Song of the chapter: Ultimo - Il capolavoro
Le prime ore sono state abbastanza tranquille e devo dire che sono anche passate velocemente. Ho appena ricevuto un messaggio da parte di Lara, mi ha detto che è stata assunta come commessa in un negozio di giocattoli. Non ho potuto fare a meno di sorridere al pensiero di una Lara che saltella a destra e a sinistra per la felicitá, sono passati soltanto due giorni dall'ultima volta che l'ho vista e devo dire che già mi manca.
Lara è la mia migliore amica fin da quando ero bambina, ci siamo conosciute ad una festa di compleanno e dopo aver scoperto di vivere nello stesso condominio non ci siamo più lasciate. Senza di lei la mia vita non é più la stessa, tutto è monotono e senza senso.
"Tu cosa ne pensi?" ad irrompere nei miei pensieri è la voce di Sidney. La guardo confusa e lei alza gli occhi al cielo. "Mi stai ascoltando?" scuoto la testa e lei incrocia le braccia al petto. "Lascia stare." mi da una pacca sulla spalla e soffoca una risata.
"Adesso devo andare, Cameron mi stará aspettando." annuisce e metto il mio zaino sulle spalle.
"Buona fortuna." dice, con un tono di voce rassicurante.
"Grazie." sorrido ed esco fuori dall'aula. Se non mi sbaglio Cameron aveva detto di incontrarci davanti al distributore di merendine, devo solo ricordarmi dove si trova e poi è fatta. Comincio ad attraversare l'immenso corridoio davanti a me, fin quando dei passi alle mie spalle mi fanno voltare. "C'è nessuno?" dico, mentre le mie mani diventano sempre più gelide e sudate. "Se è uno scherzo, non è affatto divertente." non ricevo alcuna risposta e con il cuore in mano torno per la mia strada. Sará stata soltanto una mia impressione, forse è arrivato il momento di smetterla con gli horror. Svolto a destra e ricomincio a sentire quei dannati passi, questa volta più vicini e veloci. L'ansia sale e provo a cercare anche solo una minima parte di coraggio per farmi avanti. "Adesso basta, è meglio per te se esci fuori." chiudo gli occhi e mi volto il più lentamente possibile.~Cameron~
È da qualche minuto che sto cercando di mettere paura a Rose, infastidirla è una delle cose che mi riesce meglio, devo sfruttare questa dote.
Per adesso sono dietro di lei, potrei dire di sentire il suo cuore battere all'impazzata.
"Adesso basta, è meglio per te se esci fuori." esclama con voce tremante, mentre la vedo girarsi verso di me. Mi avvicino sempre di più e prima che potesse aprire gli occhi lancio un urlo.
Si porta una mano sul petto e salta sul posto per lo spavento. "Ma cosa ti passa per la testa?" comincia, cercando di rielaborare quello che è appena successo. "Ma sei fuori di testa?" mi rivolge uno sguardo fulminante e cerca di calmarsi facendo dei lunghi respiri.
"Questo è per il calcio alle mie povere parti basse." comincio a ridere e con la coda dell'occhio le vedo alzare il dito medio. Al solito.
Sta per dire qualcosa, ma si ritrae e torna seria. "Senti Cameron, volevo chiederti scusa per oggi, a volte la mia curiositá supera ogni limi-" prova a scusarsi ma io la interrompo.
"Va tutto bene, è anche colpa mia." ammetto, guardandola dritta negli occhi. "È solo che per me quell'argomento è molto delicato, non mi attira il fatto di doverne parlare con qualcuno." continuo, cercando di ricompormi. Mi sono accorto di essere stato troppo duro nei suoi confronti, dovevo rivolgermi diversamente a lei.
"Quindi tutto risolto?" chiede, aspettando una mia risposta.
"Tutto risolto." sorrido.~Rose~
Sono felice che tutto si sia sistemato, anche se non ci conosciamo molto devo dire che i nostri battibecchi mi sarebbero mancati.
"Adesso andiamo?" scuote la testa e si accascia sul pavimento.
"Ma andiamo dove? Avrai tempo per visitare la scuola, siediti qui." mi fa un po' di spazio e prendo posto al suo fianco.
"E se ci beccano?" dico, facendogli alzare gli occhi al cielo. "Sappi che darò la colpa a te." apre la bocca come se fosse sul punto di dire qualcosa, ma viene interrotto dal suo iPhone che comincia a squillare. "Scusami, devo rispondere." tira fuori il telefono dalla tasca dei jeans e risponde alla chiamata.
Lo sento farfugliare qualcosa mentre gioca distrattamente con un anello al dito e mi soffermo a guardarlo. Non avevo fatto caso ai suoi innumerevoli tatuaggi, mi piacerebbe guardarli più attentamente e magari conoscere il loro significato. Anche se mi affascinano molto non ho mai avuto il coraggio di farne uno, il solo pensiero della mia pelle bucata da un ago mi mette terrore.
"So di essere eccitante, ma adesso smettila di guardarmi." mette l'iPhone al suo posto e appoggia la schiena al muro.
"Non stavo guardando te, stavo guardando i tuoi tatuaggi." dico con tono ovvio.
"Ti piacciono?" mi mostra le sue braccia perfettamente ricoperte d'inchiostro e sorride.
"Molto." annuisco e sfioro la sua pelle marchiata con le dita.
"Anch'io ne vorrei uno." aggiungo, con occhi sognanti.
"Allora domani sará un grande giorno." esclama, facendomi aggrontare le sopracciglia.
"Veramente non ho nulla in programma per domani." gli rivolgo uno sguardo confuso e lui in risposta alza gli occhi al cielo.
"Rose, domani ti porto a fare il tuo primo tatuaggio." scuoto la testa in segno di disapprovazione e lui mi contraddice annuendo. "Anche se soffri un po' ne vale la pena, magari potresti cominciare scegliendo un piccolo disegno." dice, cercando di farmi cambiare idea. "Anch'io ho fatto così." aggiunge, indicando una piccola croce sulla mano.
"Lo faccio solo se dopo mi porti da Starbucks." faccio una faccia da cucciolo e lui sbuffa.
"Va bene, ma non ti ci abituare." sussurro un flebile 'grazie' e sorrido compiaciuta.
"Vieni, voglio farti vedere una cosa." si alza dal suo posto e mi aiuta a fare lo stesso.
"Che tipo di cosa?" comincio, dando una sistemata alla mia maglia leggermente spiegazzata.
"Seguimi e lo scoprirai." mi prende per mano ed entriamo all'interno di una stanza poco più avanti. "Saliamo." dice, indicando una scala a chiocciola davanti a noi. Annuisco e arriviamo sul tetto dell'edificio.
Il mondo sembra diverso da qui, riesco a vedere tutto quello che sta accadendo laggiù.
Noto anche le più insignificanti sfumature, sembra tutto perfetto. È più facile osservare quando non puoi essere vista. Nessuno deve preoccuparsi di fingere, di sorridere, di essere se stesso.
È affascinante.
"Adoro questo posto, quasi tutte le mie canzoni sono state composte su questo tetto." comincia Cameron, irrompendo nei miei pensieri. "Mi capita spesso di venire qui, soprattutto quando non ho alcuna voglia di assistere alle lezioni." infila la mano nella tasca dei suoi jeans ed estrae un pacchetto di Marlboro.
"Scrivi canzoni? Sono sorpresa." lo sono per davvero, non pensavo che un ragazzo come lui potesse dedicarsi a questo genere di cose.
"Cara, mi sottovaluti." si porta la mano che impugna l'accendino alle labbra, dove la sigaretta che tiene tra i denti aspetta solo di essere accesa. La fiamma scatta, il tabacco si incendia e subito l'odore tipico della sigaretta si diffonde nell'aria.
"Scrivo canzoni da quand'ero bambino, è sempre stata la mia passione." aspira prondamente il fumo e dopo qualche secondo lo rigetta fuori.
"Sarei felice di leggere i tuoi testi, sono proprio curiosa." sorrido e passo una mano tra i miei capelli, leggermenti annodati per via del vento.
"Non penso accadrá, li reputo fin troppo personali." scuote la testa e i capelli biondi cadono sulla sua fronte in modo disordinato.
"Come sei noioso." alzo gli occhi al cielo e lui ridacchia.-----------------------------
⚠Scusate gli eventuali errori, questo capitolo è ancora in revisione.⚠
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Baby, you made me lose my head
Romance#511 in storie d'amore 10/04/17 Ci innamoriamo di chi è in grado di tenerci testa, di chi ci sfida, di chi non cede. Ci innamoriamo delle situazioni complicate, delle persone complicate e delle parole complicate. Ci innamoriamo delle persone che es...