Capitolo 6

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Quando Kadlin si avvicinò alla dimora di Gudrik, avvisò l'amica del suo arrivo con voce squillante, "Ingrid, sono qui!"

"Sia ringraziata, Freya, per la tua presenza" soffiò la donna, strizzando gli occhi con l'arrivo di una contrazione.

"Vedrai che andrà tutto bene" provò a rasserenarla la giovane scostandole una ciocca di capelli dal viso sudato, prima di ordinare all'uomo: "Gudrik, metti a scaldare dell'acqua e portatami un altro panno pulito."

L'uomo eseguì rapido come un fulmine.

"Fa nascere gli animali, ma ha paura di veder nascere suo figlio" dichiarò la donna con dolcezza.

"Immagino, che vedere soffrire la persona che si ama sia diverso" suppose Kadlin lanciando uno sguardo all'uomo, che correva avanti e indietro senza sosta.

"Sarà sicuramente così!" mormorò la gestante con la voce rotta da un nuovo spasmo.

"Tesoro", corse l'uomo al suo fianco, "ti senti bene?"

La donna non rispose, troppo stanca e dolorante per comporre una frase di senso compiuto.

"Gudrik, vai a prendere un po' d'aria", gli consigliò Kadlin con premura, "vedrai che andrà bene, ma la tua ansia..." arrestò la frase perché un'altra contrazione scosse Ingrid, fino al più intimo organo.

"Ora!" ordinò poi con voce ferma e, una volta sole, passò un panno freddo sul viso pallido dell'amica.

"Ascoltami", iniziò a parlare con voce gentile ma decisa, "i dolori adesso sono quasi della frequenza giusta."

In risposta, Ingrid guaì un lamento che le lacerò le orecchie, ma si riprese.

Le bagnò nuovamente il viso con un po' più di irruenza.

"Forza, girati" ordinò risoluta, mentre l'aiutava a girarsi per mettersi carponi sulle pelli distese a terra.

"Non ce la faccio!" si lagnò la donna, stremata e incline alla resa, mentre grossi lacrimoni le inondavano gli occhi con il loro straziante sentimento.

"Sì, che ce la fai", la incitò Kadlin con convinzione, "vuoi o non vuoi far nascere questo bambino?"

La donna singhiozzò, tra un gemito e un urlo. "Lo voglio, lo vog..." un'altra contrazione le bloccò per un attimo il respiro in gola e, quando si riprese, riuscì a sussurrare solo: fa male!

"Lo so. È per questo che siamo noi donne a farlo, perché siamo più forti, noi solo possiamo farlo."

Al suono di quelle parole Ingrid s'inorgoglì, lei in effetti non ci aveva mai pensato. Facendosi aiutare si mise carponi, le mani e le braccia le tremavano, ma si sostenne ugualmente.

"Adesso, a ogni dolore spingilo fuori, con tutta la tua forza, spingi" le consigliò e, prontamente, la sostenne e l'aiutò fino all'ultima spinta.

***

L'andirivieni ansioso di Gudrik sarebbe stato snervante per chiunque, ma non lo fu per il guerriero di Birka, che gli stava dinanzi in silenzio, con le spalle appoggiato alla parete di una dimora.
"Quanto ci vorrà ancora?" imprecò poi, alzando le braccia al cielo e, nonostante fosse un'imprecazione retorica, il guerriero sentì la necessità di rispondere ugualmente.

"Non lo so, ma vedrai che andrà bene" lo consolò, nonostante non sapesse cosa stesse realmente succedendo in quella casa.

Un urlo si levò tra quelle massicce tavole di legno e Gudrik tremò al pensiero che potesse accadere qualcosa alla sua splendida moglie.

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