CAPITOLO DUE

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Tornai a casa esausta.
Passare il pomeriggio con James era alla stesso tempo divertente ma estenuante.

Erano le 21:00, e non potetti non notare la tavola apparecchiata solo per me.
Il Coglione e la mamma saranno usciti e avranno portato Jessie dalla nonna" pensai.

Jessie la figlia del compagno di mia madre, avuta nella sua relazione precedente, ha sette anni, ed è una bambina dolcissima e piena di vita, forse l'unica mocciosetta della sua età che mi sia mai piaciuta.

La nonna, la madre di mia madre, la definì subito come una nipote, infatti si affezionarono l'una all'altra.
Jessie era così, sapeva farsi voler bene da tutti.

Era identica al padre fisicamente, nasino all'insù, occhi neri, capelli del medesimo colore, bocca carnosa e guance che solo a vederle ti viene voglia di mangiarle.

Fortunatamente, il carattere era della madre.
Affettuosa e simpatica.

Tra me e Jessie era nata una grande intesa, anche se piccola, riusciva a mantenere ogni mio segreto.
Per lei diventai una sorta di esempio, anche se non aveva scelto proprio la persona adatta...

Il fatto che mi copiasse in tutto e per tutto non mi dava però fastidio, anzi, mi faceva piacere, che almeno una persona provasse stima nei miei confronti.

Per me Jessie era davvero come una sorella.

Quando entrai in cucina vidi sul frigo un bigliettino:

Mangia tutto e non lasciare niente, il pollo con le patate è nel forno, devi solo accendere e riscaldare cinque minuti. Attenta a non scottarti.

Jeremy.

"Ma stiamo scherzando?" dissi tra me e me accartocciando il post-it e buttandolo nell'immondizia.
Ma per chi mi ha preso? Per una bambina che non sa accendere il fuoco? Ho diciott'anni non nove...
E poi, come si permette? Non è mio padre e non lo sarà mai.

"Rose ti fidi di me?" Leonardo Di Caprio aveva appena concluso una delle sue battute celebri quando nel buio vidi la porta di casa aprirsi accompagnata da delle risate.

"Cosa ci fai ancora sveglia Kim?" mi chiese mia madre.
"Mamma sono le 22:30, è presto..." affermai.
"Signorina non credi che facendo ancora più tardi rischi di non svegliarti domani mattina?" io lo dico che rompe le palle, ma nessuno mi crede...
"Senti Jeremy, smettila di fare il padre premuroso, perché tu per me non sarai mai niente. Mai!" incominciai ad alterarmi.
Ne avevo abbastanza delle sue raccomandazioni inutili, del suo chiedermi sempre dove sarei andata e con chi.
Ne avevo abbastanza di lui!

"Calmati cara, Jeremy ha cercato solo di darti un consiglio... Infatti, io sono d'accordo con lui."
"Ovviamente, quando mai tu non sei d'accordo con questo!" lo indicai cercando di mantenere il controllo.

"Kimberly Rogers, non ne posso più dei tuoi capricci inutili, se noi ti diciamo qualcosa è per il tuo bene lo vuoi capire? Che sia dall'andare a letto presto al non uscire più con James Colin."
"Mamma, adesso non mettere al centro della discussione James che non c'entra nulla! E poi, io non mi lamento delle tue raccomandazioni, mi lamento del modo in cui ti fai trattare da lui! Sei diventata una bambola che usa a suo piacimento..." non mi importava che il Coglione potesse sentire dovevo sbattere in faccia la verità ad entrambi; a mia madre per farle aprire gli occhi e a lui per fargli capire che poteva prendere in giro lei e non me.

"Kim ma cosa stai dicendo?! Così mi offendi." disse Jeremy convinto che l'avesse fatta franca. "Come difendi il tuo amichetto, vuoi aprire gli occhi e capire che prima o poi ti pugnalerà alle spalle?" continuò.
"Cosa stai dicendo? James non mi farebbe mai una cosa del genere" non lo ascoltai più.

"Mamma" le andai difronte e le posi le mani sulle spalle. "Apri gli occhi, ti prego, ti tratta come se fossi la sua schiava, ti sta rigirando come un calzino, non permettergli di farlo ancora, non permettergli di sopraffarti... Mamma liberatene" mia madre mi guardò per dei secondi che sembravano minuti, ore...
Forse aveva capito, forse se ne stava rendendo conto...

"Ma cosa stai dicendo Kim, adesso sei arrabbiata perché abbiamo di nuovo parlato di James, ma se noi lo diciamo è perché ti vogliamo bene".
"Rosa, sembra che tu non le abbia mai insegnato nulla... Questa ragazza non sa cosa vuol dire essere educati, come si permette di trattarmi così, e per giunta tu non le dici nulla!"
"Ma caro..." disse mia madre.
"Adesso sali in camera tua, e non discutere, continuiamo domani!" Jeremy mi indicò con il dito le scale.
"Non sei mio padre e non puoi dirmi cosa devo o non devo fare" dissi mentre mi allacciavo le scarpe che avevo tolto per stendermi sul divano.
"Adesso dove credi di andare?"
"Non sono cose ti riguardano" andai verso mia madre e le dissi in un orecchio "Non ti preoccupare, tornerò presto" e le diedi un bacio sulla guancia per poi uscire di casa.
Mamma e Jeremy iniziarono a litigare...

È da quasi due ore che non faccio altro che camminare per il parco pubblico della mia zona. Ho contato gli alberi, le panchine, le fontane...
Non so che altro fare per calmarmi.

"Sono stanca..." dissi prima di sedermi su un muretto.
Si, ero stanca di tutto, l'unica cosa bella nella mia vita era la musica, dove potevo perdermi in ogni nota.
La musica, la mia passione...

Iniziai a cantare a bassa voce una ninna nanna per sbollire la tensione. Non so per quale motivo scelsi proprio quella musichetta, ma la cantava sempre mia madre, diceva che le ricordava i bei tempi, ma non ha mai specificato quali, nonostante glielo avessi chiesto tantissime volte.

Avevo preso da lei le mie dote canore, e non potevo che ringraziarla per questo.
Ma il canto, rimaneva semplicemente un passatempo, avevo altre aspirazioni nella vita...

Era ormai passata la mezzanotte e la rabbia verso Jeremy e la delusione verso mia madre, non erano ancora passate nonostante abbia cantato per un bel po', quindi credo che non andranno via facilmente.

L'unica cosa di cui avevo bisogno era di cambiare area, di andarmene dalla caotica vita urbana, avevo voglia di percorrere nuove strade e conoscere nuove persone...

Non chiedevo tanto...

Guardai avanti a me un ragazzo, era seduto su di una panchina con un blocchetto tra le mani, alzò lo sguardo solo per un secondo e mi colse a scorgere la sua figura da sotto il cappuccio della felpa.

Possiamo solo dire che per Kimberly sarà sicuramente una ventata di aria fresca...

MARIGOLDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora