Capitolo 13

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Eddie'spov

Non vidi Richie per tutto il resto della giornata. Rimasi in camera sua ad aspettarlo sul letto violando persino il coprifuoco. Ciò che mi preoccupava era se non avesse il coraggio di tornare a casa mia o semplicemente non volesse vedermi più. Almeno tornerà qui in questo posto, questa stanza gli ricorderà quello che è successo ore fa? Dove sarà adesso? Non lo andrò a cercare per il semplice motivo che non saprei cosa dirgli. Anche se arrivassi lì, davanti a lui, faccia a faccia, probabilmente scoppierei in lacrime.
Mi dispiace...
Disse così. È dispiaciuto per avermi baciato.
Stai sognando, Eddie. Cosa pensavi? Che tu e Richie avreste vissuto una vita insieme tranquilli e beati?
Alle volte mi stupisco di me stesso per certi pensieri.

Decisi di scendere al piano di sotto. Agli estremi del soggiorno stetti per inciampare su qualcosa: una sedia. Un colpo doloroso e astratto mi colpì al petto provocando le lacrime che minacciavano di rotolare sulle guance. Vedere la sedia decorata da noi per terra mi provocò tanto di quel dolore che mi accasciai a terra e permisi alla sofferenza di sopraffarmi. Presi a singhiozzare e lasciai che le lacrime scendessero fino ad assaggiare il loro sapore salato agli angoli della bocca dove c'era ancora il tocco seducente e morbido di Richie. Quel tocco che probabilmente farà solo parte delle mie fantasie più profonde d'ora in poi.

Alzai il capo dalle ginocchia. Gli occhi gonfi e rossi caddero su una piccola radio su un tavolino accanto a me. Accesi la radio per cercare di distrarmi o perlomeno sentire qualcos'altro oltre al mio pianto interminabile. Scoprii che la radio in realtà leggeva solo cassette e partì automaticamente una canzone. All'inizio a scatti e dopo più chiaramente riuscivo a sentire il testo del brano.

Non ci credo
Mi ripetei più volte nella testa.
Era la canzone che ballavamo io e Richie come due stupidi. Ricordo quando l'abbiamo sentita insieme per la prima volta. Eravamo al supermarket e udimmo la canzone nello stesso momento. Cominciai a canticchiarla e presto Richie unì il ritmo per poi sorridere. Ci guardammo e ci indicammo a vicenda cantando più forte la canzone e al ritornello facevamo come matti.

Sorrisi tra le lacrime a quel ricordo. Almeno questo non andrà mai perduto.

Rimasi ad aspettare Richie per un'altra ora, un'altra e poi un'altra ancora nella speranza che entrasse da un momento all'altro, mi dicesse che mi vuole ancora bene e che mi abbracciasse forte. Ingenuo come sono mi feci sopraffare un'altra volta dalle mie fantasie continuando a mentire a me stesso. Richie non sarebbe più tornato.

Uscii da casa Tozier chiudendo accuratamente la porta. Presi la bici e mi diressi a casa mia. Trovai mia madre in cucina.
"Eddie Kaspbrak, hai idea di che ora sia?!" Strillò la donna.
Non le risposi. Entrai in camera sbattendo la porta. Indossai il pigiama che comprendeva dei pantaloni leggeri ed una canottiera bianca. Andai in bagno e mi sciacquai il viso per poi passare le dita attraverso i ciuffi castani. Mi guardai allo specchio per un momento.

Quando è iniziato tutto questo? È cominciato che nemmeno me ne sono accorto ed è già finito.

Che peccato lavarmi i denti
Pensai mentre lavavo via il sapore di Richie dalla mia bocca.

Prima che potessi infilarmi sotto le lenzuola mia madre bussò alla porta.
"Eddie caro, vuoi mangiare qualcosa?" Domandò.
Non risposi. Mi infilai velocemente sotto le lenzuola e mi sdraiai sul fianco guardando la parete.
"Eddie..." la porta cigolò e udii i passi pesanti premere sul pavimento.
Sentii mia madre guardarmi e pensando che stessi dormendo girò i tacchi e uscii chiudendo la porta.

Mi addormentai sul serio stanco di tutto quel pomeriggio e consumato dal pianto. Per un po' restai calmo e tranquillo. Come se nulla fosse successo, ma riaprii gli occhi di botto quando avvertii il letto abbassarsi da una parte. Non mi voltai. Continuai a far finta di dormire.
"Mi dispiace, Eddie" sussurrò Richie al mio orecchio per poi sdraiarsi accanto a me. Una lacrima rigò il mio volto, ma volevo smetterla di piangere. Non volevo farlo ancora.

Richie restò accanto a me tutta la notte ed io non potei permettermi di sfiorarlo nemmeno mezza volta e nemmeno per sbaglio.
Almeno è tornato
Pensai.
Cos'è che l'ha spinto a tornare e a non lasciarmi?
Mi chiesi più volte.
Il ragazzo rese la mia notte più irrequieta. I pensieri peggiori mi perseguitarono pure la notte.

Quando mi risvegliai non trovai più Richie accanto a me.
Non posso averlo sognato.
Pensai. Potrebbe essere possibile. Ho sognato Richie che ritornava e mi sussurrava all'orecchio.

Mi lavai e mi vestii per poi scendere di fretta le scale e afferrare un pancake.
"Ci vediamo dopo, mamma!" Gridai e chiusi la porta principale alle mie spalle.
Afferrai il manubrio della bici e vi ci montai sopra. Pedali più veloce che potevo verso la casa di Bill.
Appena arrivato bussai tre volte alla sua porta. Mi aprii lui.
"E-Eddie" balbettò incredulo.
"Bill!" Scoppiai in lacrime e gli buttai le braccia al collo singhiozzando sul suo petto.
"V-vieni e-entra" Disse il ragazzo accarezzandomi la chioma.
Ci sedemmo sul divano.
"C-cosa è ssss-successo?"
Inspirai rumorosamente.
"Vedi, Bill... c'è..." Non fui interrotto solo dai singhiozzi, ma da un altro pensiero.

Non potevo di certo dirgli che si trattava di Richie.

"C'è..." ansimai.
"C'è...?" Ripetè Bill.
"U-una ragazza. Ci siamo baciati, maaa lei è scappata via subito dopo dicendo che le dispiaceva" spiegò singhiozzando.
"M-magari è sss-olo co-confusa, Eddie. Dalle t-tempo" suggerì l'amico accarezzandomi la schiena.
"Ma Bill, io lo amo!" Dissi riprendendo a piangere a dirotto e appoggiando la testa sulla spalla di Bill. Quest'ultimo mi abbracciò affettuosamente.
"Io voglio che ritorni, Bill!" Continuai piangendo più rumorosamente.
Bill mi strinse più forte appoggiando il mento sulla mia testa.

Bill'spov

Abbracciai più forte Eddie adagiandogli frequenti pacche leggere sulla schiena. Mentre lui continuava a piangere e a dire che voleva indietro il suo amore pensai alla frase precedente.
'Io lo amo'
Lo...
Lo amo...
Al maschile? Di solito Eddie non commette errori grammaticali nemmeno per distrazione, ma forse potrebbe accadere per la stanchezza...

Chiunque questo o questa sia... l'ha fatto crollare.





Sto sclerando troppo per una foto mandata in un gruppo

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SEMBRANO
LORO
CAZZO.
È il secondo capitolo del giorno, ma solo perché erano già scritti da tempo. Preparatevi alla mia assenza perenne prima del prossimo aggiornamento :).






























Ahah scherzo. Cercherò di postare il prima possibile, ma vi ricordò che ho anche le altre storie da mandare avanti, le page, gli studi e la mia vita sociale (pfff seh) .

we're just LOVERS ||REDDIE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora