3.

1K 58 19
                                    

3.

"Quindi, se moltiplichi questo numero per quest'altro" Mary scrisse qualcosa sul foglio con una penna che Marisol aveva tirato fuori dalla sua borsa. "Il risultato sarà questo. Capito?"

La piccola la guardò e la donna mangiò una patatina osservando i calcoli scritti su quel pezzo di carta. Non aveva capito assolutamente nulla, anche se sembrava incredibilmente elementare spiegato da Mary. "Certo" sussurrò per poi scuotere il capo. "No, non ho capito assolutamente nulla. Ma sai una cosa? Non importa, è il mio compleanno, quindi niente matematica stasera. Okay?"

"Va bene" annuì Mary dando un morso al suo panino, aspettando di aver ingoiato prima di parlare. Si rivolse a Frank. "Posso darle il nostro regalo di compleanno adesso?"

"Un regalo di compleanno?" Marisol guardò l'uomo, poi la bimba. "Credevo che la cena fosse il regalo."

"Sì beh" Frank guardò Roberta e lei tirò fuori dalla borsa un pacchetto rettangolare che le porse. "Quest'altro è solo un piccolo extra."

L'uomo la guardò attentamente, la guardò scartare con calma il pacchetto, sorridere a Mary mentre lo faceva. La frangia che le ricadeva morbida e ordinata sulla fronte, insieme ai capelli ora più corti le incorniciava perfettamente il viso. Gli occhi le si illuminarono quando si posarono sul regalo: una foto che li ritraeva tutti e quattro qualche mese prima, durante una giornata al luna park. Ricordò che era stato allora che si era davvero accorto di quanto fosse bella, quando aveva iniziato a piovere e lei aveva preso Mary in braccio per farla girare sotto la pioggia. Si erano beccate entrambe un raffreddore, ma sua nipote non aveva smesso di parlare di quel giorno per settimane. Era felice e per lui era fondamentale che lo fosse.

"Frank ha fatto la cornice con le sue mani" specificò Roberta guardandolo e lui sgusciò fuori dai suoi pensieri per tornare al presente. "Vero Frank?"

"Non è niente" replicò lui. "Mary l'ha decorata" indicò con un dito i piccoli adesivi a forma di unicorno.

"È un regalo bellissimo" annuì Marisol. "La metterò nella mia camera, proprio accanto al letto."

Mary sorrise, si mise in ginocchio sulla sedia e si allungò per baciarle la guancia. Rise quando Marisol la strinse forte sbaciucchiandole il viso. "Mi piace questa canzone!" esclamò quando dal jukebox all'angolo partì una canzone. "Andiamo a ballare" propose. E si alzò, Roberta la seguì immediatamente.

"Sono la festeggiata quindi non posso esimermi dal ballo" disse Marisol "Che ne dici, Frank?"

Lui bevve un sorso di birra. "Oh no" abbozzò un sorriso. "Io sono un ballerino terribile e mia nipote ha già una bassa stima di me. Se lei non fosse qui forse proverei qualche passo, ma... vi guarderò da qui."

La donna guardò un'altra volta la cornice, infine si alzò e gli baciò la guancia. "Grazie Frank. E se mai cambiassi idea, ci troverai sulla pista da ballo."

L'uomo la guardò allontanarsi e raggiungere Mary e Roberta. Chiuse gli occhi per un istante e sorrise.

***

Due canzoni dopo, Mary e Roberta avevano deciso di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia, Marisol invece aveva raggiunto Frank al tavolo e si era seduta cercando di riprendere fiato.

"Ti sei data da fare sulla pista."

"Cavolo. Non ho più l'età per i balli sfrenati."

"Non dirlo a me."

"Mi servirà una settimana di riposo" la donna bevve un sorso di acqua prima di guardarlo dritto negli occhi. Nell'azzurro di quelle iridi vide tutta la stanchezza di una vita. Quel mezzo sorriso mal riusciva a celare le sue preoccupazioni, lei pensò che doveva averne parecchie: tutore di una bambina speciale, che con la sua straordinarietà ogni giorno gli ricordava quella sorella che oramai non c'era più. "Stai bene?"

Gifted - L'amore quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora