II

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C'è un sole che spacca le pietre qui a Milano, un caldo afoso invade le vie della città e raggi solari accecanti penetrano dalle finestre.
-Dai Fil, usciamo un po'. É una bellissima giornata oggi.-  gli occhi azzurri del ragazzo seduto sulla mia sedia mi fissano supplichevoli. Non è la prima volta.
-Non ne ho voglia.- rispondo atono, guardando il soffitto bianco della mia stanza.
Credo di sentire un "sono anni che non hai voglia" ma lascio perdere.
Lori continua a roteare sulla sedia bianca, provocando sfrigolii assordanti.
-E resta fermo un po'!-  alzo la voce. Si ferma e mi fissa. Dopo un po' ghigna. -La finisco se usciamo.-
Alzo gli occhi al cielo. Possibile che abbia sempre un modo per infastidirmi?
Lui ha dovuto sopportare tutto, dalla A alla Z, i miei continui sbalzi d'umore, la mia depressione, i miei pianti isterici che venivan fuori dal nulla. Sono consapevole che non sono più lo stesso ragazzino che andava a ballare, tornava a casa brillo, che aveva sempre un sorriso stampato sulle labbra, che usciva a farsi lunghe passeggiate nei parchi, che osservava la gente e i paesaggi, che respirava a pieni polmoni, che giocava a palla con i suoi amici, che cantava in qualsiasi momento della giornata.
Lori mi ha visto cambiare così rapidamente che nemmeno se n'è reso conto. E neanche io.
Io non mi diverto affatto a fare questo tipo di vita, ma mi è inevitabile.
Sono 4 anni, 4 fottutissimi anni che non esco di casa se non per qualcosa di davvero urgente, il che è raro.
Lori ha fatto di tutto per me, ed io per lui? L'ho fatto solo soffrire come sto soffrendo io e lui non se lo merita.
Sorrido a malapena -Va bene.- dico a bassa voce.
Alza la testa di scatto, mi scruta con occhi spalancati e si avvicina a me. Si inginocchia davanti a me -S..stai dicendo sul serio?- è ancora incredulo.
Rido di gusto e annuisco. Si alza e mi abbraccia forte, quasi mi manca il respiro.
Mi accarezza i capelli e mi solleva, gridando a volte qualche -Sì fra!-
Non riesco a togliermi questo sorrido ebete  -Dove hai intenzione di portarmi?-
Un sorriso che arriva fino alle orecchie compare sul suo volto. -Vedrai.-

[...]

Il vento mi sfiora il viso, come una tenue carezza.
Stiamo viaggiando da un tempo indeterminato, da qualche ora sicuramente.
Un po' ho dormito, un po' ho ascoltato le canzoni del cd del giovane al mio fianco.
-Mi dici dove stiamo andando?- chiedo spazientito, ma ugualmente divertito.
Ho un carattere molto curioso, per questo odio le sorprese e i giri di parole.
Lori stacca un attimo lo sguardo dalla giuda e presta tutta la sua attenzione su di me. Prima che parli, lo blocco -E guarda davanti, per favore. Voglio vivere ancora.- anche se l'idea di rivedere Sveva mi attira e non poco. Ma questo meglio non dirlo ad alta voce. Ridacchia -Stai tranquillo, Fil. Comunque me lo hai già chiesto altre quattro volte. Se non ti ho risposto prima, non ti risponderò neanche adesso.- fa un sorriso sghembo.
La radio ancora accesa fa scorrere le parole di varie canzoni. Facendoci cullare dalla sua melodia che ci porta alla meta prevista.
Passata un'altra manciata di minuti, vedo un cartello grande e bianco, con una scritta nera. Quella scritta nera. Quante volte ho visto questo posto, ma non me ne stancherò mai. Mi ha visto crescere, mentalmente e fisicamente, mi ha visto felice e spensierato. E ora assaggerà anche una parte nuova di me. Quella scritta mi fa rivivere momenti indimenticabili, indescrivibili, perfetti.
GENOVA.
Mi giro rapidamente verso il ragazzo accanto a me -Stai scherzando? Lori è..è pazzesco, diamine!- Sono così entusiasta, eccitato. Adoro questo posto, soprattutto il mare con delle spiagge pazzesche.

Eravamo distesti sulla sabbia, io e lei. E il rumore delle onde che si schiantavano sulle rocce e sulle piccole pietroline della sabbia, lasciando qualche conchiglia qua e là di dimensioni e forme diverse. Si alzò in piedi, coi capelli biondi che ondeggiavano sulle sue spalle. Aggrottai le sopracciglia -Dove vai?- le domandai dolcemente. Sorrise, rivelando la sua adorabile fossetta sinistra. Indicò davanti a lei -Ho intravisto una stella marina, vieni a vedere?- Adorava gli animali, la natura e avrebbe fatto di tutto per salvaguardarli. Si emozionava per le piccole cose. Che per lei non erano piccole. E neanche cose. Era una caratteristica che adoravo. Ma pensandoci bene, cosa odiavo di quella ragazza? -Certo, arrivo. Però tirami su.- Allungai un braccio, ridendo insieme a lei, che afferrò prontamente la mia mano e con molto sforzo riuscì a mettermi in piedi. Diciamo che l'ho aiutata un po'. Ci dirigemmo sul bagnasciuga, lei si chinò e prese in mano la piccola creatura rossa. -Non la trovi graziosa?- girò il suo sguardo verso di me, facendo incastrare i suoi occhioni nero pece con i miei color ghiaccio. Una fusione perfetta. Annuii. Rimise la stella marina in acqua ed io notai una conchiglia sul lilla a spirale. La raccolsi -Guarda un po' qua.- I suoi occhi si illuminarono -Oddio Fils è bellissima!- tu molto di più.

-Eccoci arrivati.- la voce roca di Lori mi fa tornare alla realtà. Se all'inizio potevo sembrare spaesato, ora sono totalmente incantato dalla meraviglia di fronte a me.
Mentre scendo dall'auto, noto con la coda dell'occhio Lori affiancarmi.
-Sono felice che tu sia contento di essere qui.- Lo guardo grattarsi la nuca.
-Sai ho quasi tenuto una tua sfuriata.-
Aggrotto le sopracciglia -Perché mi sarei dovuto arrabbiare?- chiudo gli occhi in due fessure. Scuote la testa -Non volevo ricordarti di Sveva.- sorride malinconicamente.
Mi fermo, fa lo stesso, gli metto una mano sulla spalla, i suoi occhi azzurri mi fissano silenziosamente -Io la ricordo sempre, ogni istante.-
Continuiamo a camminare e raggiungiamo la spiaggia. Ci togliamo le scarpe e i calzini scuri, rimanendo a piedi nudi.
Raccoglie una pietra piatta dalla sabbia e la lancia nell'acqua trasparente, facendola saltare tre volte sul pelo dell'acqua. Mi avrà spiegato minimo quarantacinque volte la tecnica per far sì che ciò accada, ma non ci sono riuscito mezza.

[...]

Dopo aver passeggiato lungo il bagnasciuga, esserci schizzati a vicenda l'acqua salata del mare e aver bevuto frappè al cioccolato e panna, ci rimettiamo in cammino verso casa.
In macchina non riesco a prendere sonno, perciò fisso attentamente il panorama che mi attorna.
-Grazie davvero, Lori. Non ridevo così tanto da molto tempo e so che per te non è stato facile. Sei un vero amico e..- la voce mi si spezza in gola -e senza di te non so che fine avrei fatto.- gli occhi velati di entrambi mi fanno comprendere che lui prova tutto ciò che provo io. Perché lui è fatto così. Una spugna che assorbe i sentimenti altrui. E, la maggior parte delle volte, non è affatto una bella cosa.
Siamo quasi arrivati a casa mia ed il sole sta calando, tant'è che alla fine della strada ragazze seminude hanno appiccato il fuoco. Ci avviciniamo di più, ci fermiamo al semaforo e si nota benissimo che molte di loro non sono italiane né molto giovani. Una ragazza dai capelli scuri, con dei boccoli ricadenti lunghi sulla schiena, è seduta in disparte. È molto giovane, avrà una ventina d'anni massimo. Alza lo sguardo. Occhi magnetici si fermano sui miei.
La macchina riparte.

Nel mare dove non si tocca {IRAMA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora