Capitolo 7

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HARRY'S POV.

Il rumore dei motori delle auto che sfrecciano sulla strada è incessante e la testa mi martella incontrollatamente.
Non è il miglior modo per svegliarsi.
La nausea è incommensurabile e il sudore della notte scorsa è ancora incrostato sui miei vestiti e sulla mia pelle.
Mi sento così sporco e tutto ciò che mi servirebbe adesso è un bella doccia fredda in modo che ogni mio muscolo si possa rilassare sotto il getto  dell'acqua.
Lila sta ancora dormendo e decido di non svegliarla mentre mi dirigo in bagno.
Il bagno è piccolissimo e il profumo di vaniglia aleggia nell'aria.
Gli shampoo sono posti su una mensolina arrangiata.
Scosto la tenda bianca della doccia, mi tolgo i vestiti dove vengono posti sul lavandino e, dopo aver chiuso la porta a chiave, entro dentro la doccia.
Sposto la manopola dell'acqua sulla parte fredda ed immediata un ondata gelida cola sul mio corpo provocandimi una miriade di brividi lungo la mia schiena e sulle mie braccia.
Appoggio queste ultime sulle mattonelle in terra cotta che ricoprano la parete del bagno e abbasso la testa facendo si che alcune gocce d'acqua mi scivolino sugli zigomi pronunciati.
Improvvisamente l'instabilità della mia vita mi si presenta davanti come un tornado pieno di ricordi altalenanti tra quelli gradevoli e quelli spiacevoli.
Tiro un leggero pugno sul muro e del sangue fuoriesce dalle mie nocche.
Immediatamente lo risciacquo con l'acqua.
Frammenti sfocati della scorsa notte fanno capolino nella mia testa.
Mi ricordo di aver bevuto, scopato e ancora bevuto.
Ricordo di aver chiamato Lila perché era l'unica persona di cui potevo fidarmi e perché non ho nessun'altro se non i miei amici sballati.
Non mi vergognavo di farmi vedere in quello stato da lei perché sapevo che non mi avrebbe mai giudicato.
Ricordo di aver sognato Charlie che correva da me e che immediatamente dopo sconpariva nel buio più totale lasciandomi da solo e in preda al panico, urlante con la sola speranza che possa ritornare.
Ricordo che gli ho detto di non lasciarmi e lei non l'ha fatto.
Lila mi è stata accanto tutta la notte, si è presa cura di me senza indugio.
Si è subito affrettata a venirmi a prendere davanti alla discoteca anche se non era in obbligo di farlo e gliene sarò sempre immensamente grato per questo.
Esco dalla doccia e scompiglio i capelli con le dita della mano destra e mi sistemo un asciugamano sulla vita.
Non avendo il cambio sono costretto a rimettermi gli indumenti che stavo indossando ieri sera.
Dopo aver finito di essermi vestito ritorno nella stanza principale e la vedo ancora dormire.
Avvolta da delle coperte sorprendentemente profumate di rosa, con un'espressione angelica in volto e i capelli graziosamente scompigliati sul cuscino bianco.
Gli scosto una ciocca di capelli dal volto e non posso fare a meno di sorridere a quanto sia bella e imperfettamente perfetta.
Immediatamente mi accorgo dell'immenso vuoto ma che allo stesso tempo è magnificamente perfetto presente nel mio stomaco.
Una scarica di adrenalina e eccitazione invade la mia spina dorsale e ritraggo immediatamente il mio tocco su di lei.
Tutto questo non dovrebbe succedere, non è normale.
Un amico non dovrebbe provare sensazioni simili toccando una sua amica.
I contorni della nostra amicizia si stanno delineando e non può accadere.
Non posso permettermi di rovinare il rapporto  con l'unica persona a cui tengo realmente.
Con l'unica persona che forse posso mostrarmi per la vera persona che sono, con cui posso essere Harry e solo lui.
Senza sfumature e muri da eleggere.
Ma posso avere tutto questo solo se lei sarà solamente un'amica per me.
Solo così.
Prendo le mie scarpe, le metto ai piedi e prima di andarmene gli poso un delicato bacio su una delle sue soffice e arrossate guance.
Giro il pomello della porta lanciamdogli un ultimo sguardo e dopo avergli lasciato in sorriso  chiudo la porta dietro le mie spalle.

LILA'S POV.
I raggi del sole filtrano dalla finestra posandosi deliziosamente sul mio volto.
Un senso di vuoto mi assale e subito capisco che Harry non è più nel letto.
Mi alzo velocemente dal letto e inizio a cercarlo in bagno ma non c'è.
Anche le sue scarpe non ci sono più. Se ne è andato.
Sono triste perché non mi ha salutato ma sicuramente se non è più qui è perché aveva qualcos'altro da fare.
Inizio a vestirmi e per oggi scelgo qualcosa di semplice.
Un jeans chiaro con un top nero e una collana d'oro.
I capelli li raccolgo in una coda alta e a coprire il mio volto solo un velo di mascara.
Guardo l'orologio che segna le undici e mezza e riesco solo a pensare a quanto abbia dormito.
Il telefono inizia a vibrare ad una notifica di un messaggio.
Lo apro e vedo che il mittente è mia madre.
Su di esso vi è solo scritto che mancano sei giorni alla scadenza della settimana e che sa che avrei preso la decisione giusta per me.
Lasciai fuoriuscire un urlo tormentato.
Tornare non è nei miei piani.
Sono fuggita  da casa per sentirmi libera da tutta quella recita e ritornarci vorrebbe dire essere di nuovo una marionetta nelle mani dei miei genitori che può essere manovrata a loro piacimento.
Una marionetta senza sentimenti, priva di libertà.
Ed io ho sempre sognato di essere libera. Libera dai sorrisi forzati che ero costretta fare ogni giorno.
Libera dalle buone maniere che ero sempre obbligata a rispettare.
Libera da quelle catene che mi tenevano in gabbia in un posto in cui non volevo stare.
Libera di vivere la mia vera vita, quella che avrei scelto di avere.
Decido di fare una sorpresa ad Harry, perciò esco fuori dalla mia camera.
Per oggi decido di non chiamare il taxi, devo cominciare a risparmiare soldi se voglio mantenermi qui a Las Vegas.
Quando i miei genitori capiranno che non farò ritorno a casa mi taglieranno i viveri perciò ho deciso di non spendere molti soldi.
Comunque sia dopo una mezz'ora di camminata arrivo ad un Take Away.
Non sapendo precisamente i gusti di Harry prendo un semplicissimo hamburger e delle patatine fritte.
Pago il commesso, che quando mi porge le buste contenenti il cibo mi rivolge uno strano sorriso, e mi dirigo verso l'officina che so essere ancora aperta.
Di fatti la saracinesca è ancora alzata e il rumore di chiavi che sbattono sul pavimento è ancora udibile.
Picchietto sul materiale di ferro, che provoca un po' di casino, e il corpo di Harry scivola fuori dalla macchina.
Ha del grasso sulla faccia e dei ciuffi di capelli arrufati senza una destinazione ben precisa.
È stupendo.
Mi accoglie con un caloroso sorriso e i raggi di sole, che filtrano dall'entrata, si posano sul suo volto conferendogli un aspetta ancora più angelico.

Non Cambiare Mai (Harry Styles) #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora