Appena uscii di casa scoppiai in un pianto liberatorio che trattenevo già da un po'
Non volevo farmi vedere debole da James, in quel momento dovevo essere forte per lui.
Col capo chino andai a sbattere contro qualcuno."Fa' attenzione e che cazzo!" qualcuno sbottò
"Tu sta più attento piuttosto"
Alzai lo sguardo e mi ritrovai un paio di iridi verdi puntate nelle mie nocciola.
Il ragazzo del quadernino nero...
"Hai fatto cadere a terra tutti i miei disegni cazzo!"
"Sbaglio o tu sei il nuovo alunno della Calighe High School?" domandai mentre lo aiutavo a raccogliere i fogli sparsi in giro.
Ne presi uno che mi colpì. La prima pagina di un quaderno.Non era un quaderno qualsiasi, ma una sorta di libretto con su scritto una data in numeri romani: X - VI – MMXVIII.
Dieci giugno duemiladiciotto... Cosa stava a significare?"Anche tu con questa storia?" si lamentò svegliandomi dai miei pensieri.
All'inizio non capii...
"Da stamattina non fanno altro che chiedermelo" mi spiegò dopo aver notato la mia faccia interrogativa.
"Mi sa che durerà per un po'" feci un finto sorriso guardando ancora il disegno.
Mi guardava dalla testa ai piedi. Mi infastidiva molto quindi il mio sorriso non durò più di due secondi.
"Bambolina me lo restituisci?"
"Come scusa?" domandai.
"Il disegno" mi strappò dalle mani il foglio. "Oltre ad essere sbadata sei anche sorda?" fece un risolino."Dove stavi andando vestita così?" chiese lui.
"Cosa ti importa?" Feci un po' scontrosa, andavo di fretta, volevo solo tornarmene a casa... "Non ci conosciamo neanche" affermai.
Non so per quale ragione, ma quel ragazzo mi dava sui nervi, aveva un'aria misteriosa che non mi piaceva affatto.
Sempre così serio e non faceva altro che guardarmi con superiorità.
"Era una domanda" mi guardò male...
"Ad una festa di scuola" risposi semplicemente.
"Ti accompagno io Bambolina. Ho la macchina parcheggiata proprio qui"
Cosa? Assolutamente no...
"Perché un ragazzo di cui non conoscevo neanche il nome mi stava proponendo un passaggio?"Dove dobbiamo andare?" Mi chiese il ragazzo dal nome misterioso.
"A questo indirizzo" girai il cellulare con il messaggio che mi aveva inviato Samantha, la festeggiata.
Avevo cambiato idea. Se fossi rimasta a casa avrei rimuginato tutta la sera su quanto accaduto, invece andando alla festa, avrei lasciato da parte i numerosi pensieri per un po'... E poi constatai che non un era assassino...
Arrivati al fianco della macchina, rimasi sconvolta, non potevo credere ai miei occhi.Una Bugatti Chiron (foto inizio capitolo).
Una macchina molto particolare ma stupenda.
Come poteva un ragazzo di così piccolo possedere un'auto del genere? I suoi genitori saranno. sicuramente ricchissimi.
Era una delle mie macchine preferite, quindi ero emozionata all'idea di salirci su e farci un giro.Ero appassionata di macchine da corsa e non, una passione ereditata da mio padre, e saperlo da mia madre mi faceva sentire almeno un po' più vicina a lui.
Non ero più nella pelle, cos' quando aprì l'auto mi ci infilai dentro.
"Calma Bambolina, non deve graffiarsi per nessuna ragione al mondo".Non appena si mise al volante, mi ricordai che ancora non conoscevo il suo nome...
"Come ti chiami?" chiesi.
"Alexander..."
"Carino"
"Carino? Sai quanti vorrebbero avere il mio nome? Invece si ritrovano a doversi chiamare George!"
Ma...
"Comunque anche il tuo è bello." Disse serio.
"Come fai a saperlo? Non te l'ho mai detto" diedi voce ai miei pensieri.
"Sei Kimberly giusto? L'amica di James..."
"Come fai a conoscerlo? Avete qualche lezione in comune? Quale?" dovevo calmarmi un po' l'auto mi dava alla testa...
Il fatto che stessi nella stessa macchina a pochi centimetri di distanza da uno "sconosciuto" mi metteva agitazione...
"Altre domande?" fece il finto ironico...
Feci no con la testa e girai lo sguardo verso il finestrino chiuso dove mi ci appoggiai poi...Non parlammo per tutto il tragitto, non rispose neanche alle mie domande.
Già ero in ansia, il fatto che stessi in una macchina così costosa mi faceva sentire a disagio, avevo paura che un passo falso potesse rovinarla e il silenzio non aiutava affatto!"Odio questa casa, odio questa festa e odio la festeggiata." gli dissi una volta arrivati a destinazione.
