Capitolo 18

7.1K 444 358
                                    

Taehyung era intento ad osservare per l'ennesima volta il viso dormiente di Jungkook che, dopo una sfuriata in cui non aveva fatto altro che prenderlo a pugni, urlando e piangendo, si era addormentato sfinito, tra le sue braccia.

Il grigio non poteva credere di non essere riuscito a continuare ciò che aveva iniziato. Nonostante avesse avuto tutta l'intenzione di fargli del male, di fargli dimenticare quello che era successo qualche ora prima, non era riuscito a sfruttarlo. Non voleva che lui vedesse sotto la sua armatura, che aveva faticato così tanto a costruire: un'armatura fatta di dolori e sofferenze, di sangue, sudore e lacrime. In tutti gli anni in cui aveva vissuto a St. Pietroburgo era sempre riuscito a mantenere viva e duratura la sua reputazione da persona senza cuore, da uomo potente e senza perdono. Eppure, quel ragazzino che ora dormiva appoggiato al suo petto, era riuscito in qualche modo a scalfirlo e questa era l'ultima cosa che il grigio voleva.

Lentamente iniziò ad accarezzare la morbida guancia del corvino, osservando attentamente ogni suo tratto, per poi lasciarsi sfuggire un piccolo sospiro: "Cosa mi stai facendo, piccoletto?"

Sapeva che quello che provava per Jungkook doveva limitarsi solo alla mera attrazione, doveva essere un rapporto solo ed esclusivamente di sesso. Eppure non riusciva a comportarsi con lui come si sarebbe comportato con chiunque altro. Ogni volta che anche solo tentava di ignorarlo, non ci riusciva. Era come una sorta di magnete per i suoi occhi e per il suo corpo e ora lo stava diventando anche per la sua mente. Non riusciva ancora a capire cosa fosse quel calore che sentiva, non riusciva ancora a credere nemmeno di provarlo. Per questo aveva deciso di dover allontanarsi da lui.

Avrebbe dovuto trattarlo come un semplice sottoposto, avrebbe dovuto evitare ogni contatto fisico con lui, parlare solo se era strettamente necessario e ignorare ogni suo istinto che lo avrebbe portato a gettarsi sul suo corpo senza ritegno. Non poteva lasciarsi prendere in quel modo da quel ragazzino. Sapeva già come sarebbe andata a finire, proprio come si era conclusa la storia di suo padre, dodici anni fa. Non voleva ritrovarsi a dover soffrire in quel modo di nuovo, non poteva lasciare che qualcuno capisse cosa si nascondeva sotto quell'armatura. Perché dopo tutti questi anni, quel bambino che piangeva mentre fuggiva dallo scempio che gli aveva rovinato la vita era ancora lì, dentro quella barriera di ferro, che continuava a piangere ininterrottamente.

Non poteva lasciarsi coinvolgere, doveva rimanere lucido. Era consapevole che tra non molto si sarebbe scatenata una guerra: ma siamo sicuri di quale sia la parte dei buoni e quale quella dei cattivi?

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

"Jimin, sai che non posso dirtelo ora. Ogni cosa ha il suo tempo." Yoongi cercava di utilizzare un tono più o meno dolce per calmare il biondino che si stava agitando come mai prima aveva fatto. Dopo che Chanyeol aveva lasciato la casa, Jimin aveva incominciato a porsi tante domande e stufo le aveva poste al suo ragazzo, che però gli aveva rifilato la solita risposta: "Non adesso."

"Non ora, non adesso, tra un po'! E quando Yoongi? Quando?" Il viso di Jimin era diventato di un vivace rosso tenue, trasformando le sue guance in due pomodori maturi. Yoongi non poteva fare altro che trovare quella scena adorabile, anche se sapeva che l'arrabbiatura del più piccolo era più che giustificata. Infatti, non riuscì a trattenere una piccola risata, che non fece altro che far agitare ancora di più il biondo.

"Non permetterti di ridere in questo momento! Stiamo insieme Yoongi! E lo so che per te è difficile, ma io non riesco ad andare avanti così! Capisci cosa vuol dire ritrovarsi degli estranei in casa che parlano di talpe, farsi vedere in faccia e colpi clandestini!? Capisci come debba sentirmi ogni volta che veniamo interrotti dal tuo cellulare, per poi sentirti parlare di identità false e contrabbando!? Non mi merito forse una spiegazione dopotutto!?" Jimin aveva gli occhi lucidi per l'esasperazione, guardando Yoongi negli occhi con sguardo truce e sofferente allo stesso tempo.

One more night - VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora