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*REY POV*

Gli ululati e i ringhi furiosi degli ologrammi alle spalle di Sam riempiono il silenzio tra noi due.

Senza che nemmeno glielo chieda Via mi ritrasforma in un' umana, sotto lo sguardo accigliato di mia sorella.

-Dunque...- mormoro piano -alla fine non hai intenzione di tornare a casa, giusto?-  chiedo guardandola dritta negli occhi.

-Si- annuisce -Non ho intenzione di tornare in un posto dove non sono voluta.-

Sento il mio cuore sprofondare. Perché dice questo? Come può pensare che io non la voglia se sono qui apposta per portarla via, per riportarla a casa, dove è giusto che stia! È quello il suo posto, lei non è cattiva, lo so, la conosco troppo bene.

-Ah è questo che pensi? Pensi di non essere voluta? E io allora cosa cazzo ci faccio qui secondo te?-

Sam ridacchia voltandosi -Sei patetica, Rey, ancora non ti sei accorta che sei l' unica che pensa a me? Non sono mai esistita per quel branco, nessuno spera che io torni!-

Lo dice come se non le importasse niente, ma la sento, sento i suoi silenziosi singhiozzi, sento il battito veloce di un cuore ferito.

-Cosa speri di ottenere da questo posto?-

Sam si blocca, anche gli ululati degli ologrammi sembrano fare silenzio, addirittura il vento sembra aver smesso di soffiare.

-Non lo so...- mormora -forse...- torna a guardarmi negli occhi, lievemente lucidi, anche se non lascia trapelare altre emozioni -forse una casa.- conclude.

-Ma già ce l' hai una casa.-

-Oh, ma davvero?- chiede sprezzante -Non penso che tu abbia capito la situazione, Rey.-

Un bagliore rosso le passa negli occhi, ma dato che non sembra cambiare minimamente il suo comportamento presumo di essermelo immaginato.

-Allora spiegamela! Cosa c' è che non capisco?-

Sam si lascia cadere sul tappeto di foglie, seduta, nasconde il volto tra le mani: -Rey... basta, ti prego, basta! So che tu vorresti che io tornassi ma... non succederà, vattene ora!-

-Non puoi scambiare questo posto con la tua vera casa, Sam, non è affatto il posto dove puoi sentirti al sicuro, qui ti torturano, ti costringono a uccidere, ti trasformano nella persona che non sei!-

-Però di sicuro qui non mi rincorrono cercando di farmi fuori!-

-Sam...-

Sam scoppia in una risata isterica, di nuovo: -Din don dan Rey, il tempo è scaduto! Ian sta tornando e non penso sarà contento di rivederti qui.-

-Io non me ne vado senza di te!- Il rumore di passi lontani, e di suppliche disperate gridate al vento annunciano l' avvicinarsi di Torres.

-Allora temo che resterai qui in eterno.- Sam si dondola avanti e indietro, le sue emozioni sono ben nascoste, ma sento il nervosismo crescere in lei ogni secondo di più.

-Sam, noi ce ne andiamo insieme ora!-

-Vattene Rey...- mormora quasi tremante -Non voglio che tu veda...-

-Sam smettila di dire stupidaggini!-

Sam si alza mi si avvicina e mi afferra il braccio, poi, con una mossa fulminea, mi spinge talmente forte da farmi finire oltre gli alberi che delimitano il cerchio.

Mi rialzo dolorante.

Sam è a una decina di metri da me, il volto nascosto dai capelli -Vattene ora, sei ancora in tempo!-

I passi di Ian sono sempre più vicini e le urla del prigioniero sempre più strazianti.

-Sam...-

Il lampo rosso carminio che avevo visto attraversarle gli occhi prima, ora le colora piano piano entrambe le pupille per poi sfumare e soffermarsi su un colore arancione tendente allo stesso rosso sangue di prima.

-VATTENE REY!- ringhia decisa.

Mi costringo ad arretrare, sotto il suo sguardo lacerante, ricco di furore, dolore e tristezza.

-Tornerò ancora...- mormoro.

Mi volto e mi lancio dietro ad un grosso tronco, proprio quando le urla del prigioniero avrebbero impedito qualsiasi altro suono.

Disperate, insopportabili... mi trattengo dal tornare nella radura e scagliarmi su Torres, per poi portare sia Sam che il prigioniero nei territori del mio branco.

-Cucù, Sam.- sento la voce fredda di Torres.

Le urla disperate cessano e sento solo dei bisbigli proveniente da una voce familiare.

Faccio capolino da dietro il tronco.

Sam è immobile, rigida che fissa il prigioniero: un ragazzo castano, con gli occhi verdi scuro, i vestiti rovinati e strappati, i polsi e le caviglie legati con delle corde e spellati da esse, le unghie dei piedi sembrano essere state tolte con la forza e i talloni sono tagliati superficialmente, lo sporco lo ricopre, polvere, fili d' erba, foglie secche, fuliggine e terra.

Torres è appoggiato a un albero, li fissa divertito. Tra i tre il silenzio è interrotto solo dai singhiozzi del prigioniero.

Lo guardo meglio, anche il volto mi è familiare, solo ora mi rendo conto che chi mi trovo davanti è Tony Blase, il migliore amico di Sam. Non sapevo fosse stato rapito.

-Sam?- Tony fatica a mettersi seduto, cercando di fare leva con i gomiti, sforzandosi di guardarla negli occhi.

Sam arretra di qualche passo: -Non ti facevo così fifone, è tutto il tempo che urli.- dice senza guardarlo negli occhi.

-Oh, è un volto di tua conoscenza?- chiede Torres con una nota di falso stupore.

Sam lo fulmina con lo sguardo: -Devo ucciderlo qui? Ora?- chiede incrociando le braccia al petto.

-Beh, si, che ti aspetti?-

-Uccidere? Ma che stai dicendo? Non ne saresti mai capace!- grida Tony nel panico.

-Tu dici che lei non è capace di uccidere? Non penso che Sam sia d' accordo, Sam?- risponde Torres con tono di sfida.

Sam abbassa lo sguardo, amareggiata: -Avevi detto... che mi saresti sempre stato vicino, che non mi avresti mai lasciato sola...- mormora.

Torres ridacchia e subito alle spalle di Sam compaiono due ologrammi di lupi neri e uno di un lupo dal pelo castano, con una  zampa posteriore bianca.

Tony sempra accorgersi del momento in cui il suo ologramma colpisce quello di Sam facendola svenire.

-Stavo cercando di colpire il tuo aggressore e ho... colpito per sbaglio te...-

Sam chiude gli occhi e tira un respiro profondo prima di aprirli di scatto e gridare: -BUGIARDO!- vedo la sua figura abbassarsi, mentre il suo corpo si ricopre di pelliccia nera e folta, gli occhi si colorano di arancione scuro.

-Brava lupacchiotta.- ghigna Torres.

Tony riprende a lacerare l' aria con le sue urla acute.

Mi costringo a distogliere lo sguardo e mi lascio scivolare lungo il tronco, fino a terra.

Un altro urlo disperato e poi più niente. Il silenzio più assolto invade l' aria.

Soffocando meglio che posso i miei singhiozzi mi trasformo in lupo con l' aiuto di Via, e parto a velocità razzo, senza guardarmi indietro, mi dirigo verso un luogo sicuro, dove so che posso stare tranquilla senza il terrore di morire, là dove la mia famiglia mi aspetta. Io mi dirigo nel posto che Sam non potrà mai avere rimanendo lì da Torres. Mi dirigo a casa.




Le Gemelle Dei Branchi RivaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora