Capitolo 28

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Era passata una settimana da quando Jungkook se ne era andato ed erano esattamente trentadue ore che Taehyung non chiudeva occhio. Aveva telefonato Yoongi e gli aveva detto di riunire tutta la banda sotto un'unica rete telefonica impossibile da rintracciare. Stava contattando tutte le persone influenti che erano di sua conoscenza, il che è tutto un dire, e il bello era che tutto quello non era per la sua vendetta... non direttamente almeno. Tutta quelle persone che erano riunite in quel loft, pieno di computer e divanetti blu, non erano lì per organizzare un attacco ma per costruire una barriera di difesa. Bisognava riprendere Jungkook, in qualsiasi modo possibile.

Taehyung in quel momento era seduto sul divano mentre Yoongi navigava sul computer alla ricerca di qualche evento o riunione della Strarbytes alla quale Jungkook poteva essere presente e, di conseguenza, di una data e una struttura su cui basare il piano d'azione. Il grigio era davvero distrutto: i suoi occhi erano rossi e gonfi, accerchiati da delle occhiaie spaventose, i suoi capelli erano spenti e spettinati, la sua camicia era abbottonata male, così come la sua cravatta. Non tornava a casa da tre giorni e non gli interessava farlo. Tutto quello che adesso gli importava era salvare Jungkook e riportarlo da lui. Jungkook era suo e nessuno aveva il diritto di strapparglielo via. Come avrebbe fatto a volare senza le sue ali? Jeon Mok continuava a portargli via tutte le persone che amava... Questa volta avrebbe fallito, questa volta aveva osato toccare qualcosa di troppo importante per uscirne indenne.

"Oh merda..." quelle due parole uscirono dalle labbra del castano seduto al computer, mentre lentamente le sue dita smettevano di cliccare i tasti della tastiera e i suoi occhi rimanevano fissi in un punto sullo schermo.

Taehyung sussultò sul posto, alzandosi dal divanetto e avvicinandosi al suo amico con occhi spalancati in un'espressione degna di quella che trovavi su un tossico dipendente in astinenza. "Cosa hai trovato?"

"Jungkook... Jungkook sta per sposarsi..." disse con tono stupito il maggiore tra i due.

Baekhyun si alzò dallo sgabello su cui era seduto avvicinandosi anche lui al computer, così come Namjoon. "Cosa stai dicendo?" chiesero in contemporanea i due.

"È scritto qui: il figlio di Jeon Mok, Jeon Jungkook, prenderà in moglie Jung Suzi, figlia dell'imprenditore Jung Luhan, il giorno 23/04/2018 nella residenza Jeon. Riusciranno i due ereditari a essere degni del trono del padre dello sposo?"

Quando Yoongi finì di leggere il suo sguardo corse a Taehyung che era accovacciato davanti allo schermo alla sua destra. I suoi occhi erano fissi sulla data del matrimonio e sul nome di Jungkook. Il maggiore sapeva che in quel momento il grigio avrebbe solo voluto urlare e uccidere chiunque gli fosse tirato a tiro ma rimaneva calmo perché sapeva che non sarebbe stata la scelta giusta essere troppo impulsivo e lasciarsi andare alle sensazioni. Sapeva che in quel momento Taehyung stava pensando... stava pensando a un modo per attuare finalmente la sua vendetta.

"23/04... ma è... è domani." Baekhyun rimase a fissare lo schermo, rileggendo il capoverso letto da Yoongi qualche tempo prima. "Come faremo a trovare una soluzione in così poco tempo?"

A quel punto Taehyung si sollevò, voltando le spalle e incominciando a incamminarsi verso l'uscita del loft. "Yoongi... chiama Hoseok, digli di radunare tutti...

Ho un piano."

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Dopo aver telefonato Hoseok ed essersi accordati per incontrarsi quella sera, Yoongi era tornato all'ospedale per visitare Jimin, come ogni giorno. Il più piccolo stava facendo passi da gigante, tra non molto sarebbe potuto essere dimesso e la notizia aveva migliorato di molto l'umore del castano. Camminando per il solito corridoio dalle pareti e porte bianche, Yoongi si fermò a dare un occhiata alla camera difronte a quella del biondino, che apparteneva al figlio di quella donna che aveva consolato, il giorno in cui Jimin si era svegliato e che aveva scoperto chiamarsi Jane. La donna lo salutava sempre calorosamente e gli offriva sempre una tazza di caffè caldo quando lo incrociava nel corridoio. Per Yoongi era diventata prassi visitare il bambino quando veniva a trovare Jimin, anche se non gli aveva mai parlato, era quasi doveroso per lui farlo... e non sapeva neanche il perché.

One more night - VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora