Capitolo 6

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È come se un piccolo pezzo di me se ne fosse andata dopo aver raccontato la mia storia.
Gli ho affidato un pezzo del mio cuore e spero che sappia usarlo senza ridurlo in mille pezzi.
Ho volontariamente omesso la storia su Josh perché per me è tutto così terribilmente doloroso che parlare di lui ad alta voce lo sarebbe stato ancora di più, sarebbe come rivivere ogni singolo minuto di quel momento e credo che non ce l'avrei fatta.
Mentre cammino per le vie di Las Vegas la borsa inizia a vibrare.
Prendo il telefono e sullo schermo vedo il nome di mia madre.
Mi mordo le labbra mentre penso su cosa dovrei fare.
Tutto improvvisamente sembra essere diventato così opprimente intorno a me.
Con dito tremante e una parte di me in contraddizione con l'altra rispondo al telefono.

"Cosa vuoi?" forse sono stata troppo brusca ma questa chiamata mi sta mettendo sotto pressione e so già che me ne pentirò una volta finita.

"Dove diavolo sei finita?" inizia ad urlare dall'altra parte della linea.

"Non ti dirò dove sono madre perché verreste a prendermi ed io non voglio tornare a casa" continuo a camminare.
In questo momento voglio solo tornarmene al Motel e rilassarmi un po'.
Mi fermo sul marciapiede mentre con una mano faccio un cenno ad un taxi e, dopo essersi fermato, vi salgo dentro.
Scosto il telefono dal mio orecchio e con una mano copro lo schermo in modo da non farmi sentire da mia madre mentre dico al tassista la mia destinazione.

"Non fare la difficile Lila.
Tutti si stanno chiedendo dove sei finita ed io e tuo padre non possiamo continuare a dire che sei in viaggio da dei parenti.
Se scoprissero la verità sarebbe un grave problema per la nostra famiglia.
Riesci a immaginare la gravità della situazione?.
Come passeremo agli occhi di tutti?" perciò mi ha chiamata solo per dirmi di tornare perché ha paura che i suoi patetici amici possano scoprire  la verità e no perché gli mancavo.
I miei genitori non mi hanno mai voluto bene.
Non mi hanno mai abbracciata, mai una carezza, mai una parola di conforto e mai mi hanno detto quanto fossi brava o non si sono mai presi cura di me quando mi facevo male.
Se mi ferivo il compito di curarmi era delle cameriere o della tata mentre l'unica cosa che io volevo era che mia madre mi prendesse in braccio e mi dicesse che era solo un piccolo graffio e che presto sarebbe guarito.
La persona più importante per me è stata Welly.
La mia tata.
Lei mi ha fatto da madre più di quanto l'avesse mai fatto la mia.
Quando ha deciso di andare in pensione è stata dura per me perché era l'unica che sapeva tutte le mie emozioni e i miei segreti.
Dopo che se ne è andata il mio senso di solitudine è aumentato fino a dominarmi completamente.

"Dannazione mamma, a te non in importa che io sia lontana da casa in un posto a te sconosciuto.
A te importa solo dell'immagine della famiglia, ma a me no.
Non mi importa di quello che penseranno i tuoi amici.
Non mi importa se penseranno che la nostra famiglia è un disastro perché lo è davvero". Non ho mai parlato a mia madre in quel modo ed è un vero toccasana per me.
Perché sto dicendo quello che in tutti questi anni ho dovuto tenere per me stessa.

"Lila Evans non azzardarti a parlarmi in questo modo.
Io e tuo padre ti diamo una settimana di tempo per tornare a casa.
Se alla scadenza dei giorni non sarai tornati ti bloccheremo tutte le carte di credito e faremo in modo che tu torni" riattacco il telefono e tiro un calcio al seggiolino anteriore.
Il tassista mi guarda ma credo che abbi visto il dolore che sto provando perché mi sorride e distoglie lo sguardo.
Mi porto un unghia alle labbra ed inizio a morderla mentre delle lacrime solcano le mie guance.
Arrivo al Motel ed entro subito nella mia piccola camera e getto  per terra la borsa e mi cambio in qualcosa di più comodo.
Adesso avrei solo bisogno di dimenticare tutto per un po' e non pensare a niente.
Guardo le pillole che porto sempre con me e ne prendo due.
Durante la mia adolescenza avevo rischiato più volte di cadere in depressione dopo ciò che mi successe con Josh, così mia madre  un pomeriggio venne in camera mia e mi diede quel piccolo tubetto arancione pieno di pillole.

Non Cambiare Mai (Harry Styles) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora