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*REY POV*

Bastardo...

Bastardo bastardo bastardo di merda! Penso arrabbiata con Nash... chissà poi perchè, in realtà non ne ho motivo, lui non c' entra niente, certo forse la sua è stata una mossa un po' affrettata ma... Cazzo!

E smettila di essere arrabbiata, in fondo ammettilo che ti è piaciuto!  Mi sussurra maliziosa Via.

E tu stai zitta! di certo non mi aiuti così!

Ah no, da adesso lasci fare a me!

Scordatelo!

Lo sai anche tu che presto o tardi dovremo fare qualcosa!

Via... prima Sam, poi Nash, ti prego.

Mmmmh per ora va bene, ma prima o poi...

Continuo a camminare, in lontananza si vedono le luci accese di casa mia, che si accendono man mano che la sera scende.

Mi metto a correre. Le gambe mi fanno malissimo ma me ne infischio e continuo a correre verso casa, i muscoli impolorano pietà e più volte rischio di perdere l' equilibrio e cadere al suolo. Gli occhi quasi mi si chiudono, la vista si annebbia.

-No...- riesco a sussurrare. Miracolosamente, chissà come, riesco a riprendermi e raggiungo il portone di casa. Tiro un sospiro di sollievo: finalmente a casa, al sicuro. La vista mia abbandona, tutto diventa buio, e mi accascio al suolo.

L' ultima cosa che sento è lo scalpitio di piedi che si fermano di fianco a me. Poi il nulla

*SAM POV*

Sarà passata mezz' ora da quando ho cominciato a girare in tondo per la stanza. Non sopporto di stare rinchiusa qui, mi sembra di essere in una prigione, è davvero orribile!

Ripenso a quello che mi ha detto Ian poco prima che se ne andasse di nuovo richiudendo la porta dietro di se. Non è successo molto tempo fa, non sarà passata che un' ora... Era entrato e mi aveva trovato a guardare fuori dalla finestra sbarrata, le braccia che mi penzolavano giù dal cornicione. -Quando sarò sicuro che non vorrai scappare le toglierò.- mi aveva detto, e poi aveva aggiunto -La prigionia può essere il primo passo per farti diventare del tutto un membro del mio branco.-

-Questo non accadrà mai!- gli avevo risposto prima di vederlo scomparire dietro la porta.

-Questo non accadrà mai.- ripeto in un sussurro.

Tiro un calcio alla cassettiera, poi un altro, poi un altro ancora, incurante del dolore. Vorrei strangolarlo vivo e portare la sua testa a mio padre, vorrei fargli così tante cose che però non posso fare perchè non sono capace.

Dopo l' ennesimo calcio al mobile capisco che prendermela con un pezzo di legno non mi farà stare meglio.

Guardo la cassettiera, come in cerca di spiegazioni. Il cassetto superiore è leggermente aperto, probabilmente grazie alla serie di calci che ho inflitto al mobile. Faccio per chiuderlo ma un riflesso dorato, dall' interno oscuro della cassettiera, cattura la mia attenzione. Tiro fuori per metà il cassetto. Una cornice dorata e argentata brilla alla luce che filtra dalla finestra sbarrata. La foto all' interno della cornice risale a molto tempo fa, ma ricordo quel giorno come se fosse ieri: mio padre doveva partire per una settimana, a caccia, con uomini scelti provenienti da ogni clan sotto il dominio di mio padre. Prima della partenza portò me e Rey in un posto stupendo, si trattava di una magnifica radura. Essendo autunno le foglie erano di mille colori e tutti gli alberi che accerchiavano un maestoso e calmo lago si rispecchiavano creando un effetto specchio meraviglioso. La foto raffigura me e papà, lui in forma lupo, mi tenva sulla groppa setosa e morbida. Entrambi avevamo un' espressione felice e spensierata sul volto.

Le Gemelle Dei Branchi RivaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora