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Il pomeriggio era passato in fretta, la sera anche e dopo cena, quando Mary era crollata sul divano di Roberta, Marisol e Frank avevano decido di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia; posto che lei tanto amava. Avevano camminato in silenzio per un po', ognuno perso nei propri pensieri, lei respirando a fondo l'aria tiepida della Florida, lui respirando a fondo quell'odore inebriante che solo Marisol aveva.

Alla fine, Frank aveva parlato. "Sei davvero sicura di non poter rimanere fino a domenica? Voglio dire, sono solo due giorni."

Marisol respirò a fondo prima di girarsi a guardarlo. "Non posso proprio. Mi dispiace, sul serio, ma domani mi toccherà lavorare per recuperare il lavoro che non ho fatto oggi. C'è un progetto da consegnare entro lunedì mattina e io sono il team leader."

Frank annuì. "Okay" mormorò con tono triste. "Capisco, davvero. Suppongo che ci rivedremo tra due settimane allora."

"Suppongo di sì."

***

Frank si fece dare un'altra birra e sospirò fissando le bottiglie davanti a sé: Marisol era partita al mattino e da allora lui si era sentito perduto. Si erano salutati con meno freddezza rispetto alla prima volta ed era stato un arrivederci e non un addio, ma comunque gli mancava terribilmente. Si diede dello stupido perché il giorno prima avrebbe potuto dire qualcosa e forse lei sarebbe rimasta, ma non aveva detto niente e lei se ne era andata. Mary aveva pianto per un bel po' dopo che il taxi si era allontanato, poi Roberta aveva deciso che l'avrebbe portata a prendere un gelato e lui era rimasto da solo con i suoi pensieri. Aveva pregato che la sera arrivasse prestissimo perché voleva ubriacarsi e dimenticarsi di tutto, e così quando il sole era calato era andato al Ferg's e si era scolato una birra, poi un'altra e poi se ne era fatto portare un'altra che però non aveva ancora toccato.

"Sembri seriamente depresso, Frank. Ti va un po' di compagnia?"

L'uomo corrugò la fronte, si girò sullo sgabello e non poté fare a meno di sorridere. "Hey! Credevo che fossi tornata a New York."

Marisol prese posto accanto a lui. "Stavo per farlo, ma poi mi sono ricordata che ci sarà una festa e visto che sono l'esperta in materia..."

"Molto professionale da parte tua" Frank fece un grosso respiro, pensò a tante cose da dire ma non ne disse neppure una. Non credeva fosse necessario, non in quel momento. "Senti, posso avere una pignatta a forma di pinta di birra con dentro della vera e propria birra?"

La donna rise. "Vedrò quello che posso fare."

"Sì! Evviva!" esclamò Frank alzando il pugno chiuso in segno di vittoria.

"Lasciami fare qualche telefonata prima di esultare" Marisol tirò fuori dalla tasca il cellulare e compose un messaggio che inviò.

"Sappi che sarò molto deluso se non avrò quella pignatta" le disse Frank.

Lei gli prese la birra di mano. "Io sono la migliore, ricordi? Avrai quella pignatta" bevve un sorso, poi qualcosa nei suoi occhi cambiò. Guardò il cellulare e poi lui e in quelle iridi nocciola c'era sicurezza, ma anche tristezza. "Ora... che ne dici se ce ne andiamo da qui?"

L'uomo poggiò venti dollari sul tavolo, senza smettere di guardarla. "Mi hai tolto le parole di bocca."

***

Marisol alzò un vaso e tirò fuori da sotto una chiave che usò per aprire un lucchetto che teneva chiusa una saracinesca. Frank la fissò perplesso, la seguì dentro e la aiutò a chiudere dopo che lei ebbe acceso la luce.

Gifted - L'amore quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora