Metto i miei pantaloncini e la mia canottiera sopra al costume che ale mi ha detto di indossare.
Suono il campanello aspettando il solito Valerio ad aprirmi. Entro dal cancello dirigendomi verso l'entrata. Saluto vale e poi entro in casa lancio un urlo di saluto a tutti e poi salgo le scale verso la stanza che ormai so essere di Alessandro. Busso ed aspetto il suo consenso per aprire.
-entra.- dice seriamente. Sinceramente mi spaventa ma,cercherò di contenermi.
-ehi come va?- chiedo una volta entrata. Lui è seduto sulla sedia della scrivania e ha tutti i libri aperti. Cosa che non succede fino a quando arrivo io.
-bene. Ho deciso di muovermi e fare questi esami perché non ce la faccio più a studiare.- rido leggermente per la sua faccia imbronciata.
-d'accordo. Allora iniziamo subito!- mi siedo accanto a lui e inizio a spiegargli l'argomento di storia.
Un paio di ore dopo.
-okay. Per oggi va bene così!- dico ormai stanca di vedere il suo volto esausto. Sono felice che abbia deciso di impegnarsi ma da un altro punto di vista no perché vuol dire che probabilmente non ci vedremo più visto che non ci saranno motivi. Voglio dire,io li considero tutti grandi amici ma loro? Per loro è lo stesso?
-ehi ci sei?!- il mio amico mi risveglia dai miei pensieri.
-ah? Sisi scusa!-
-non preoccuparti. Adesso andiamo,la piscina ci aspetta.- sorrido e lo seguo giù dalle scale. Sono tutti quanti fuori ad aspettarci. Sono un po' titubante sul togliermi la maglia perché ho delle smagliature di quando ero piccola che non sono mai andate via nonostante adesso io sia abbastanza magra. Alla fine mi spoglio riflettendo sul fatto che la vita è una sola. Mi avvicino ad Edoardo per prendere un po' di sole. Non so se voglio buttarmi in piscina. Non so nuotare. Me ne vergogno ed ho paura.
-ehi bellezza vieni a farti un bagno.- guardo male Valerio per il nomignolo e poi scuoto la testa in senso negativo.
-Se non vieni ti prendo io.-
-no! Nonono vale se voglio mi butto io non ci provare! Non toccarmi. Ti uccido. Dai vale mettimi giù!- troppo tardi. Riesco ad urlare che non so nuotare tre secondi prima di essere sommersa dall'acqua. La confusione si stava facendo sempre più forte. Mi dimeno invano sperando che lossigeno non finisca mai. La mia vista comincia ad appannarsi poco prima di aver visto qualcuno avvicinarsi. Poi il buio. Il nero mi avvolse. E crollai. Tra le sue braccia.