Il lungo viaggio

564 43 13
                                    

Mi è bastato varcare la soglia del treno per capire ciò che avevo davanti, la vera ricchezza.  Lampadari di cristallo che riflettevano la luce del sole... il sole, colui che mi guardava dal cielo durante il giorno, lui aveva visto le mie lacrime e mi confortava con il suo calore che mi riscaldava la pelle dolcemente. Emana la luce che mi asciugava le lacrime rendendole solo un brutto ricordo; vedo gli uccellini... liberi, volano nel cielo azzurro, lo stesso cielo che vedevo dagli alberi del mio distretto quando raccoglievo le mele dolcissime e le pesche succose. Guardo il tavolo in mogano, decorato con delle delicate tovagliette in pizzo che mi ricordavano i vestitini che indossavo la domenica. Vedo delle torte decorate con la panna e con delle piccole fragoline, altre con i frutti di bosco, altre con frutti esotici; Mentre osservo la stanza entra Tresh, non ci avevo ancora parlato ero troppo scossa ma appena lo vedo gli salto addosso e lo abbraccio, lui è l'unica figura familiare che ho in questo viaggio per la morte, Tresh era il ragazzo che mi aiutava a sollevare le ceste pesanti colme della frutta che raccoglievo. È un ragazzo forte e muscoloso, ho riposto la mia fiducia in lui e spero tanto che vinca perché ha vissuto una vita difficile e si merita la vittoria.

Dopo aver mangiato una fetta di torta al cioccolato e un dessert alle nocciole incontro i miei mentori, Seeder e Chaff. Il mio sguardo cade su Chaff, noto con dispiacere che aveva perso una mano ma sposto subito lo sguardo per non far capire dove era diretto. I miei due mentori sembrano affettuosi soprattutto Seeder che mi guarda come con pietà,  non mi piace essere sottovalutata e nemmeno sembrare una ragazza ingenua ma non mi dispiace essere la dolce e affettuosa ragazzina che riesce a far provare compassione alle persone. Man mano che la mia voce esce dalla gola e comincio a conoscere meglio i miei mentori scopro che la presentatrice della mietitura si chiama Christina, la mia prima impressione è stata positiva perché sprizzava energia da tutti i pori ma odiavo il fatto che lei approvava gli hunger games e si divertiva nel vedere la morte degli adolescenti a cui veniva strappata la propria dignità e la propria vita.

Una senza voce mi conduce nella mia camera, non ho mai visto una ragazza a cui è stata tagliata la lingua, è un gesto orribile privare della voce ad una ragazza nel fiore della sua vita. Bisogna cominciare a perdonare, non si può inzittire un oppositore tagliandoli la lingua perché i suoi ideali saranno sempre gli stessi e anche se non potrà dirlo con la propria voce nella sua mente nasceranno sempre rivolte. Mi è stato vietato parlare con i senza voce, trovo questa cosa ingiusta, sono persone normali e vanno ascoltate.

Entro nella mia camera e sento un odore di tulipani, ne vedo alcuni dentro un vaso sono di un arancione brillante e luminoso, mi guardo attorno e la mia stanza è piena di disegni sui muri, alcuni sono dei fiori altri dei simboli a cui non so attribuire un significato. Sono molto stanca così mi butto sul letto a riposare, salto la cena e continuo a dormire, faccio uno strano sogno che però diventa un incubo; mi sveglio di colpo e cerco la mia luna nel cielo, finalmente la vedo è sempre lì che riflette la sua luce bianca e serena che mi trasmette tranquillità. Lascio la finestra un poco aperta così da far entrare una lieve brezza rinfescante, vedo in lontananza delle montagne che diventano sempre più piccole. Una folata di vento fa posare sul mio letto una piccola margherita, ma ormai mi ero addormentata e non l'avevo notata; a cullarmi nel mio sonno è stato il fruscio del vento e il ticchettio della pioggerella sui vetri. 

→→→→→→→→→→→→→→→→

Eccomi ancora! questo è il secondo capitolo spero vi sia piaciuto e spero che non vi ho annoiati. Commentate ♡

Gli hunger games di rueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora