CAPITOLO DIECI

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Continuai ad osservare quell'ombra, non ho mai scoperto chi fosse, però si fermò nel bel mezzo della strada e rimase lì.
Mi spaventai ma non so, per quale ragione, rimasi seduta con i piedi in ammollo, avevo capito che mi stava guardando, ma non riuscivo a captare bene i lineamenti del suo viso.
Cominciai a cantare per scacciare la paura poi mi buttai nell'acqua con il pigiama, come se immergendomi potessi nascondermi.
Era diventata tiepida e molto piacevole.
Ritornai in superficie la maglietta si alzò di poco e i capelli gocciolavano sul viso.
Li spostai dietro con le mani e leccai le labbra bagnate sapevano di cloro.
Mi appoggiai con le mani ai bordi, feci forza sulle braccia e mi misi di nuovo seduta, controllai se lo sconosciuto di prima se ne fosse andato, fortunatamente era così, e al suo posto era parcheggiata una macchina; la paura lasciò spazio alla malinconia.
Mi guardai attorno, sentivo la mancanza di qualcosa, qualcosa che non ho mai avuto veramente.
Forse l'amore.
Tutti mi ripetevano che io e James come coppia saremo stati bellissimi ma mi veniva difficile immaginarlo come qualcosa di più di un semplice amico.
James è sempre stato un bellissimo ragazzo e spesso mi imbarazzava stare con lui, non mi sentivo alla sua altezza.
Non lo amavo, ma quella sera lo desiderai lì con me di nuovo.
Lo desiderai con tutta me stessa.

Andai a fare direttamente una doccia, ormai erano già le cinque e mezza quando, ritornai in camera per fare una doccia e uno shampoo, non potevo di certo rimanere odorante di cloro, anche se non mi dispiaceva affatto...
Quell'odore mi faceva ricordare quando da piccola andavo a nuoto.
Quelle due ore settimanali erano il mio passatempo preferito, mi facevano dimenticare le piccole litigate con Samantha oppure un brutto voto ad un campito di matematica.  

Con ancora i capelli bagnati, sceglievo qualcosa da mettere.
Erano gli ultimi mesi di scuola, e dovevo andare assolutamente bene, non potevo permettermi insufficienze, altrimenti chi li avrebbe sentiti a mamma e al Coglione.
Alla fine misi dei semplici jeans a vita alta e una vecchia maglia di una band che ormai non seguivo da anni.
Mi stava un po' piccola ma l'effetto mi piaceva, sembrava fatto apposta.
Arrivava sulla vita ma si intravedeva un filo di pancia...
Era venerdì e sarebbe stato l'ultimo giorno di scuola settimanale, che sollievo.
Infilai le Adidas e corsi ad asciugare i capelli.
Ovviamente Jeremy si svegliò per il "rumore fastidioso" del fon, infatti bussò più di una volta per chiedermi di spegnerlo, ma io non gli aprii neanche una.
Ma nemmeno lui sarebbe riuscito a guastarmi ma giornata.
Il venerdì era il giorno "passiamo tutta la giornata con James".
La mattina avevamo gli stessi corsi a scuola, il pomeriggio guardavamo tre film di tre generi diversi tranne horror (fortunatamente) e la sera andavamo al bar di mia cugina per suonare insieme e cantare.
Mi ritrovai a pensare agli amici di Sarah, mia cugina, mi piacevano solo Nate mi infastidiva.
Capelli biondi e occhi chiari, solito bambolotto sempre perfetto, anche se sapeva suonare la batteria da urlo.
Finii di asciugarmi i capelli alle 7:10, mi truccai: matita, mascara e lucidalabbra.

Scesi in salotto, non feci colazione, per evitare Jeremy che sembrava di cattivo umore, e alle 7:30 in punto camminavo con le cuffie per andare a scuola.
Mi fermai avanti alla vetrina di una libreria, oltre la musica mi è sempre piaciuto leggere, decisi poi che ci sarei passata nel pomeriggio.
Arrivata a scuola notai che il posto dove James parcheggiava sempre la moto era vuoto, magari non sarà riuscito a svegliarsi...
La campanella suonò e non ebbi tempo di chiamarlo.

Letteratura, mi piaceva questa materia ma la mia professoressa rendeva tutto così noioso e quasi mi addormentai con la testa vicino la finestra.
Vidi entrate James, affannato, prese posto avanti a me e non disse nulla.
"È tardi Colin" lo guardò seria la prof.
Lui non rispose e guardò fuori.
La mascella era contratta e le sopracciglia corrugate.
Dio, ci mancava solo lui.
"Colin, sto parlando con lei" continuò l'arpia, io guardavo la scena interdetta, James non era il tipo di ragazzo che faceva arrabbiare i professori 
"Mi dispiace, non ricapiterà più" la liquidò.

Era per caso la giornata "arrabbiamoci tutti" ? Potevano avvisarmi, almeno non mi sarei sentita esclusa, e poi quella che doveva essere veramente isterica quella mattina ero io, visto che avevo dormito solo quattro ore!

Lo chiamai un paio di volte sotto voce ma non rispose.
Alla fine di quelle due ore che sembrava non passassero mai, si alzò prima di tutti e corse fuori.
Non avevo le forze di seguirlo  già immaginavo come sarebbe andata.

Mi rintanai in bagno dove mi specchiai per un po'.
Gli occhi scuri e i lunghi capelli castani legati mi facevano sembrare più grande, nonostante la mia bassezza.
Mia madre ha gli occhi verdi e le lentiggini, ho sempre desiderato essere come lei, così bella e sempre con l'espressione serena e contenta.
James aveva belle lentiggini e gli occhi più chiari dei miei, che si illuminavano solo alla luce del sole.
Non lo so perché, ma continuavo a pensare a lui.
Guardai ancora una volta il mio riflesso prima di uscire.
Non mi sono mai piaciuta ma cercavo di sistemarmi per il meglio, almeno per evitare brutte figure.
Uscendo andai a sbattere con qualcuno, alzando la testa mi ritrovai quelle iridi verdi puntate addosso.
"Ci incontriamo sempre così ormai, Bambolina"
Non risposi, semplicemente abbassai lo sguardo e sorrisi ritornando in classe.

James non mi calcolò per l'intera giornata, così all'uscita da scuola lo seguii.
"Hey, ma che ti prende?" affannata mi appoggiai alla moto.
"Ieri ho litigato con tuo pa... con Jeremy"
Rimasi ferma a fissarlo con le labbra schiuse e lo sguardo confuso.
"Ci vediamo stasera, passo a prenderti alle nove" si mise in sella e mi lascio lì, sola e confusa.

Ritornando a casa mi ritrovai di nuovo avanti a quella libreria.
Entrai e diedi un'occhiata ai libri.
Mi piaceva stare lì, ci passai diversi minuti.
Sorreggevo un libro tra le mani, incantata dalla bellissima copertina che ritraeva una coppia che si abbracciava vicino un treno.
"Il coraggio di amare" lessi il titolo ad alta voce.
"Che schifo" sentii dire.
Mi girai spaventata e vidi lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03, 2018 ⏰

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