"E allora perché ci sei voluta venire?" disse con un risolino.
"Samantha, la mia ex migliore amica, dopo essersi innamorata di un coglione mi ha calcolata per 3 anni, e adesso che fa? Mi invita alla sua festa? Patetica!" incrociai le braccia al petto.
"Capisco...ora scendi." disse allungandosi verso di me per aprirmi lo sportello.
"No" dissi decisa. Non avevo assolutamente voglia di scendere e di andare a divertirmi, soprattutto dopo tutto quello che era successo...
Dovevo fare pace col cervello e capire cosa volevo nella vita.
"No? Come no?" domandò.
"No" ripetei.
"Allora che vorresti fare?"
Ci riflettei un po', poi mi venne in mente la domanda che mi feci quando lo vidi entrate dal portone di scuola.
"Come mai ti sei iscritto a scuola così tardi? Voglio dire... siamo ad aprile" dissi ovvia.
"Sono stato espulso dalla mia vecchia scuola"
"E perché?"
"Fai sempre così tante domande tu?" Disse scocciatoDio, questo ragazzo era sempre così serio.
"Volevo solo sapere... Quanti anni hai?"
"19, adesso scendi".
"Sei stato bocciato quindi?" Continuai con il mio interrogatorio non calcolando il fatto che volesse farmi scendere. Sarei stata ore ad odorare il profumo di pelle nuova e a rilassarmi grazie allo schienale morbidissimo...
"Esattamente..."
"Posso farti un'altra domanda?"
"No"
"No, no, assolutamente no!" lo scimmiottai.
"La smetti?" si irritò.
"Scendi da questa dannata macchina ed entra in quella cazzo di casa!" continuò su di giri.
"Vieni con me" dissi piano assottigliando gli occhi
Restò zitto e sbuffò una risata prima di far ripartire la macchina.Ci sono riuscita, l'ho fatto ridere, o almeno credo...
C'era qualcosa nel suo carattere così serio e misterioso che mi piaceva.
"Va bene, allora ci vediamo domani a scuola?" mi chiese.
"Certo. A domani Alex."
"A domani Kimberly"
"Non chiamarmi mai col mio nome intero... non lo sopporto" rise.
Era carino, molto.
"Certo, Kimberly" lo guardai male prima di scendere dalla macchina.
Ora che ci penso...non gli ho detto io la strada per arrivare a casa...
Mi girai e vidi la macchina blu e nera di Alex allontanarsi sempre più.[...]
Il giorno dopo James non venne a scuola.
Ore 12:00 lezione di musica.
L'aula sembrava vuota senza il mio migliore amico.
Senza le sue continue lamentele sul fatto che avesse fame oppure sul perché l'ora di musica era di quaranta minuti anziché sessanta come le ore di storia o matematica...La sua sedia era vuota ed io mi sentivo strana senza di lui.
Facevamo praticamente tutto insieme, eravamo come fratelli...
Da piccoli ci facemmo una promessa:
Saremmo rimasti insieme nonostante tutto, nonostante le nostre famiglie che non andavano d'accordo e nonostante gli anni.Decisi di andare a trovare James dopo scuola per sapere come si sentisse.
Arrivata fuori al campanello di casa Colin, bussai.
"Kim ma che piacere averti qui... Sei venuta per vedere come sta James non è così?"
"Si Carla... Ero un po' preoccupata." Adoravo la madre di James e lei adorava me, eppure i nostri genitori non andavano per nulla d'accordo."Ho sempre detto a quello scansafatiche di stare attento quando guida quella dannata moto, ma niente, non vuole darmi ascolto, continua a fare come gli pare..."
Capii che lei non sapeva nulla.
"Se vuoi andare da James, è in giardino"
"Va bene, grazie mille Carla."
James era in piedi e parlava al cellulare, capii che era con suo zio Patrick.
Non volendo, ascoltai."No zio, ti ho detto che non l'hanno preso." Preso cosa?
"No, ti ho detto di no! Quei bastardi non hanno trovato nulla."
Feci un colpo di tosse.
"Adesso devo andare zio, ci sentiamo." E così la telefonata terminò.
Di cosa stava parlando?N/A
Scusate l'assenza ma in questo periodo c'è molto da fare con lo studio...😰
Beh, due aggiornamenti in un giorno! ❤️
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MARIGOLD
ActionNulla è come sembra, e Kimberly lo sa, lo sa bene... Vi ritroverete con lei, catapultati a vivere una vita apparentemente normale per poi essere travolti dopo l'arrivo di lui... Lui non passa inosservato, certo che no. Quando i loro occhi si incroc...