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Roberta era tornata sabato mattina invece che venerdì pomeriggio come aveva prospettato, e Marisol era tornata insieme a lei. Quando era andato a trovare la loro vicina con Mary, la donna le aveva spiegato che il funerale era stato molto triste, anche perché pochissime persone avevano partecipato e sia lei che Marisol si erano rese conto di quanto Melanie, questo era il nome della defunta, fosse sola.

Frank aveva chiesto a Roberta se poteva badare a Mary, ma non aveva avuto bisogno di spiegarle perché, per la donna era stato immediatamente chiaro e con un sorriso aveva abbracciato la piccola dicendo a lui che se ne sarebbe occupata volentieri.

Sua nipote aveva protestato per un attimo, sostenendo che voleva vedere Marisol, ma alla fine erano riusciti a raggiungere un compromesso: avrebbe visto la giovane l'indomani, se lei se la fosse sentita, altrimenti avrebbe pazientato, perché è così che funzionano le cose. Mary aveva sbuffato ma aveva acconsentito e così Frank era tornato a casa, si era fatto una doccia e poi aveva guidato fino a casa di Marisol.

Mentre percorreva il vialetto che lo avrebbe portato alla porta, aveva pensato a cosa dire e gli era venuto in mente un breve discorso dal suono confortante. Aveva bussato pronto a parlare, ma quando lei aveva aperto, le parole erano svanite. Tutte quante. Marisol aveva l'aria stanca, il viso pallido e gli occhi più tristi che le avesse mai visto e lui desiderò solo abbracciarla. "Ciao" la salutò.

Lei abbozzò un sorriso. "Ciao" ricambiò.

"Mi dispiace per tua madre" mormorò Frank guardandola. "Sarei venuto al funerale, ma Philadelphia..."

"Non preoccuparti, Frank. Sul serio. Sei qui adesso, è abbastanza."

"No non lo è" ammise lui con un sospiro. "Ma è tutto quello che posso offrire."

Marisol annuì. "Vuoi entrare?"

"Perché non esci tu?" propose l'uomo, "facciamo una passeggiata. È una bella serata e sembra che tu abbia bisogno di prendere un po' d'aria fresca."

La donna si strinse nella giacca. "Non credo sia una buona idea. Devo avere un aspetto terribile, non voglio... non voglio che la gente mi guardi con occhi pietosi."

"Di che parli?" le domandò Frank allargando le braccia. "Sei bellissima come sempre. Coraggio" le porse la mano. "Andiamo. Prometto che se qualcuno ti guarderà con occhi pietosi lo prenderò a pugni."

Marisol rise, finalmente, e il viso dell'uomo si distese in un sorriso. Mosse le dita per invitarla a prendergli la mano e lei lo fece.

***

Non appena misero piede sulla spiaggia, Marisol sentì un brivido correrle lungo la schiena e una sensazione di relax prendere il posto dell'ansia che aveva sentito fino a quel momento. Frank l'aveva portata dritta lì, al mare, quasi sapesse che era quello di cui aveva bisogno; ma prima le aveva comprato un gelato. Aveva insistito affinché mangiasse qualcosa e lei aveva accettato solo a costo che quel qualcosa fosse una coppetta fragola e cioccolato. Frank aveva storto il naso alla combinazione di gusti ma alla fine ne aveva assaggiato un po' con un cucchiaino e aveva dovuto ammettere che era buono, fresco e dolce al punto giusto.

"Non si può essere infelici quando si ha questo: l'odore del mare, la sabbia sotto le dita... l'aria, il vento..." mormorò la donna sorridendo.

Frank mangiò l'ultimo pezzetto di cono e la guardò allungando indietro le mani fino a poggiarle sulla sabbia. "Anche Mary recita questa citazione, a volte, quando veniamo in spiaggia, mi chiedevo da chi l'avesse imparata."

Marisol rise "Da me" ammise guardando le onde infrangersi sulla riva. "Mi piace il mare, mi è sempre piaciuto."

Lui la guardò in silenzio per un lungo istante, la luce pallida della luna si rifletteva su quella pelle chiara, sui capelli castani, dentro quegli occhi nocciola. A Marisol piaceva il mare e Frank credeva che al mare piacesse Marisol.

Gifted - L'amore quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora