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"Josè e Marta ci hanno invitati a cena da loro stasera"
"Anche a me?" Gli domandai mentre mi rivestivo. Sporse la testa al di là dell'anta dell'armadio dietro alla quale era nascosto a scegliere cosa mettere.
"Certo, ho detto che ci hanno invitati."
"Chi ci ha invitati, Marta o Josè?"
"Me l'ha detto Josè ma ne ha parlato prima con Marta, suppongo. A volte mi fai domande strane"
"Lo so scusa.."
"Allora ci vieni?"
"Certo.. a che ora?"
"Hai da fare?"
"No, voglio solo sapere a che ora"
"Mi ha detto alle 20"
"Okay" annuii e sorrisi, poi scesi in cucina.

Avevo l'ansia per quella serata, non per Josè che da subito mi era stato simpatico, ma per Marta. Era una brava donna e lo sapevo, ma avevo sempre paura della sua curiosità.
Piotr passò a prendermi alle 19:45 e alle otto precise eravamo dai Callejòn.
"Che piacere avervi qui" ci accolse Marta con un sorriso splendente e dietro di lei le sue piccole di casa, India e Arya.
"Ah finalmente vi abbiamo a cena qui, non vedevamo l'ora" Josè ci sorrise e ci fece strada fino alla sala da pranzo dove c'era già la tavola apparecchiata. Eravamo noi quattro e Paula, la figlia più grande di Marta e in più le due piccole.
Cenammo e chiacchierammo come vecchi amici, quando Piotr mi disse che Josè era uno dei più buoni e genuini della squadra non si sbagliava, lo è davvero.
"Stai meglio con i capelli lunghi"
"Come scusa?" Mi guardai intorno e abbassai la voce. I due uomini erano in terrazzo a parlare di chissà quale schema o partita ma mi accertai comunque di non alzare i toni.
"Quando ti vidi qualche anno fa li portavi corti, ma stai meglio ora" mi passò una mano tra i capelli e sorrise.
"Sono cresciuti e anche a me piacciono più così"
"Si meglio così" annuì sorridendo ancora, peggiorando la mia ansia. Si alzò per togliere i piatti da tavola ma la fermai.
"Che vuoi fare?" Le chiesi.
"Niente, che dovrei fare?"
"Con questa storia che mi hai vista da Higuain qualche anno fa, cosa vuoi fare?"
"Niente, davvero"
"Ero lì per lavoro"
"Non ti ho chiesto perché eri lì, tranquilla" disse e sparì in cucina con i piatti tra le mani.
Non sapevo che fare o dire ma l'istinto mi spinse ad alzarmi e a seguirla in cucina.
"Non.." mi bloccai e lei si voltò a guardarmi "non lo dirai in giro, vero?" Le chiesi.
"Se per 'in giro' intendi ad un polacco dagli occhi del ghiaccio, no, non lo dirò a lui né a nessun altro"
"Grazie. Dato come poi sono andate le cose con lui.." mi fermo e vedo che lei mi guarda perplessa "intendo il fatto che è passato alla Juve"
"Ah si certo"
"Ecco.. non mi piace dire in giro che lo conosco"
"No certo, sono affari vostri e tali resteranno"
"Okay, grazie"
Tornai in sala da pranzo e mi sedetti vicino a Piotr che nel frattempo era rientrato. Mi prese la mano e me la baciò, come suo solito.

Ora ero più tranquilla, pericolo scampato.

The last message || Piotr Zieliński Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora