Mi sveglio stanca, vorrei dormire tanto ma un brutto incubo mi ha svegliato, ho paura dei brutti sogni. Quando capita di farne uno piango molto durante la sera, così spesso mi sveglio e per tranquillizzarmi guardo la luna, la regina della notte. È chiara e mi illumina il viso, quando la guardo provo sollievo perché è la compagna che fa luce sulla notte che mi circonda e riesce a cacciare via i brutti pensieri. Purtroppo la notte prima la luna non si vedeva, la mia angoscia si faceva sentire e le mie lacrime scendevano lentamente dalle mie guance bollenti. Le giornate nei campi mi sfinivano, quindi di solito mi addormentavo subito ma l'ansia e la paura mi assalivano, il giorno ormai era arrivato e colei che speravo di evitare era arrivata: la mietitura.
Mi alzo in piedi e rischio di cadere più volte a causa della mia stanchezza, mi siedo al tavolo con i miei fratelli e i miei genitori; gli sguardi sono cupi, tristi, cercano di evitare il mio. Capisco, essendo l'unica della famiglia che oggi dovrà affrontare la mietitura nessuno vuole incrociare il mio sguardo così da non ricordarne i particolari, le emozioni che esprimeva e la paura che si abbatteva nei miei occhi. Sono solo una bambina di 12 anni che vorrebbe giocare con i suoi fratelli e vivere la sua infanzia che ormai le è stata rubata. Mi vesto e l'agitazione prende il sopravvento, comincio a piangere ma cerco di nascondere le mie lacrime perché non voglio far vedere le mie emozioni alla mia famiglia, è troppo triste da ricordare. Un suono particolare che proviene dal centro del distretto richiama l'attenzione di tutti gli abitanti, era il suono che ci chiamava tutti in piazza per annunciare che la mietitura era iniziata. Appena arrivo in piazza dopo essermi registrata mi avvicino lentamente al gruppo delle ragazze della mie età, con mia sorpresa incrocio lo sguardo di mio padre che mi fa l'occhiolino, credo vuole farmi capire che lui sarà sempre con me anche se verrò mietuta, io adoro mio padre è sempre stato presente per me al contrario di mia madre che si occupava sempre dei miei fratellini e non aveva mai tempo per me. Dalla porta del municipio entra un'insolita ragazza vestita in modo piuttosto strano, dai vestiti che indossa posso dedurre che è una donna molto allegra visto che è completamente ricorperta da colori vivaci. La sua energia potrebbe cambiare lievemente il mio stato d'animo in bene ma appena si avvicina alla boccia di vetro con i nomi delle ragazze, inizio a tremare. Dopo qualche secondo e molta suspance annuncia il nome del tributo : << Rue Kendall >>. Grido a me stessa di svegliarmi dall'incubo e smettere di pensare, ma sono sveglia... piena di ansia e angoscia salgo gli scalini che conducono al palco improvvisato. Non sento più le voci di nessuno, la voce stridula della presentatrice oppure il silenzio che si alza dopo il mio nome. Sono scossa. È arrivato il momento dei saluti, tre minuti non mi bastano e riesco a salutare mia madre e mio padre, dico loro di essere forti e continuare ad essere i genitori perfetti di sempre, di non mostrare i loro sguardi assenti e di non cedere al soffocamento delle emozioni. Dopo queste parole è arrivato il momento di partire.
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grazie a tutti! questa è il primo capitolo spero sia stato di vostro gradimento. E spero di non avervi annoiati! Commentate ♡
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Gli hunger games di rue
FanficIn questa fan fiction vorrei risaltare il carattere del mio personaggio preferito: la sua innocenza. Rue è una bambina e ancora non ha ben capito cosa l'aspetta nell'arena... →→→→→→→→→→→→→→→→ grazie a coloro che leggeranno e commenteranno la mia fa...