1 - L'inizio di una serata di merda

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Arrivo alla terribile conclusione che  mia madre non sta scherzando con qualche secondo di ritardo.

Mi alzo in piedi sentendo la rabbia fremere. Sono come una bottiglia di Coca-cola a cui hanno appena messo dentro una mentina: toglietemi il tappo ed esplodo. E il tappo ormai è completamente svitato.

-Tu mi stai prendendo per il culo!- Urlo, con un tono più alto di quanto immaginassi.

Mia madre mi guarda estremamente seria, quasi inquietante. - Modera il linguaggio Anna! Non ho cresciuto una ragazza maleducata e irriverente!-

Roteo gli occhi e mi alzo, iniziando a fare avanti e indietro. Rimanere seduta diventa sempre più impossibile, soprattutto su quelle sedie che sembrano deformate e dure come sassi. -Cosa?! Tu stai scherzando!-

Lei sbatte gli occhi, impassibile. -Ti sembra che io scherzi?Sono serissima e se tu ti calmassi potremmo affrontare questo argomento in tranquillità e da persone adulte e civili-

-Adulte e civili un cazzo! E poi non dirmi di stare calma!-

Mamma alza le mani e continua a fissarmi, dandomi decisamente sui nervi. -Tesoro, so che può essere scioccante, inaspettato e-

-Tu dici!- la interrompo fermandomi davanti al lavello e afferrando il bordo. - Tu dici!?-

-Amore, era da giorni che dovevo dirtelo ma con la storia di tuo padre e della scuola, e poi tu non eri mai a casa.. -

Alzo un dito interrompendola. -No, non tirare in mezzo papà. Lui almeno è sempre onesto con me! E potevi benissimo mandarmi un messaggio! Sai, non è così difficile scriverne uno!-

Vedo la mamma sbuffare e poco dopo si alza, avvicinandosi. Quando prova a mettermi una mano sulla spalla mi scosto e vado verso la cuccia di Mozart, il mio gatto. Cuccia che ha usato una volta da quando gliela abbiamo comprata. 

-Tesoro, non sarà poi così brutto! Avrai una stanza più grande di quella che hai ora-

-Io adoro la mia stanza così com'è- replico con astio.

Mamma deglutisce e abbassa lo sguardo. -Tesoro, mi dispiace. Che ne dici se ne parliamo più tardi, quando ti sarai calmata?-

Non le rispondo nemmeno, esco dalla cucina e se quella avesse una porta la sbatterei. Così lo faccio con quella della camera, rischiando di rompere lo specchio attaccato sul retro.

-Non sbattere le porte!- urla mia madre facendomi spuntate un sorriso.

Con il dorso della mano mi asciugo  una lacrima di frustrazione e mi butto sul letto accanto a Mozart.

Sta dormendo e nemmeno una bomba riuscirebbe a svegliarlo. Così mi limito ad accarezzargli il pelo soffice e imprecare contro mia madre.

Come le è saltato per la testa una cosa del genere!

Afferro il cellulare e compongo il numero di Ludovica, la mia migliore amica e persona con la quale la mia pazzia solitamente raggiunge livelli decisamente pericolosi.

-Ehi stronzetta!- mi saluta con la voce squillante e allegra.

Sorrido, girandomi a pancia in su e continuo ad accarezzare Mozart. -Ehi troieta! Senti, questa sera ho voglia di uscire.-

-Se proprio insisti- dice ridacchiando. -Io e Leo avevamo intenzione di andare in quel locale vicino al Luna Park, so che tu durante la settimana però non esci-

-Cambio di programma. Ho voglia di bere-

C'è un momento di silenzio prima che Ludovica mi chieda: -Ehi, va tutto bene?-

Sento un'altra lacrima rigarmi la guancia senza poter fare nulla per impedirlo. -Poi ti racconto. Ora voglio solo evitare di pensare e trovare una bella distrazione-

La risata a delfino di Ludo mi fa sentire un po' meglio. -È così che si parla ragazza! Siamo da te fra un'ora e mezza. Andiamo a mangiare al Mc-

Appena riattacco balzo in piedi e vado  a farmi una doccia.
Quando torno in stanza Mozart è ancora sul mio letto, questa volta in modalità ciambella.

-Dormiglione- borbotto aprendo l'armadio in cerca di qualcosa da mettere mentre la conversazione che ha avuto con mia madre poco prima continua a scorrermi davanti come un film.

Alla fine opto per un paio di calze a rete e dei pantaloncini dei jeans con sopra un top rosso che mi lascia un lembo di pelle scoperta. Devo stare attenta che mamma non lo veda, o meglio, che non scopra il piccolo tatuaggio che ho fatto per nascondere la cicatrice dell'appendicite. Altrimenti gli arresti domiciliari saranno uno scherzo rispetto a quello che mi farà lei. Una volta ha passato mezz'ora a lavarmi con l'alcool le braccia dopo che mi ero fatta dei tatuaggi con i pennarelli. Vorrei evitare che ci provasse anche con quello vero. 

Ho tutto il tempo per truccarmi e far in modo che i capelli non sembrino usciti da una tempesta prima che Ludovica mi chiami e mi dica di scendere.

Recupero la giacca mettendo altri soldi nelle tasche mentre vado verso la porta d'ingresso. Non riesco a evitare lo sguardo di mia madre e sento il vuoto sotto i piedi. 

Merda. 

-Dove pensi di andare, signorina?-

Afferro la maniglia e giro velocemente mentre lei si asciuga le mani sul grembiule e viene verso di me in versione "Arpia". -Sto uscendo con delle amiche. Non aspettarmi alzata- dico uscendo e sbattendo la porta per poi scendere i gradini in modalità Beep Beep. 

-Cosa! Anna Ferr..- non riesco a capire quello che dice ma sono certa che non me la farà passare liscia. 

Ma in questo momento non può importarmene di meno. 
Dopo quello che mi ha appena detto una reazione del genere doveva aspettarsela!

Spazio autrice

Hola readers! Ecco il primo capitolo. Cosa ve ne pare? È un po' introduttivo, ma era necessario. Il prossimo lo pubblicherò in settimana ;), per il momento fatemi sapere cosa ne pensate.

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