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Frank percorse il vialetto che lo avrebbe condotto alla porta di Marisol e respirò a fondo alzando la mano per bussare. Quando gli aveva telefonato quella mattina, in preda al panico dicendo che la sua stupida auto si era rotta e che quindi tutti i loro piani erano cambiati, lui aveva cercato di non ridere, ma la voce della donna si era fatta così acuta ad un certo punto, che non aveva resistito. Credeva che si sarebbe arrabbiata e invece aveva riso insieme a lui e per cinque minuti buoni le risate erano state l'unico oggetto di conversazione.

Il giorno dopo, e cioè il giorno del matrimonio di Stacy, Frank si era messo il suo vestito più elegante, aveva portato Mary da Roberta e poi era andato a prendere Marisol. Il matrimonio sarebbe stato alle undici, lui era davanti la porta della donna alle nove e quarantacinque.

"Hey" gli disse lei aprendo e invitandolo ad entrare con un gesto della mano. "Vieni dentro, devi assolutamente aiutarmi."

Frank entrò, la vide mettere a soqquadro un cassetto in cucina, la guardò vestita di tutto punto con indosso un abito rosa e lungo che le stava così bene da sembrare cucito addosso a lei. I capelli raccolti, il trucco leggero e quel dannato profumo... quel profumo lo avrebbe ucciso prima o poi, ne era sicuro. Sospirò e si sentì incredibilmente inadeguato: aveva la barba incolta seppur ordinata, sapeva di avere gli occhi stanchi e sapeva che quel suo completo, per quanto elegante, non era per niente all'altezza dell'eleganza di Marisol.

Era un uomo incasinato e quella donna era decisamente fuori dalla sua portata, se ne rendeva conto solo in quel momento.

"Frank" lo richiamò proprio lei. "Stai bene?"

Lui annuì e pensò di dirle che forse non era il caso che andasse con lei: non era abbastanza elegante, né abbastanza affascinante. Ti meriti decisamente di più avrebbe voluto dirle, ma lei gli sorrise e tutto quello che riuscì a fare fu baciarla. "Sei... sei meravigliosa. Sì! Meravigliosa."

Marisol gli lisciò la cravatta con le mani. "Anche tu lo sei" gli sussurrò. "Ma ora devi darmi una mano, possiamo farci i complimenti dopo."

Frank rise. "Okay. Di cosa hai bisogno?"

"Non riesco a trovare il programma per oggi."

"Programma?"

"Sì, la lista di cose per il matrimonio e mi serve perché devo controllare che sia tutto in ordine una volta arrivata lì."

"Va bene" l'uomo annuì. "Dove vuoi che guardi?"

"La camera da letto" gli disse Marisol indicandola con un dito. "Dentro la cabina armadio c'è un mobiletto, ci sono alcuni cassetti, guarda lì mentre io controllo in salotto."

"Vado subito" Frank raggiunse la stanza, entrò nella cabina armadio e individuò il mobiletto. Aprì il primo cassetto ma trovò solo un sacco di accessori e prodotti per capelli. Così passo al secondo, ma dentro non c'era nulla eccetto una serie di creme varie. Poi fu la volta del terzo; dentro ci trovò delle cartelle. "Hey Marisol, ci sono delle cartelle qui dentro, le apro per controllarci dentro?"

"Sì!" urlò lei dal salotto. "Vengo subito a darti una mano."

Lui ne aprì una, vi trovò dentro solo alcune cose riguardanti un'assicurazione medica. Prese l'altra e dentro c'erano alcune foto di Mary, alcune foto di lei e Mary insieme, alcune sue foto. Sotto di esse c'era un disegno, sembrava fatto con delle matite colorate ed era un suo primo piano. Frank poggiò il resto dentro il cassetto e tenne il disegno con entrambe le mani; era lui e poteva vederlo, ma allo stesso tempo sembrava un'altra persona. L'uomo nel disegno aveva un'aria felice, sorrideva rilassato. Aveva gli occhi stanchi però, come i suoi ogni volta che si guardava allo specchio.

Gifted - L'amore quando meno te lo aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora