Jaden Wigmore

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Ormai sono passati mesi da quando Summer ha preso parte al mio gruppo di malviventi. Abbiamo rapinato numerosissime banche senza esserci fatti beccare e stiamo seminando il terrore per tutta Londra. Tutto va alla perfezione e i miei ragazzi stanno diventando sempre più fedeli al sottoscritto.
Non avrei mai pensato di arrivare a tanto.

《Ehy, Murdoc.》. Ad un tratto, la voce di Summer mi fa tornare coi piedi per terra. Mi volto in direzione della ragazza continuando a tenere la sigaretta in bocca. Sono le otto di sera e io sono fuori dal balcone di casa, mi sto rilassando dopo aver fatto la grande irruzione oggi, in una gioielleria.
《Sono riuscita ad avere la piantina del sistema d'allarme della banca centrale.》continua la ragazza. Io rimango a guardarla sbalordito: indossa un vestito nero lungo fino alle ginocchia, molto attillato che mette in risalto molto bene le sue curve. 《Ottimo. Brava.》dico mentre ritorno a guardare i palazzi male illuminati del nostro quartiere periferico. 《Ehi, tutto bene capo?》mi chiede Summer avvicinandosi a me.
《Oh si si... tutto bene... sono solamente un po' stanco...》dico continuando ad aspirare dal filtro della mia sigaretta. 《Allora, lo vuoi sapere o no?》la domanda della ragazza mi fa rimanere perplesso. 《Di che stai parlando..?》le chiedo continuando a guardare il panorama inquinato davanti a me. 《Avanti... è da quando sono entrata in questa gang che non mi hai mai chiesto qualcosa sul mio potere o su di me... Non vuoi sapere il mio passato?》la domanda della ragazza mi lascia senza parole. In effetti ho sempre voluto conoscere il suo passato ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo. 《Beh, un gentiluomo non pone mai certe domande a belle ragazze come te, ma se ci tieni tanto a raccontarmelo, dimmi pure tutto, ti ascolto.》dico mentre mi appoggio con la schiena contro la ringhiera del balcone, spegnendo la sigaretta ormai arrivata al filtro. Summer mi guarda con espressione confusa. 《Ok, allora iniziamo subito col dire che io in realtà non mi chiamo Summer.》dice la ragazza incrociando le braccia. Io la guardo con occhi increduli. 《E quindi il tuo vero nome quale sarebbe..?》le chiedo mentre mi accendo un'altra sigaretta. 《Jaden, Jaden Wigmore.》risponde la rossa. 《Beh, questo significa che hai infranto una delle mie regole, giovincella cara. Mai mentire al capo.》dico mentre mi avvicino al suo viso della ragazza. Quest'ultima arrossisce leggermente. Mentre la fisso in quelle sue pupille nere contornate da un cerchio cristallino, sorrido maliziosamente. 《Ma per tutto quello che hai fatto per me, ti perdono.》le dico mentre la sorpasso per andare in cucina per prendere un paio di birre. Summer rimane impalata restando sul balcone di casa. Ritornando da lei, le porgo una bottiglia. 《C'è qualcos'altro che devo sapere? Magari che in realtà non sei una ragazza ma un travestito che mi vuole rapinare alle spalle?》dico con tono scherzoso mentre apro con i denti la bottiglia di vetro. Summer mi guarda e, scossando la testa, mi risponde:《Ma no! Ho cambiato il nome molto tempo fa... appena nata mi diedero quel nome, "Jaden", solo perché mio nonno si chiamava Jhon e, non avendo avuto un primo genito maschio, hanno cambiato il nome da Jhon a Jaden. La "J" c'è sempre ma io odiavo mio nonno, per non parlare dei miei. Mi hanno lasciato da sola per un sacco di anni. Mi hanno venduto ad un dottore psicopatico che faceva continuamente degli esperimenti su di me, solo perchè ai miei faceva comosdo avere dei soldi al posto di una ragazzina inutile. Questo "dottore" faceva di continuo, esperimenti su di me. Sai, una bambina con un potere del genere non è roba comune.》la ragazza continua a parlarmi tra un sorso di birra e un altro. Io la continuo ad ascoltare con attenzione.
《Sono scappata da quel vecchiaccio solo una volta riuscita a controllare il mio potere...  gli ho fatto schizzare il cervello a quel bastardo!》percepisco nel tono di Summer una punta di rancore e di rabbia ma ad un certo punto, i suoi capelli iniziano a colorarsi di nero. 《Hey, Sum. Non ti devi innervosire, ormai è finita. Ora sei qui. Questo è il tuo posto.
Calmati adesso.》le dico mentre le appoggio una mano sulla spalla. La ragazza guarda prima la mia mano poi i miei occhi. Sul viso le si forma un sorriso quasi imbarazzato, timido. 《Già, scusa Murdoc. Tutte le volte che ci penso mi verrebbe voglia di ucciderlo un'altra volta, quel porco.》continua Summer, stringendo forte la bottiglia di vetro tra le sue mani pallide. 《E dopo cos'è successo?》le chiedo cercando di farla tranquillizzare. 《In pratica, sono riuscita a trovarmi un lavoro e con i soldi dello stipendio, ho trovato un appartamento in periferia non troppo lontano da dove lavoravo prima di venire qui. Insomma, mi ero riuscita a fare una vita nuova, senza più esperimenti sulla mia pelle ogni singolo giorno. Ma tutta quella serenità ebbe un prezzo: la polizia venne a sapere di quello che avevo fatto al dottore e iniziarono a cercarmi. Non sapevo che fare e in più i proprietari di casa mi cacciarano, una volta venuti a sapere di quello che avevo fatto. Non avevo più un posto dove stare e così chiesi ad un mio amico di ospitarmi a casa sua per un po', giusto il tempo di trovare un'altra sistemazione. Ma quel mio "amico" non era una persona affidabile. Infatti, i poliziotti bussarono alla sua porta e, essendo un caca sotto, spifferò tutto quanto e così, fui costretta a fuggire un'altra volta. Alla fine sono arrivata qui. Tinyalle mi ha detto che stavi cercando un nuovo membro e così mi sono messa in gioco. A quanto pare ti sono piaciuta.》appena la ragazza finisce il suo racconto, sorride maliziosamente al sottoscritto. 《Ah ah già...》appena Summer finisce di parlare, mi vengono in mente Billy e Crunch: quei due bastardi.

Girl in a gangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora