. Mi mise dentro la culla e inizió a cantarmi la ninna nanna dondolando delicatamente la culla, mentre io mi beavo di quel momento.

Pensandoci, infondo, non era cosí male essere tornata indietro nel tempo, ero di nuova una bambina e potevo godermi questi anni di coccole, casa e tranquillità, senza preoccuparmi di nulla.

Dopo neanche 5 minuti mi addormentai, la mamma lo notó, spense la luce della mia cameretta e chiuse la porta, lasciandomi dormire in pace. Quella sarebbe stata una lunga notte; e chissà cosa succederà domani...!

ANGOLO AUTRICE:

Ehy ragazzi! Allora, vi è piaciuto questo capitolo?

Cosa ne pensate di quello che è successo ad Anna?😮

E cosa succederà nei prossimi giorni, rivivendo i ricordi passati con la sua famiglia?❤

Commentate per chiedermi qualsiasi cosa o per dirmi il vostro parere...al prossimo capitolo!😄

Flash back🔥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora